Acque di colori di Carlo Tomatis

 

Un salto temporale di appena sette anni -il romanzo è infatti ambientato nel 2010- permette all'autore di creare una cornice storica che, per quanto ricostruita con estremo realismo, agli occhi del lettore assume contorni surreali, a tratti apocalittici.


Un'Italia irrimediabilmente corrotta sin nel cuore del suo apparato istituzionale; un cancro sociale -la droga- subdolo e dilagante; una recente legge antiproibizionista che fornisce una soluzione solo apparente: ecco lo sfondo in cui si svolgono le desolate esistenze dei due protagonisti, Jacopo e Benedetta, uniti da quello che ormai è solo il ricordo del loro amore giovanile, lentamente trasformatosi in una insofferente amicizia.


Ma il romanzo fornisce almeno tre percorsi di lettura, a ognuno dei quali corrisponde un diverso registro linguistico: l'inchiesta giornalistica di Jacopo, che indaga su una morte eccellente, dietro cui si celano inquietanti giochi di potere; qui il linguaggio si fa asciutto e stringato, adeguandosi alle cadenze del parlato. Assume toni intimistici, invece, quando ci introduce nell'infanzia e nell'adolescenza di Jacopo -quasi un piccolo "romanzo di formazione" dentro il romanzo- o quando ripercorre le tappe della storia d'amore dei due protagonisti, alla fine schiacciata dalle loro personali meschinità e dalla progressiva spersonalizzazione cui la società li ha costretti.


In questo arido contesto, si staglia, sorgente pura e risanatrice, l'amicizia tra Jacopo e Umberto, emblematicamente rappresentata dall'agone poetico di cui i due compagni sono gli unici contendenti e giudici. E' qui che il linguaggio assume le valenze più sincere e riuscite:

"Tu, abbandonati con me,
Non cercare di fermare la piena
Noi siamo soltanto una parte
Insignificante
Altro si realizza all'Infinito:
Giochi di luce, acque di colori
Continui vortici nascono e muoiono
Piccole gioie, piccoli dolori"

Stupisce la coerenza con cui Carlo Tomatis, che qui per la prima volta si cimenta col romanzo, ha saputo tessere le fila di una struttura narrativa così articolata e complessa, senza tra l'altro rinunciare a un linguaggio scorrevole e incisivo.

Carlo Tomatis, Acque di colori, Editrice Clinamen, Firenze 2002.


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