All 'amico e grande maestro Giorgio Truffi
-
L'IMPORTANZA DELL'OROLOGIO BIOLOGICO NELLA MIGRAZIONE.
Uno degli aspetti
più affascinanti e misteriosi della natura, è la migrazione
degli uccelli.
Si pensa che
questi esseri (come del resto altri) usino per orientarsi il sole.
Ma esso non
è un punto di riferimento fisso e l'uccello deve sempre conoscere
l’ora del giorno, in modo da sapere la direzione geografica del
sole in quel momento.
Per tale informazione
usa il suo “orologio interno” che si riferisce al giorno solare.
Ma la direzione geografica del sole non è uniforme: in certe ore
la sua orizzontale (azimut) si muove più rapidamente ed in altre
più lentamente.
|
Giovani di Verdone - © Andy Brighton 2002 |
Mc Donald
dedusse dai suoi esperimenti che gli uccelli, come altri animali,
possiedano una bussola solare e tengano conto delle posizioni azimutali
del sole e dell'ora del giorno Inoltre essi,si avvalgono anche degli
astri e ciò fa pensare che debbano possedere anche bussole siderali.
Per l'orientamento
in base agli astri, Emien osserva che esso è collegato alla
rotazione della volta celeste. Sembra che gli uccelli allo stato
giovanile, per lo meno di certe specie come il Ministro
(Passerina cyanea ) appena sono in grado di vedere o di volare
osservino di notte le stelle, ne registrino i mutamenti e rilevino
quale parte del firmamento si muove di meno. Altre specie di uccelli
devono conoscere le costellazioni.
|
Pettirosso - (Erithacus rubecula) |
Secondo Wiltschko,
le Silvie imparano a conoscere costellazioni nuove più rapidamente
dei Pettirossi e forse confrontano più frequentemente le
informazioni magnetiche con quelle stellari.
Gli uccelli
possono migrare o ritornare a casa anche quando non sono visibili
i riferimenti del cielo, attraverso nebbia e tempeste e quindi orientarsi
nel tempo e nello spazio. Essi si avvalgono ancora del campo magnetico
terrestre, di cui sembrano misurare non la polarità ma l'inclinazione.
Allo stato attuale delle conoscenze, secondo Schmidt-Koenig, dei
tre riferimenti (solare, stellare, magnetico) il riferimento magnetico
è quello fondamentale.
E questi sono
i mezzi per mantenere la direzione giusta. Ma la navigazione (raggiungimento
della meta) con quali informazioni avviene? Gwinner e Wiltschko
compirono lunghissimi esperimenti su Silvie e Luì allo
stato giovanile, che isolarono completamente dal mondo esterno tenendole
a luce artificiale e a temperatura ed alimentazione costanti. Orbene,
questi uccelli come i loto simili in libertà, due volte all'anno
mostravano sintomi di muta e di irrequietezza migratoria.
I Beccafichi
divenivano irrequieti in agosto-settembre quando cioè i loro simili
in libertà, si accingevano nella Francia del sud ad attraversare
il Mediterraneo ed il Sahara in un volo senza sosta di sessanta
ore. In agosto-settembre ponendosi nella gabbia circolare sulle
sbarre disposte a Sud-Ovest indicavano la direzione S-W, ma all'inizio
di ottobre e cioè quando gli uccelli in libertà avevamo raggiunto
l'Africa ed il percorso era diretto a Sud, si ponevano sulle sbarre
rivolte a Sud.
I tempi di attività
registrati in laboratorio corrispondevano a quelli della lunghezza
del percorso. Questi esperimenti dimostrano che Silvie e Luì allo
stato giovanile migrano secondo piani innati programmati nel tempo
e nello spazio e sono regolati da orologi interni: a tempo debito
raggiungono il peso corporeo necessario, hanno informazioni programmate
sul cambiamento di rotta e sulla lunghezza del percorso quando l'attività
motoria è esaurita hanno raggiunto la meta. Nel periodo delle due
settimane precedenti la migrazione autunnale la Balia dal collare
impara a conoscere i luoghi di origine mediante un sistema di imprinting
di navigazione. Nello stesso tempo i giovani imparano a conoscere
i quartieri invernali (dove ritorneranno gli anni successivi) con
informazioni innate, mediante un imprinting che avviene nella prima
settimana dopo il loro arrivo. Non si sa quali fattori astronomici,
magnetici ecc. specifichino i quartieri di svernamento. Ma secondo
Gwinner e Perdeck, i giovani raggiungono le loro mete
con minore precisione degli adulti che hanno invece perfezionato
l'uso delle tre bussole con conseguenti correzioni della rotta.
