POESIA


Vita 

opere

Nazim Hikmet

 Nato a Salonicco nel 1902

Cresciuto in una famiglia aristocratica turca
Studia al liceo Galataseray di Istanbul e all’Accademia di Marina
 Influenzato dalle opere di Yaya Kemal, Tevfig Fikret e Mehmed Emin
1920: scappa in Anatolia, dove fa il maestro; segue il partito di liberazione di M.Kemal
1921: scoperto il marxismo va a Mosca, dove frequenta l’Università Comunista dei Lavoratori d’Oriente
1928: ritorno clandestino in Turchia
1938: condannato a 28 anni di carcere per idee politiche comuniste

1950: esce di prigione; vive ad Istanbul sotto il controllo della polizia;

dopo qualche mese decide di tornare in Unione Sovietica

Muore a Mosca nel 1963.

 

"Anche questa mattina mi sono svegliato

e il muro la coperta i vetri la plastica il legno

si son buttati addosso a me alla rinfusa

e la luce d’argento annerito della lampada"

EDIZIONI ITALIANE

Ma è mai esistito Ivan Ivanovic? (Einaudi, Torino, 1957).
Poesie. (Edizioni Avanti!, Milano-Roma, 1958).
Teatro. (Ibidem). 
In quest’anno 1941. (Lerici, Milano, 1961).
La conga di Fidel. (Lerici, Milano, 1961).
Poesie d’amore. (Mondadori, Milano, 1963).
Poema dal carcere. (Accademia, Milano, 1971).

"La vita non è uno scherzo.

Prendila sul serio

   Come fa lo scoiattolo, ad esempio,

senza aspettarti nulla

   dal di fuori o dall’aòldilà.

Non avrai da fare altro che vivere"


          L’incontro con Hikmet è un incontro con un mondo incredibile. È un poeta delle passioni: l’amore per la donna, l’amore per la sua terra, per i suoi ideali.

             Nonostante nelle sue poesie tratti temi così grandi ed importanti, non troverete nei suoi versi un lessico specificatamente poetico, né tantomeno parole complesse o metafore ricercate.

             Troverete le vostre parole, quelle che usate ogni giorno, combinate però con una sensibilità e semplicità magistrali.

             È bello leggere Hikmet perché si capisce di cosa parla, si capiscono le parole che usa, ed è praticamente impossibile non immedesimarsi nelle emozioni che descrive.

             Tre sono i temi fondamentali della sua opera.

             Il più comprensibile e conosciuto è l’amore per la sua donna, Munevver, che è stato costretto a lasciare per scappare da Istambul. La passione amorosa è presente in tutte le sue poesie: come attaccamento alla bellezza della vita, visibile nella bellezza della donna; come amore per la dolcezza e la forza della propria compagna; come amore per il figlio, cui dedica una poesia bellissima (Forse la mia ultima lettera a Mehmet, 1955).

            Un altro tema determinante nelle poesie di Hikmet è l’amore per la propria terra, per la bellissima Istambul. Queste terre vengono descritte attraverso le cose di ogni giorno, la quotidianità rubata, con un velo di costante nostalgia. Chi scrive è infatti un uomo lontano, costretto ad abbandonare i luoghi della propria giovinezza, esiliato o imprigionato.

            E infine, nelle poesie di Hikmet è fondamentale l’impegno politico, l’agguerrimento verso un regime vissuto come usurpatore della libertà del proprio popolo. Tale ideale di libertà trova spazio in particolare nelle poesie scritte alla moglie dal carcere.

           Da tutto questo emerge la figura di un uomo coraggioso ed attaccato alla bellezza della vita. Un uomo forte, ma nello stesso tempo passionale, vivo, cui non mancano momenti di nostalgia, tristezza e sconforto.

A cura di Silstar

silstar@supereva.it


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SITI INTERNET DOVE POTER TROVARE INFORMAZIONI SU NAZIM HIKMET:


"Le sei del mattino.

Ho aperto la porta del giorno e ci sono entrato

Ho assaporato

L’azzurro nuovo nelle finestre

Le rughe della mia fronte di ieri

Sono rimaste sullo specchio"

 

 

 

"Le sedie dormono in piedi

    anche il tavolo

il tappeto sdraiato sul dorso

    ha chiuso gli arabeschi

lo specchio dorme"