Next di Alessandro Baricco
All'inizio era "villaggio globale",
il risultato dell'unificazione culturale di tutto il mondo, prodotta dall'espansione
dei mezzi di comunicazione e di massa. Oggi è globalizzazione il processo
d'unificazione culturale, politica ed economica in atto a livello planetario.
Il tempo n'è trascorso, quello che agli inizi degli anni '90 non aveva
alcun significato proprio, ora è capace di dividere l'opinione pubblica.
Esiste davvero la globalizzazione? Alessandro Baricco è riuscito
di nuovo a trattare un argomento assai complesso, senza la presunzione di
salire in cattedra, e la pretesa di dare risposte. Lui è il primo ad
ammettere di non avere un'idea chiara sulla globalizzazione, un'unica spiegazione
fondata e unanime non c'è, però ci sono molti esempi. Partendo
da questo pensiero, non dando nulla per scontato, ha chiesto alla gente che
non era in grado di rispondere alla domanda "Cos'è la globalizzazione?",
di fargli degli esempi. Tra i tanti ascoltati, ne ha scelti sei. Per la gente
"globalizzazione" è: "andare in qualsiasi posto del
mondo e trovarci la Coca Cola, o le Nike, o le Marlboro
i monaci tibetani
collegati ad internet (idea che nasce da una pubblicità dell'IBM)
comprare azioni in tutte le Borse del mondo, investendo in aziende di qualsiasi
Paese
sedersi al computer e comprare tutto quello che si vuole on line
dappertutto nel mondo, aver visto l'ultimo film di Spielberg, o vestirsi come
Madonna, o tirare al canestro come Micheal Jordan
il fatto che la nostra
auto sia costruita a pezzi, un po' in Sud America, un po' in Asia, un po'
in Europa e magari un po' negli Stati Uniti". Spesso un esempio particolare
vale assai di più di un lungo discorso per comprendere una regola,
ma questi esempi quanto sono attendibili? Lo scrittore non ci chiede se siamo
pro o contro la "globalizzazione", ma se gli esempi esposti sopra,
siano da considerarsi veri esempi di globalizzazione: con questa provocazione
lo scrittore non vuole mettere in discussione la veridicità degli esempi,
ma dimostrare che il fenomeno "globalizzazione" è più
complesso di quello che si creda, la definizione esatta ci sfugge, e forse
nell'attuale spaccato storico, ognuno dà un'interpretazione diversa
oppure la definizione giusta nemmeno esiste, vista la complessità del
problema. Chi contesta radicalmente questa globalizzazione è chi rifiuta
un mondo regolato dalla legge del più forte, le grandi marche (brand),
fanno soldi sfruttando il lavoro dei più poveri, ma questo succedeva
già nei secoli XVI e XVII, quando a seguito delle scoperte geografiche,
furono creati i primi imperi coloniali, spagnoli, portoghesi, inglesi, olandesi
e francesi in Asia ed America, basati sul principio del puro sfruttamento
delle risorse naturali e umane: esempio di globalizzazione? No... io credo
che si tratti di puro e genuino colonialismo
Quando acquistiamo un pallone
di cuoio, non pensiamo alla manodopera di braccia minorili: compriamo un marchio,
paghiamo il marchio, acquistiamo un mondo.
Next, è un libro di novanta pagine, nato
dall'unione di quattro articoli che nell'ottobre del 2001, lo scrittore ha
pubblicato su La Repubblica. Sono una raccolta di pensieri, nati all'indomani
del G8. Rielaborati e presentati sotto forma di saggio, con il complemento
di pensieri aggiuntivi, per il piacere o forse la pretesa per chi acquista
il libro, di leggere qualcosa in più, rispetto a quanto già
letto sulle pagine del quotidiano. Se si ha un po' di confusione in testa,
sul concetto di "globalizzazione", non è comprando Next che
le lacune evaporano, al contrario
Devo essere sincera, come libro mi
ha deluso, mi aspettavo il vademecum della globalizzazione, qualcosa di frequente
e necessaria consultazione, un volume tascabile, da tenere in tasca contro
ogni evenienza
come l'aspirina, invece piuttosto che un prontuario,
mi ritrovo a sfogliare un libro per la preparazione ad un quiz televisivo,
con una variante
mancano le risposte!
Chissà, forse era più interessante
leggere il libro dell'autore esordiente, a prezzo ridotto, messo sullo scaffale
della libreria, vicino a quello di Baricco, piuttosto che un'operazione di
marketing.