Circa 55 milioni d'anni fa, fecero la loro comparsa sulla terra. Gli Anatidi (Anatidae ) sono una famiglia dell'Ordine degli Anseriformi (Anseriformes); come in altre specie e secondo la classificazione tassonomica, questa famiglia è ulteriormente suddivisa in tre sottofamiglie e cioè: Anseranatinae, Anatinae ed Anserinae . La sottofamiglia Anatinae, è suddivisa a sua volta in tribù ed ancora in genere (ad esempio negli Anatini, uno dei generi è costituito dal genere Anas). In quest'ottica, si inseriscono anche i nomi comuni assegnati agli Anatidi per la distinzione comune come “oca” ed “anatra”. Quali sono, entrando nello specifico, le caratteristiche salienti di queste specie? Ovviamente la più evidente, è quella di avere un apparato propulsivo molto potente, grazie agli arti inferiori corti e robusti muniti di zampe palmate. Infatti, oche ed anatre, non hanno un decollo immediato dalla superficie dell’acqua, ma hanno bisogno di acquisire velocità pressoché rapida per sfuggire al pericolo. Un’altra caratteristica osservabile immediatamente è la presenza di un becco piatto e massiccio munito di sottili lamelle interne, che consente all’animale di filtrare e trattenere il cibo (di solito vegetazione palustre o piccoli invertebrati) di cui si nutre. La lunghezza del collo, varia in base al modo di alimentarsi: Le oche ad esempio, quando sono in acqua “pescano” sul fondo, a volte filtrando la fanghiglia; a tal fine, essi necessitano quindi, di un collo più lungo. Per le anatre invece, esiste un’altra distinzione, a secondo delle abitudini di alimentarsi sull’acqua o in immersione. Avremo pertanto, anatre di fondo e di superficie. Un’altra caratteristica saliente degli Anatidi è quella di avere il piumaggio idrorepellente, grazie al grasso secreto da una glandola posta sotto la coda, chiamata uropigio. Il grasso è spalmato con molta cura tramite il becco, e questa operazione occupa buona parte della giornata in quanto com’è ovvio, vivendo in un ambiente acquatico si rende giocoforza necessaria una buona impermeabilizzazione del piumaggio.
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Vediamo scendendo nello specifico, la distinzione fra gli Anatidi. Anatre di fondo: A questa categoria appartengono gli Aythyini o anatre tuffatrici, che sono: moriglione (Aythya ferina) moretta (Aythya fuligula) moretta dal collare (Aythya collaris) moretta tabaccata (Aythya nyroca) moretta grigia (Aythya marila) Anatre di superficie: Le anatre di superficie, (Anatini), sono rappresentate dalle seguenti specie: germano reale (Anas platyrhyncos) fischione (Anas Penelope) fischione americano (Anas americana) codone (Anas acuta) alzavola (Anas crecca) canapiglia (Anas strephera) marzaiola (Anas querquedula) mestolone (Anas clipeata) alzavola asiatica (Anas formosa) marzaiola americana (Anas discors) Una menzione a parte, meritano i Mergus (gli Smerghi). Del tutto simili ad un’anatra, si differenziano per il becco che si presenta seghettato.
