Come stanno gli italiani
I dati di vendita dei libri nel 2002
La domanda da un milione di dollari che ora si pone, come direbbe
qualcuno, è:
possiamo capire, o almeno cercare di intuire, come sta il nostro Paese
scorgendo il bilancio 2002 delle vendite dei libri? Insomma senza scomodare
il Censis oppure l'Istat, che puntualmente ogni anno ci danno la fotografia
reale della nazione, possiamo capire dai dati di vendita nelle librerie a
che punto l'italiano medio si trova in questo nuovo secolo appena nato, dove
avvenimenti cruenti e significativi si succedono così velocemente?
Se è vero come recita un vecchio slogan 'dimmi cosa leggi e ti dirò
chi sei' da questi dati possiamo ricavare informazioni tali da farci supporre
che dopo tanti continui accadimenti, che vanno dall'11 settembre alla questione
israelo-palestinese, dall'attacco terroristico in Russia alla crescente minaccia
di nuova guerra in terra irachena, dalla questione ambientale ai no global,
dalle manifestazioni spontanee dei girotondini alla richiesta di un nuovo
modo di fare politica, dalla grave situazione economica mondiale al crescente
dilemma della fame nel mondo, e via dicendo, si possa capire se l'italiano
chiede maggiore informazione o preferisca piuttosto chiudere gli occhi cercando
nel libro evasione oppure consolazione.
A parer mio la richiesta di libri non è quasi mai casuale, il più
delle volte è dettata da un bisogno ad una risposta che viene dall'esterno,
qualunque essa sia. Per questo motivo assistiamo in certi periodi ad una fiorente
vendita di libri di saggistica e narrativa d'autore, in altri momenti all'esplosione
di fenomeni di pura evasione rappresentata dai libri di comici di tutte le
risme. Non a caso.
I dati di cui disponiamo sono ottimistici prima di tutto poiché
in Italia in questo anno appena trascorso i conti degli editori per la prima
volta non sono in rosso. In controtendenza ad altri paesi europei e non
sia le grandi case editrici che le piccole segnano a loro vantaggio incrementi
di vendita che vanno da un più 3,6% della Mondadori ad un più
10% della Rizzoli, Feltrinelli, Longanesi, Adelphi, e per continuare da un
più 15% della Guanda, più 46% di Ponte alle Grazie fino ad un
positivo 140% della Salani.
Dunque già da questo si ricava un prezioso dato che ci segnala un chiaro
bisogno d'informazione, evasione, intrattenimento ed approfondimento.
Per avere un quadro d'insieme più soddisfacente non ci resta che gettare
uno sguardo sul resoconto finale elaborato da uno dei più attendibili
istituti di statistica del settore come il Markam che per il settimanale Tuttolibri-La
Stampa fornisce i suoi preziosi servigi.
Quello che già dall'inizio salta agli occhi è la vendita
di saggi che muovono dall'attentato alle Twin Towers al fenomeno dilagante
del terrorismo di matrice integralista, per arrivare ad una critica generale
sulla globalizzazione, l'imperialismo, la guerra afgana e quella imminente
in Iraq. Dunque la sensibilità del lettore è catturata maggiormente
dal libro della Fallaci: 'La rabbia e l'orgoglio', campione assoluto in libreria,
che tante polemiche ha suscitato tanto da portare in evidenza un altro libro
scritto da Terzani in polemica con l'autrice toscana: 'Lettere contro la guerra'.
Di seguito altri libri su questa falsariga hanno mietuto notevoli consensi
come i due libri del medico d'Emergency Strada: 'Pappagalli verdi' e 'Buskashi',
'La guerra infinita' del giornalista Giulietto Chiesa, 'La menzogna dell'impero'
del maggior saggista politico statunitense Gore Vidal, cui s'affianca 'L'incredibile
menzogna' di un altro americano come Meissan e 'Impero' scritto a due mani
con Hardt e Toni Negri. Per proseguire sullo stessa filone impegnato vanno
ricordati saggi che auspicano una nuova concezione dello sviluppo per una
diversa globalizzazione come il 'La globalizzazione e i suoi oppositori' di
Stiglitz e 'L'economia all'idrogeno' del guru dei No-global Jeremy Rifkin.
Per completare il settore saggistica spinto dalla grande richiesta d'approfondimento
sulle materie che abbiamo visto segnalo autori che si sono occupati di faccende
più interne al nostro paese come Giorgio Bocca con il suo 'Piccolo
Cesare'( un saggio sulla nuova era berlusconiana), ed a seguire i vari Biagi,
Stella, con il suo saggio sugli extracomunitari: 'L'orda', Bruno Vespa, Alberoni,
Severgnini, Serra, Veltri, Deaglio e Marcello Veneziani, fine intellettuale
che dalla sua posizione rivendica un ruolo nobile agli intellettuali della
destra: ' La cultura della destra'.
