Impariamo ad ascoltarli. Chi...? I bambini, gli adolescenti, gli adulti, i vecchi o chi? E Noi con chi possiamo parlare... ? Con una parete bianca, con un anonimo vicino, con una puttana che pensa a incassare, con un prete pedofilo, con un capo che ti rutta parole sgradevoli, con qualche stronzo di amico che ti affossa invece di aiutarti, con dei genitori che non ti hanno mai compreso, con una donna stressata da un sesso che manca, da un uomo stressato dalle troppe tacche sulla cintura...perchè non riesce a fare sesso, insomma con chi devo parlare? Quattro sociologi strapazzati dai media vendono ricette per ogni stagione, pace all'anima di Sigmund tirato in ballo da cocainomani con il cervello all'ammasso, congrega di miseri fratelli tra piccole stanze buie e maleodoranti. Il colore dei soldi per quattro copie in più... di carta straccia. Manipolatori di casalinghe frustrate, messaggi presi a prestito da Tarriconi analfabeti, imbonitori, miseri chiromanti mercanti di un'arte morente, fuffa di parole per vendere il vostro non sapere. Impariamo ad ascoltarli. Chi...? I lavavetri che abitualmente vi spezzano i tergicristalli ai semafori o i politici arroganti, l'amante di vostra moglie o il fiorista sotto casa con i girasoli sempre appassiti, l'egoista invidioso e demotivato o l'artista fallito in cerca di una pagina di gloria, la mamma, il papà, la zia, la cugina, l'amica o il primo che passa per la via...? E noi con chi possiamo parlare sociologi del cazzo che non siete capaci di ascoltarci?
Berimbao
Osservo un vecchio passeggiare sulla riva del mare, un bambino dai riccioli d'oro corre zigzagando tra conchiglie scolorite da un sole cocente. Un gruppo di turisti goffamente vestiti e vociferanti molesta la quiete di quel luogo. Un gruppo di donne nere come l'ebano pulisce il pesce tra una cornice di palme. La spiaggia di Itapuà mi abbraccia e mi sorride, denti bianchi come la sabbia mi vengono incontro. Roberta mi raggiunge, lì l'avevo conosciuta e lì ci eravamo subito amati. Il ritmo di un berimbao accompagna la soave brezza, soffio dell'oceano su labbra screpolate e arse dal piacere. Mano nella mano raggiungiamo il primo chiosco per una sosta dissetante. Il ricordo delle letture di Amado ci trascina nella tipica "saudade brasileira", un cartellone pubblicitario di Ronaldo , uno che ha fatto i soldi all'estero..., il mito di un Brasile devastato dalla miseria dei suoi "favelanti", riprendiamo a passeggiare, un anfratto per un irrefrenabile momento d'amore, "dididi didin dididi didin.." suona il berimbao accompagnando il nostro amplesso come una danza tribale, la tipica capoeira , lotte e piroette...gioiamo sfiniti. Una luna schiacciata fa capolino, è ora di tornare in macchina per proseguire il cammino...Mi risveglio dolcemente... Itapuà , 12 ore di volo, un sogno che svanisce, la metropoli milanese, un'acqua sporca da bere, borghesia ricca ma ipocrita, perbenisti bigotti, egoisti vigliacchi e irresponsabili, serial killer a passeggio, rifiuti organici vestiti in doppio petto, cloni siliconati salutano il nuovo giorno... Al mio fianco c'è Roberta, l'abbraccio, "coraggio" le dico, la vita continua, abbiamo goduto di una meravigliosa vacanza, la sensibilità è un bene prezioso e una dote naturale, nessuno potrà mai privarcene...
Solitudini...
La donna si svegliò. Una delle tante donne che popolavano il mio talamo e le notti disperate di un povero ubriacone di mezza età."Che ore sono? " mi chiese, "E' ora che tu te ne vada a casa tua" gli risposi, le stesse risposte alle solite domande. Un bicchiere semivuoto mi fissa dal comò e implora ancora un goccio. Una tendina impolverata cela un pallido sole malato che a fatica chiede di entrare. Un'ambulanza sfreccia impazzita con il suo carico di dolore. La comoda 54 sbuffa al capolinea ed inizia la sua corsa a tappe. Il gatto saltella sul letto per reclamare il suo pasto.Una vecchia sveglia annuncia un nuovo giorno. Un tubetto oramai ridotto allo stremo e uno spazzolino spelacchiato aspettano inesorabili. La doccia è sempre più bollente e il bidet zampilla come una fontana. Un paio di fetidi biscotti insapori,incolori, inodori e scaduti si mescolano con un caffè altrettanto incolore, insapore e inodore. Una camicia lisa , un paio di jeans rattoppati e dei calzini da rammendare osservano da una sedia zoppicante. Davvero un gran bel risveglio! Ma sono vivo... "Sei ancora quì?", "Sparisci!" , "Cosa aspetti ad andartene?" Improvvisamente la donna inizia a piangere, la osservo, provo un senso di disgusto, compassione per me e per lei, per le nostre miserabili vite così piccole, così inutili. L'accompagno alla porta, mi guarda per l'ultima volta, accenno un saluto, passi si allontanano e affrontano i gradini. Urla improvvise mi ridestano dalla consuetudine, apro la porta , mi affaccio sulla tromba delle scale , la vedo , non piange più , un sorriso le circonda ora le labbra, mi guarda, occhi sbarrati ma...vivi! "Scusami", "Un topo mi ha sfiorata". Ritorno a casa, il mio stupido gatto gioca con una monetina, prendo un goccio di Daniels e riprendo a sopravvivere tra le mie povere cose...