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Le oche: A questo termine identificativo generico, appartengono le due sottofamiglie Anser e Branta. Branta: oca facciabianca (Branta leucopsis) oca collorosso (Branta ruficollis) oca del Canada (Branta canadensis) oca colombaccio (Branta bernicla)
Anser: oca lombardella (Anser albifrons) oca lombardella minore (Anser erythropus) oca granaiola (Anser fabalis) oca zampe rosa (Anser brachyrynchus) oca delle nevi (Anser caerulescens) oca selvatica (Anser anser) oca imperatore (Anser canagicus) oca a testa barrata ( Anser indicus) Cereopsis: oca cereopside (Cereopsis novaehollandiae) Cignopsis: oca cignoide selvatica (Cygnopsis cignoides) Chenonecta: oca arborea Australiana (Chenonetta jubata) Nesochen: oca delle Hawaii (Nesochen sandvicensis) Alopochen: oca del Nilo (Alopochen aegyptiacus) Chloephaga: oca di Magellano (Chloephaga picta) oca testa grigia (Chloephaga poliocephala) oca testa rossa (Chloephaga rubidiceps)
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I cigni: Questi meravigliosi Anatidi, appartengono alla sottofamiglia Cygnus e Chenopsis. Cygnus: cigno selvatico (Cygnus cygnus) cigno reale (Cygnus olor) cigno trombettiere (Cygnus buccinator) cigno minore (Cygnus bewichii) cigno collo nero (Cygnus melonocorypha) Chenopsis: cigno nero (Chenopsis atrata) |
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Denominate popolarmente anatre-oche, un’altra sottofamiglia è costituita dalle Valpoche (Tadorna tadorna) e dalle Casarche (Tadorna ferruginea). | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Dendrocigna: dendrocigna fulva (Dendrocygna bicolor) dendrocigna tuffatrice (Dendrocygna arcuata) dendrocigna Indiana (Dendrocygna Javanica) dendrocigna faccia bianca (Dendrocygna viduata) dendrocigna beccorosso (Dendrocygna autumnalis)
Melanitta: Denominati orchetti marini, appartengono a questa sottofamiglia: orchetto americano nero (Melanitta nigra) orchetto fronte bianca (Melanitta perspicillata) orchetto ala bianca (Melanitta fusca) Aix: Anatre ornamentali di inaudita bellezza, visibili spesso nelle forme domestiche in parchi e giardini, appartengono alla sottofamiglia Aix: anatra mandarina (Aix galericulata) anatra sposa (Aix sponsa) Somateria: Belle e variopinte, sono meglio conosciute come edredoni edredone (Somateria mollissima) edredone dagli occhiali (Somateria fischeri) re degli edredoni (Somateria spectabilis) edredone di Steller* (Polysticta stelleri) * *Quest’ultimo (Polysticta stelleri), è stato inserito degli uccelli più vulnerabili dal 1996 come popolazione in declino (IUCN), ed è protetta dalle Convenzioni di Bonn (appendice II) e Berna. Negli ultimi 30 anni, la popolazione mondiale di Steller, ha purtroppo avuto un decremento di quasi il 50% . Dai dati riscontrati; da una stima a partire dagli anni ’70 (450.000 individui), si è arrivati a circa 200/250.000 individui con un delta negativo così suddiviso: Europa: -40.000 Asia est: -30.000 Nordamerica: -150.000
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Purtroppo il dato allarmante del declino delle popolazioni di edredoni di Steller in alcune aree del Nordamerica, sembra continuare, mentre è sensibilmente ridotto il dato asiatico. Quello Europeo è confortante, in quanto da dati relativamente recenti appare stabile ed in alcune aree addirittura incrementate. La ragione di tale declino è ancora quasi del tutto sconosciuto, da studi effettuati le cause sembrerebbero dovute alla scarsa sopravvivenza in ambienti ostili da parte degli adulti, sparizione degli habitat naturali, caccia indiscriminata, predazione dei piccoli e delle uova, diminuizioni degli accoppiamenti per cause d’inquinamento. | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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La moretta tabaccata. Come sappiamo, la stagione riproduttiva nell'Europa centrale ha inizio mediamente a fine aprile e prosegue fino alla prima metà di giugno. Nella nostra penisola i dati dei censimenti hanno evidenziato che le ovo-deposizioni sono state più precoci, e si sono verificate nella ultima decade di aprile. Alcune addirittura più tardive, (tutto maggio e prima settimana di giugno). Si ha una sola deposizione l'anno, eventualmente seguita (in caso di distruzione della covata) da una seconda di sostituzione. Generalmente sono deposte dalle sei alle nove uova (raramente si va oltre), che vengono incubate dalla sola femmina. Il nido è costruito vicino ai bordi dell'acqua, nascosto dalla vegetazione palustre (tife, cannuccia di palude etc.). Talvolta è posto direttamente