Il contributo dei Carraresi al rafforzamento e al rinnovamento della cinta muraria di Padova è ancor oggi difficilmente definibile. Le cronache e la cartografia storica confermano l'innegabile impulso dato dalla Signoria all'ampliamento dell'originaria cortina muraria medievale in particolare attraverso lo sviluppo di un sistema articolato di fortificazioni, torri e porte. Comunque, sulla base dei più autorevoli studi inerenti la Padova carrarese, fu Marsilio I nel 1337 a dare inizio ai lavori di costruzione del tratto compreso tra le attuali Porta Saracinesca e Porta San Giovanni dando inizio anche all'edificazione di Porta Savonarola. Tra il 1339 e il 1359, Ubertino I prima e Francesco I il Vecchio poi, completarono l'intera cerchia restaurando tra l'altro il Castello ed erigendo a rinforzo di Porta Santa Croce una possente torre (distrutta poi nel 1632). La cinta fortificata voluta dalla Signoria, partiva dunque da Porta Saracinesca, passava per Porta San Giovanni, Porta Savonarola, Porta Codalunga, Porta Ognissanti, Porta Pontecorvo, Porta Santa Croce e da qui si ricongiungeva nuovamente alla Saracinesca. A seguito di questa espansione la città circondata dal "nuovo" e più grande cerchio murario finiva per essere divisa in cinque comparti: il primo dentro le vecchie mura medievali; il secondo che abbracciava la zona di Santa Croce; il terzo che costituiva la zona Portello-Ognissanti; il quarto la zona di Pontecorvo; il quinto la ampia "zona occidentale" tra il Castello e Porta Codalunga (si veda figura qui sotto di Vincenzo Dotto, allegata al volume di Angelo Portenari "Della felicità di Padova", Padova 1623).