L 'orologio
biologico è oggetto di recenti ricerche sia nel regno animale sia
in quello vegetale. Dallo studio dei processi ritmici di molte specie
di animali e piante sono emerse due teorie principali che si riferiscono
una all'orologio interno autonomo e l'altra all'orologio interno
governato da informazioni esterne.
I ritmi degli
organismi nell'habitat naturale sono di 24 ore e sono governati
dai cicli diurni luce-oscurità, dovuti alla rotazione della terra
attorno al suo asse.
I periodi però
non sono esattamente di 24 ore per cui vennero chiamati circadiani
(di circa un di). I ritmi biologici sono innati e non vengono modificati
dalla temperatura. Secondo Brown ci sono molti parametri
nell'ambiente che variano in parallelo con le oscillazioni atmosferiche,
come gravità, magnetismo terrestre, campi elettrostatici e radiazioni
dell'ambiente e più parametri di questi campi forniscono informazioni
agli organismi sia animali sia vegetali che permettono la temporizzazione
di questi ritmi. Un organismo collega così tenui proprietà geofisiche
caratteristiche di un dato punto dello spazio con la luce: queste
caratteristiche variano continuamente nel tempo con il giorno solare
e lunare, il mese e l'anno.
Se si ha la
fortuna di stare vicini a persone in stretto contatto con la natura
da generazioni, ci si rende conto che certe espressioni dei nostri
vecchi, hanno un significato che l'uomo rivede solo ora.
A proposito
di taluni uccelli migratori essi usano dire "all'Avemaria si chiamano
tra loro a gran voce e poi partono ". L'Avemaria indica la fine
del crepuscolo e alle nostre latitudini ciò avviene 37 minuti dopo
il tramonto, cioè quando il sole si trova 18 gradi sotto l'orizzonte.
Analogamente
le antiche regole di operare in luna crescente o calante sono probabilmente
collegate ai ritmi biologici degli organismi vegetali.
- ATTIVITA'
DI VOLO E CANTO ED OROLOGIO BIOLOGICO.
Non esistono
uccelli ad attività esclusivamente diurna o notturna. L'attività
degli uccelli diurni viene interrotta da pause di sonno o riposo
anche lunghe. I canori diurni cercano il cibo ai mattino e al pomeriggio.
Poco prima di
mezzogiorno e alla sera si dirigono ai posti dove possono trovare
l'acqua mentre durante il mezzogiorno riposano o dormono fino a
due ore. Questo schema secondo Stiefel è solo approssimativo
perché esistono variazioni fra le specie, fra gli individui e fra
i giorni. Aschoff e Wever abbozzarono delle regole,
sul risveglio e riposo degli uccelli per la cui verifica chiesero
la collaborazione degli ornitologi. Le riportiamo parzialmente,
perché ci sollecitano ad osservare meglio gli uccelli sia allo stato
libero sia in cattività.
Regola 1):
L'inizio dell'attività
mattutina avviene (in media nel corso dell'anno) con intensità di
luce inferiore rispetto a quella cui avviene la fino dell'attività
della sera. A questa regola verificata per molti uccelli fanno eccezione
gli avvoltoi.
|
Parus caeruleus |
Regola 2):
Quanto più presto
un uccello si sveglia al mattino tanto più tardi va a dormire la
sera. Lo Zigolo giallo, fra i fringillidi è uno dei più mattinieri
e va a dormire anche più tardi. Invece lo Storno è uno degli
uccelli che si sveglia più tardi e va a riposare prima della maggior
parte degli uccelli.
Regola 3):
I maschi delle
specie diurne si svegliano prima delle femmine e vanno a dormire
più tardi. Questa regola venne confermata per Cince, Passeri
e Passero cantore.
Regola 4): Per
le specie diurne i tempi li inizio dell'attività al mattino presentano
un ambito li variazione interiore rispetto a quello della fine dell'attività
alla sera. Assistendo infatti all'interessantissimo spettacolo dell'involo
degli storni svernanti dal posatoio al mattino, vediamo che questo
dura all'incirca mezz'ora, mentre il rientro alla sera dura sempre
più di un'ora.
Regola 5):
Nel corso di
un anno, a latitudini differenti le intensità luminose che determinano
l'attività di volo o il canto, hanno un ambito di variazione inferiore
al mattino che alla sera. Queste regole vcnnero dedotte da Aschoff
e Wever in base al ciclo diurno luce-oscurità la cui durata
è di 24 ore.