sull'acqua ed in tal caso è una struttura bassa formata da porzioni di canne, foglie ed erbe, altrimenti è una concavità del terreno abbondantemente rivestita con vegetali, penne e piumino in ciuffi grigio-brunastri con parte centrale e apici più chiari. Solo la femmina accudisce alla prole. Per quanto concerne il successo riproduttivo, su 14 coppie seguite in Italia si è calcolata una media di quasi 8 pullus per coppia . La Moretta tabaccata, si nutre prevalentemente di materiale vegetale: radici e parti di piante acquatiche (Potamogeton, Ceratophyllum, Chara, Lemna).Esse sono prelevate dal fondo con esilaranti immersioni, totali o parziali (up-ending) per cui la moretta come altri anatidi di superficie rimane con la testa immersa e la coda ritta in aria, remigando vertiginosamente con le zampe palmate in modo molto buffo. Alla dieta di cui sopra, la moretta aggiunge invertebrati acquatici (insetti, crostacei, vermi e piccoli molluschi), piccoli pesci, a volte anfibi. La principale causa del decremento della specie in Europa e nell'Africa settentrionale è rappresentato dalla scomparsa delle aree umide adatte ad accoglierla: il drenaggio e la bonifica di tali territori, vengono considerati responsabili della scomparsa di numerose popolazioni occidentali e della drastica diminuzione di molte aree di nidificazione nei Paesi dell'Europa orientale (in Grecia più del 60% delle zone umide è stato prosciugato durante il secolo attuale [Finlayson et al., 1992]). A questo si è aggiunto anche un inaridimento del clima nell'Europa centrale che ha determinato la sparizione ed il deterioramento di molti ambienti acquatici (Krivenko, 1991). Nonostante Aythya nyroca sia considerata specie protetta, purtroppo ancora oggi, atti di bracconaggio causano perdite notevoli in Grecia ed Italia. Periodi ricorrenti di siccità causano inoltre grossi problemi alle Morette tabaccate che svernano in Africa, dove la diminuzione d' aree umide determina tra l'altro, l'aumento della pressione antropica sulle aree rimanenti che diventano così quasi inutilizzabili per gli uccelli (Del Hoyo et al., 1992; Brichetti, 1992; Krivenko et al., 1994).
Anatidi, nella storia e nella tradizione: Già nella preistoria, al fianco d' altri animali nelle pitture rupestri e successivamente stilizzate in vasi ed anse, gli Anseriformi fecero la loro comparsa nell’immaginario umano. Esso culminerà nel periodo del bronzo e i primi allevamenti rudimentali, cominceranno a prendere il sopravvento sulla caccia. A partire dal VIII secolo a.c., si hanno notizie di allevamenti a scopo alimentare degli Anatidi. Le razza più allevata e diffusa era il germano reale (Anas Platyrhynchos), e sembrerebbe che già gli Etruschi, diffondessero tale allevamento sul suolo Italico in pianura Padana. Polibio, Plinio il vecchio Marziale ne descrivono spesso nei propri scritti; anche l’oca selvatica (Anser anser), seppur con ampio anticipo rispetto alla prima, venne allevata a scopo alimentare. Nell’età del bronzo, cominciano dunque ad apparire le prime iconografie relative a questi selvatici e il processo di “ domesticazione”, si aggiunse di fatto a quello da secoli in atto su bovini ed ovini. Furono perfino ritrovate nelle tombe, ossa ed uova di Anatidi a cui veniva dato un significato particolare e solo alle persone più importanti veniva permesso di essere inumate con esse. (Scavi delle acropoli di Brera e Populonia). Gli insediamenti Etruschi, ricchi di zone paludose ed acquitrini, ci fanno ben capire come facile sia stato il passo tra la caccia e l’allevamento. Le zone dei laghi di Perugia, furono ricordate da Varrone, il quale addirittura narra di Quinto Lippino, proprietario di quella che oggi potremmo definire una “riserva” di caccia in Tarquinia, ove egli deteneva diversi animali selvatici tra cui molti Anatidi. Si ha notizia che perfino in Cina, fosse praticata una tecnica rudimentale d’incubazione ed un florido commercio degli anatroccoli, che venivano mantenuti negli ambienti a loro molto congeniali come le risaie. Ciò com’è ovvio sortiva il duplice effetto di allevamento a scopo alimentare e quello di “ripulire” da insetti nocivi ed erbe infestanti le medesime, rendendo in questo modo più agevole il raccolto e la semina del riso da parte dell’uomo. Anche il Cigno nell'antichità, colpì molto la fantasia umana e fu spesso simbolo animale importante. Il suo lungo collo flessuoso, il candido piumaggio, ne ha fatto l'immagine della purezza personificata. Perfino nella mitologia sappiamo che è in questa forma che il “padre degli dei” Zeus, sedusse l'innocente Leda ottenendone le grazie.
