COME L'ARABA FENICE: LA BIBLIOTECA D'ALESSANDRIA D'EGITTO RISORGE DALLE SUE CENERI.
Il 16 ottobre 2002 la nuova biblioteca d'Alessandria è
stata inaugurata, dopo un lavoro di ricostruzione che è durato più
di quattro anni; ma ripercorriamo passo - passo la storia di quella che è
stata e rimane la più importante biblioteca del mondo.
Alessandria d'Egitto fu fondata nel 332 avanti Cristo per volere d'Alessandro Magno. Dopo la prima vittoria presso il fiume Granico e la seconda ad Isso, contro i Persiani, Alessandro passò in Fenicia e raggiunse la città di Tiro; il più grande arsenale marittimo dell'Impero persiano: sette mesi di strenua resistenza, e poi la capitolazione dei Tirii. Successivamente, Alessandro si spinse verso l'Egitto, paese che da quasi due secoli giaceva sotto il dominio persiano e che si assoggettò spontaneamente al suo esercito. A memoria del suo nome, Alessandro fondò presso la foce occidentale del Nilo la città d'Alessandria. L'obiettivo principale d'Alessandro Magno fu la diffusione della cultura greca in Oriente; infatti, dopo aver conquistato l'Asia con la potenza delle armi, volle anche dominarla con la forza dell'arte e del pensiero. Purtroppo il condottiero non riuscì a vedere realizzato totalmente il suo progetto, perché morì otto anni dopo, ma lasciò in eredità ai suoi predecessori l'abbozzo della città.
Dopo la sua morte, il Regno d'Egitto, toccò in sorte ad una dinastia
straniera, quella dei Tolomei, di Macedonia, i quali regnarono rispettando la
religione, i costumi, gli usi, le tendenze e persino le classi egiziane. Essi,
infatti, si comportarono come se fossero stati re nazionali e si preoccuparono
di accrescere la prosperità e lo splendore del loro Stato. Sotto il loro
dominio, Alessandria, che era stata scelta a capitale del regno, diventò
il centro del commercio internazionale. Gli scambi marittimi si svilupparono,
a tal punto che Tolomeo I Sotere, fece erigere un enorme Faro, affinché
le numerose navi presenti nel porto, non si urtassero violentemente l'uno contro
l'altra. Per suggerimento del filosofo greco Aristotele, inoltre, fece costruire
ad Alessandria d'Egitto una biblioteca chiamata "Bruchium": questo
luogo doveva contenere la linfa del Sapere, fu proprio da questo amore sconfinato
per la conoscenza, che Tolomeo I mandò in giro per il mondo, i suoi uomini,
alla ricerca di tutto ciò che capitava loro sotto mano, che ritenevano
interessante. Il "Bruchium", che rimase la maggiore biblioteca d'Egitto,
ebbe sempre degli illustri bibliotecari: tra questi ricordiamo il grammatico
Aristofane di Bisanzio e il suo discepolo Aristarco di Samotracia; conteneva
più di settecentomila rotoli di papiro provenienti da tutto il mondo
conosciuto (Mediterraneo e Medio Oriente) con una predominanza della cultura
greca ed egiziana. Va ricordato poi, che Eratostene, "professore"
in Alessandria d'Egitto, più di duemila anni fa, senza neppure uscire
dai confini della propria patria, riusciva a misurare la circonferenza della
Terra. Scrisse di filosofia, di teatro e di poesia. Gli studi che lo resero
celebre furono quelli di matematica e di geografia. Tracciò, con una
discreta approssimazione, la prima carta geografica completa delle terre abitate
e, poiché era convinto della sfericità della Terra, sostenne la
possibilità di giungere dalla Spagna all'India navigando verso ovest.
I volumi erano collocati in nicchie nel muro, e contenevano il sapere di un'intera
civiltà da Omero in poi. L'esempio del padre fu seguito dal figlio Tolomeo
II. Sotto il suo governo, Alessandria diventò una fiorente città
cosmopolita, la più grande del mondo antico precedentemente al primato
imposto da Roma. Alessandria fu la culla della cultura metodologica (Euclide)
e dell'Astronomia (Aristarco di Samo), della cartografia geografica (Eratostene),
della medicina del sistema nervoso e circolatorio (Erofilo, Erasistrato). La
fine della biblioteca, ancora oggi, è avvolta nel mistero. Alcuni storici
sostengono che fu bruciata da Giulio Cesare, quando nell'incendiare la flotta
egiziana di Cleopatra, le fiamme si propagarono fino agli edifici vicini, avvolgendola
tra le fiamme. La maggior parte degli studiosi, però, attribuisce la
scomparsa definitiva della Biblioteca al patriarca d'Alessandria (ormai cristiana)
Teofilo, che avrebbe guidato di persona una folla di fanatici nella sua distruzione
totale, simbolo - per i cristiani - del mondo e del sapere pagano. In quest'episodio
emerge la figura di Hipantia, donna colta e intelligente, filosofa e di libero
pensiero, figlia del matematico Teone, ultimo conservatore della Biblioteca.
Un giorno fu tirata giù dal carro, da una folla di fanatici e bruciata
viva come una strega, nella Biblioteca, prima che fosse incendiata; un piano
ben congegnato, quindi, per cancellare definitivamente alcuni testi che a molti,
all'epoca, facevano paura per i propri contenuti.
Oggi la biblioteca è stata ricostruita, grazie al lavoro nobile d'operai,
alla fatica intellettuale d'architetti e ingegneri. I lavori sono iniziati nel
1995, dopo che nel 1989 una società norvegese (Snohetta) si è
aggiudicata il concorso internazionale per la progettazione dell'edificio. Il
progetto è costato oltre duecento mila dollari, è stato sponsorizzato
dall'UNESCO - l'Organizzazione Culturale delle Nazioni Unite e finanziato con
donazioni arrivate da tutto il mondo sotto forma di soldi, ma anche di libri.
L'edificio è collocato, là dove un tempo sorgeva l'antica Biblioteca,
precisamente nei pressi di Silsila. La Biblioteca s'ispira ad un sole illuminato
che sorge dal mare. I soffitti sono stati costruiti in alluminio anodizzato,
a prova d'incendio. La parte in vetro si affaccia a nord, così l'area
di consultazione è illuminata dalla luce del sole, pur non entrandovi
direttamente. La Biblioteca possiede più di un milione di testi scientifici,
un istituto per il restauro dei libri antichi, una scuola d'informatica, sale
per riunioni e congressi, un parcheggio sotterraneo. I volumi del Sapere sono
disposti su undici piani, per una superficie di 45.000 mq. Quattro piani sono
stati scavati nel sottosuolo, mentre sette convergono verso il cielo. I testi
tradizionali sono conservati nei piani inferiori, nei piani superiori sono disposte
le scienze moderne, l'hight-tech e le discipline spaziali. E' importante rilevare
la disposizione dei volumi, che simboleggia l'incontro tra il passato e il presente,
tra storia antica e moderna, quest'ultima sempre in evoluzione. All'entrata
due musei attendono i visitatori: il primo è dedicato ai quindici reperti
archeologici scoperti durante la realizzazione delle fondazioni, l'altro museo
è dedicato alle scienze moderne e precisamente all'evoluzione tecnologica.
La parete sud della Biblioteca è in granito, la pietra preferita dai
faraoni, con incisi i quattromila caratteri che rappresentano tutti gli alfabeti
del mondo. E' normale pensare che se la Biblioteca si fosse mantenuta integra
nei secoli, oggi si saprebbe qualcosa in più di quei popoli a noi quasi
sconosciuti.