Ardea Imperfecta di Massimo Venturini
Questo è il primo romanzo di Massimo Venturini.
Non può certo essere definito un libro facile, leggero, di semplice
interpretazione. La scrittura di Venturini è densa, profonda e, in
molti passaggi, si trasforma in puro esercizio di stile, ma mai fine a se
stesso. Non ci sono parole facili, frasi che scorrono piane e poco incisive.
Tutto è portato alla riflessione, al soffermarsi sulla singola parola
per tentare di capirne il significato o l'allusione.
Questo romanzo parla d'amore. Ma non solo. Parla di morte, dello scorrere
del tempo, di vita, di emozioni provate, di immagini che attraversano la testa.
Venturini parla di questi temi con delicatezza, senza mai lasciarsi trasportare
dalla retorica, riuscendo a conferire alla sua prosa originalità e
profondità.
Possiamo assimilare lo stile dell'autore a quello poetico. Leggere questo
romanzo è come leggere una lunga poesia in forma di narrazione.
Quello che sorprende è la facilità nel passare dalla realtà
al sogno, dal tangibile all'immateriale. E' uno dei segni distintivi di Venturini
che riesce ad architettare situazioni e immagini che travalicano la linea
di demarcazione del "qui e adesso" per arrivare in un "altrove"
sempre diverso e inaspettato.
La giovane età dell'autore mi ha sorpreso. La cultura che traspare
da questo libro è sintomo di studio e approfondimento; la facilità
con cui plasma la lingua e le parole traduce una sensibilità e una
vivacità intellettuale fuori dal comune.
Massimo Venturini è nato nel 1967 a Rimini. Entrato in seminario, ed ordinato prete nel 1993, dopo un prolungato percorso interiore ha abbandonato, nel 2000, il sacerdozio.
Massimo Venturini, Ardea Imperfecta, Editrice Clinamen, Firenze 2002.
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