L'attività
di un uccello avviene secondo un ciclo analogo in cui l'attività
è governata dall'orologio biologico, ma viene sincronizzata con
la lunghezza del giorno. Il ciclo spontaneo delle varie specie di
uccelli esaminate, varia secondo Schultz e coll. fra 23 e
28 ore: quello dello Storno è di 23 ore per cui dopo sei giorni
il suo orologio verrebbe anticipato di 6 ore. Questo fatto venne
confermato sperimentalmente tenendo gli stomi a luce e temperatura
costante per vari giorni: essi si svegliavano sempre con maggior
anticipo e quando vennero posti in condizioni di luce normali impiegarono
vari giorni per sincronizzare di nuovo il loro ciclo.
Per determinare
la differenza fra ciclo diurno e orologio biologico di un uccello,si
considera il punto di mezzo del giorno, cioè mezzodì, e il punto
di mezzo della attività della specie osservata. Se un uccello si
sveglia al mattíno con la stessa intensità luminosa con cui va a
dormire la sera il punto medio della sua attività coincide con le
ore 12 e i due cicli o i periodi sono sincronizzati.
In realtà il
punto medio di attività degli uccelli si trova un po' prima delle
12 anche se nel corso di un anno si osservano delle differenze.
La luce fa accelerare e il buio fa ritardare l'orologio interno
per cui in inverno il punto medio di attività può anche trovarsi
dopo le 12.
Inoltre il giorno
al Nord è più lungo d'estate e più breve d'inverno che non al Sud
L'orologio interno è soggetto però a variazioni dovute a differenti
soglie di sensibilità, a stimoli luminosi, alle possibilità di alimentazione,
all' allevamento dei nidiacei, alla necessità di sonno ecc. Il tempo
di involo più breve al mattino può spiegarsi con lo stimolo della
fame e il periodo più lungo alla sera per il rientro con le necessità
alimentari dei singoli individui che si attardano laddove possono
ancora trovare da nutrirsi.
|
Fringuello (Fringilla coelebs ) |
Altri fattori
sono le condizioni del tempo, la temperatura, il pericolo di Rapaci
ecc. Le manovre aeree degli Storni alla sera, il raccogliersi
di Zigoli e Fringuelli su alti alberi, la ricerca
di posti intermedi per i corvidi servono alla sincronizzazione.
Le segnalazioni acustiche rivestono particolare importanza, per
esempio il ripetuto " tiks tiks " del Merlo al crepuscolo,
lo strepitare dei Passeri e il sommesso ma chiaro " tic tic
" del Pettirosso. Gli uccelli diventano irrequieti già nel
pomeriggio, come per un istinto, anche se ogni uccello possiede
già un posto fisso per passare la notte.
Il risveglio
degli uccelli avviene per influssi esterni o perché hanno già dormito
abbastanza. Dopo il risveglio spontaneo occorre un po' di tempo
perché l'uccello sia attivo.
A poco a poco
si desta, fa la pulizia, inizia i richiami o vola sugli appostamenti
per il canto. Anche il canto segue un ritmo biologico.
L'ora in cui
ogni specie inizia a cantare dipende dalla stagione, dal tempo,
dalla latitudine, ma la successione dei tempi di inizio delle singole
specie è sempre la stessa.
Per esempio:
Ore
3.50 |
Codirosso |
" 4.10 |
Merlo |
" 4.20 |
Pettirosso |
" 4.20 |
Cinciallegra |
" 4.45 |
Scricciolo |
" 4.50 |
Fringuello |
" 5.10 |
Verdone |
" 5.25 |
Verzellino
|
" 5.50
|
Storno |
6.10 |
Ballerina |
I ritmi biologici
vennero osservati già nell'antichità, ma lo studio sistematico delle
capacità di un organismo di conoscere il tempo e di possedere quindi
l'orologio biologico venne ripreso circa cinquanta anni fa e molto
rimane ancora avvolto nel mistero.
BIBLIOGRAFIA
Aschoft
1., Wever R. - J. Ornit., 103, 2, 1962
Brown
F.A. - The Biological Clock, Acadernic Press, N.Y., 1970
Emlen
S.T. - Auk, 83, 361, 1966
Gwinner
E., Wiltschko W - J. Comp. Physiol., ETL, 267, 1978
Martelli
C. - R.I.O., 46, 172, 1976
Mc Donald
D.L. - Animal Orientation and Navigation, Nasa SP 262, U.S. Gov.
Printing Office, Washington D.C., 1972
Schmidt-Konig
- Avian Orientation and Navigation, Academic Press, London, 1979
Schuz
E. - Grundriss der Vogezugskunde, Verlag Parey, Berlin, 1971
Stiefel
A. - Ruhe u. Schlaf bei Vogeln, Neue Breh~m Bùcherei, Luterstadt,
1979.
|