Il morbo di Gian Ruggero Manzoni

 

Un giovane prete ha deciso di girare Rio de Janeiro raccogliendo le memorie di coloro che stanno morendo a causa della peste. Si siede al capezzale di questi moribondi, sfidando il contagio, e riporta dettagliatamente su un libro i loro racconti e quello che essi vogliono sia ricordato di loro. E' in questo modo che si troverà di fronte al secondo personaggio importante di questo libro.

Quet'ultimo è un italiano, che dopo aver partecipato ai moti di liberazione in patria (siamo nella prima metà dell'Ottocento), ha combattutto per la causa rivoluzionaria e per il riscatto sociale anche in Brasile. Colpito dalla malattia decide di far trascrivere le sue memorie, raccontando gli eventi e descrivendo i compagni del suo viaggio di vita e di rivoluzione.

Tutto il romanzo si gioca quindi in una stanza dove si trovano un moribondo, cui è impossibile lasciare il proprio letto per motivi fisici, ed un prete, che sceglie di non andare via perchè deve tener fede alla sua missione.

I due personaggi sembrano molto diversi all'apparenza: l'uno è un rivoluzionario ateo e ricercato, l'altro un prete motivato dalla fede e dai valori cattolicii. In realtà, essi sono legati indissolubilmente dal terzo personaggio presente nella stanza: la malattia. La forza con cui l'italiano continua a lottare di fronte al morbo, così come ha fatto in tutta la sua vita, dedicata con fervore alla causa della libertà e del riscatto sociale, si riflette nella fede del religioso, che si sente investito quasi da una missione santa per cui è pronto a rischiare la vita, pur di narrare le vite degli altri. Idue si legano pian piano tra loro, creando un'intimità forte ed intensa, che li cambia anche come persone nel loro modo di pensare.

Ho trovato questo libro molto forte, per i temi che vengono proposti, che sono importanti ed essenziali allo stesso tempo. La malattia, come premonitrice di morte, diventa il simbolo di una condizione esistenziale, guidata dalla continua resistenza e lotta, nella ricerca della verità e dell'essenza della vita.

Oltre che per i temi trattati ho apprezzato molto lo stile di scrittura del romanzo, soprattutto per quanto riguarda la scelta di creare un'unità di dialogo tra due personaggi su cui si articola tutta la storia, in cui si innestano però altri personaggi ed eventi. Mi ha ricordato Le Braci di Sandor Marai, romanzo nel quale in modo simile una sorta di lungo monologo rivolto ad un unico ascoltatore diventa il perno della storia.

Nel libro non mancano inoltre alcune trovate originali -delle vere e proprie perle narrative- come la presenza nella stanza di un uccellino, che lascia pensare al simbolo dell'ultimo fiato di vita dell'italiano (tanto che alla sua morte volerà via).

Se il libro vi incuriosisce, visitate il sito di Gian Ruggero Manzoni (www.gianruggeromanzoni.it), è davvero interessante e descrive un artista davvero a tuttotondo.

L'autore segnala che il ricavato delle vendite di questo libro sarà interamente devoluto alla Associazione Crohnisti (persone affette dal morbo di Crohn). Potete trovare informazioni riguardo a questo sul sito: www.crohnisti.com.

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