Il 2002 appena trascorso tuttavia non è stato solo questo ma ha visto
consolidarsi una narrativa d'autore con numerosi romanzi molto interessanti.
La folta pattuglia vede premiati molti italiani come la Mazzantini con il
suo 'Non ti muovere', di cui presto avremo la versione cinematografica, gli
esordienti Faletti con 'Io uccido', e 'La Mennullara' di Simonetta Agnello
Hornby. Ottimi riscontri anche per l'ultimo Baricco, Manfredi, De Carlo, Ammanniti,
Benni e Bevilacqua. Folta la pattuglia sudamericana che vede il grande ritorno
di Marquez: 'Vivere per raccontarla', seguito dai libri della Allende e la
cilena Marcela Serrano. Da segnalare come veri e propri eventi i romanzi,
non facili, di due esordienti statunitensi che ben ci fanno sperare sulla
sorte del Romanzo, dato per spacciato da molti critici e studiosi letterari,
'Ogni cosa è illuminata' di Jonathan Safran Foer e 'Le correzioni'
di J. Franzen.
Per quanto riguarda la narrativa fantastica, genere che spazia dal romanzo
giallo, horror, fantascienza, fantasy ecc
qui troviamo i maggiori compiacimenti.
Nel romanzo giallo un autore come Camilleri, ormai una certezza nel settore,
non poteva mancare con il suo libro fortunatissimo 'La paura di Montalbano',
trainato dall'effetto televisivo di Zingaretti, anche se per la verità
non ne ha bisogno. Non si vive però solo del bravissimo autore siciliano,
lo stanno a dimostrare i successi dell'esordiente Faletti, che abbiamo già
visto, Scott Turow, John Grisham, King, Cornwell e Connelly. Mentre invece
per il genere fantasy continua a raccogliere i favori di tutti l'inglese Rowling,
creatrice di Harry Potter, che ormai da qualche anno intrattiene piacevolmente
un pubblico che va dagli otto agli ottanta anni. L'effetto cinematografico
ne ha maggiormente amplificato l'interesse tanto che l'uscita di ogni suo
romanzo è atteso come un appuntamento da non perdere. Possiamo dire
le stesse cose di John Ronald Reuel Tolkien, cui quest'anno corre il trentennale
della sua scomparsa, con in più che questo mirabile autore sta appassionando
i suoi lettori da mezzo secolo, se si considera che la sua opera maggiore
'Il signore degli anelli' ormai conta più di cinquanta milioni di acquirenti.
Anche qui il volano cinematografico è un valore aggiunto soprattutto
quando un film ne rispetta i contenuti e la passione dell'autore.
Per concludere non si può non menzionare il folto drappello di comici
che anche in libreria raccoglie il giusto riconoscimento. Questo fenomeno
non è recente, da vari anni libri di attori, cabarettisti e giù
di lì vanno a far compagnia agli autori di romanzi, saggi e quant'altro,
a volta senza nessun timore reverenziale e con giusto merito. Ricordo solo
per fare qualche nome la bravissima Litizzetto e la sua 'Principessa sul pisello'
, 'Il momento è catartico'di Oreglio, 'L'incontinente bianco'
di Giobbe Covatta oltre ai fortunati Luttazzi, Proietti, e Guzzanti.
Unica nota dolente quasi mai la poesia raccoglie proseliti, questo
genere vive ai margini del grande successo, anche quando gli anni di vendita
sono più fortunati di altri, coltivandosi un pubblico di nicchia in
un paese come il nostro che si vanta di essere una nazione di 'Navigatori,
poeti e santi'.
Resiste invece la fiction di evasione e semplice intrattenimento, che si rivolge
ad un pubblico con minori pretese coltivando un filone commerciale che vede
primeggiare il 'Wahlalla' di Clive Cussler, 'Le gazze ladre' di Ken Follet
ed i nuovi romanzi di Forsyth, Deaver, Clancy e Carter. Tuttavia a mio parere
il piacere di leggere e di informarsi non ha confini e non può avere
limiti, leggere ci rilassa, è vero, a volte ci aiuta a conoscere il
mondo e noi stessi. Tutto quello che le librerie ci offrono meritano pari
dignità, semmai se vogliamo recriminare qualcosa ci dobbiamo rivolgere
agli editori, chiedendo loro una migliore politica sui prezzi e sulla distribuzione,
poiché con l'avvento dell'euro anche in questo settore troviamo 'indicibili'
arrotondamenti che ci fanno male e ci offende, proprio per rispettare le ragioni
del leggere e quello che rappresenta in termini d'accrescimento, intrattenimento,
ma non solo.