Persino in Astrologia, gli antichi assegnarono a questo meraviglioso Anseriforme una costellazione: Cygnus rappresenta infatti un cigno che spicca il volo dalla Via Lattea, e molti musicisti e poeti ad esso s’ispirarono .
Nell' Antico Egitto, dove massimo fu l’analogismo/sillogismo animale – divinità, il legame tra uomo ed ambiente era fortissimo; tanto forte nella vita giornaliera (quanto in quella religiosa) e nell’arte. Gli egiziani, furono devoti a divinità che assumevano sembianze d' animali. Intorno al 4000 a.C. già iniziarono a creare utensili in forma d’animale e dipinti raffiguranti animali sugli stessi. Gli animali iniziarono ad essere impiegati per rappresentare alcune divinità locali intorno al 3500 a.C. Le divinità erano spesso rappresentate in forma umana anche se molte avevano però teste di animale Tra di essi possiamo annoverare il falco, il bue, lo sciacallo, e perfino la nostra anatra. La parola egizia che anticamente stava per “anatra” era “Gheb”; pertanto il volatile era associato al dio della terra Gheb. Nella concezione Egizia del mondo, Gheb era sposato a Nut dea del cielo; mentre l’anatra era sacra al dio Ammon-Rah. Ecco che ritorna il sillogismo simbolico animale. Anche l’oca nell’antico Egitto, era considerata un sacro messaggero delle forze soprannaturali e simbolo di divinità; questo ci spiegherebbe la presenza anche delle oche, nelle tombe ritrovate a seguito di scavi archeologici. Ennesima raffigurazione popolare simbolica d' attenzione, vigilanza e determinazione, lo divenne per noi europei allorquando durante l’assedio di Roma da parte dei Galli, la leggenda narra che fu solo grazie alle loro grida acute di allarme, che venne sventato l’assalto al Campidoglio. Nella cultura precolombiana, gli Aztechi secondo le loro credenze storico-religiose, descrissero quelle che noi definiremmo “ere geologiche”. Suddivise in quattro parti, queste ere cosmogoniche raffigurate e descritte come “primo sole, secondo, terzo e quarto sole. Ed è così che al secondo sole (Sole di Vento) chiamato Ehehecatonatiuh essi narrano che tale epoca arrivo alla sua fine a causa di fortissimi venti che distrussero l'umanità. Quest'epoca fu presidiata dal dio Quetzalcoatl (il Serpente piumato), che tra altri attributi, fu il dio dell'aria e dei venti. Il simbolo di questa era fu una testa d’anatra dal quale il dio soffiava i venti. Tra le popolazioni contadine, mondo ricco di tradizioni e culture arcaiche tramandate, l'oca rivestiva una grandissima importanza nei rituali e negli ambiti della propiziazione, che ne facevano uno degli alimenti ricorrenti in particolari festività: Alcuni esempi: Nord della Francia era ricercato per i matrimoni e il fegato era ed è utilizzato ancor oggi, per la preparazione del celeberrimo patè de foie gràs.In Germania e in Boemia, si mangiava per San Martino; in Inghilterra per San Michele; in Lombardia per San Siro e per San Silvestro; nelle Marche e in Umbria per Ognissanti. In molte zone dell’ Europa, al pari dell’albero della cuccagna, della pentolaccia, delle varie giostre costituiva una delle principali attrazioni delle fiere di paese, il cruento gioco rituale del tiro dell'oca: i giovani dovevano riuscire a staccare la testa del povero pennuto vivo, appeso per i piedi ai rami di un albero, saltando o passandogli sotto a cavallo. Archivio fotografico: http://www.birdsandpictures.com/IMAGES/2005/06_June/week_24/HTML/050612_007_black_bellied_wd_std.jpg Dendrocigna becco rosso (Dendrocygna autumnalis) http://www.birdsandpictures.com/IMAGES/2005/03_Mar/week_10/HTML/050312_008_muscovy_duck_std.jpg A. muschiata americana (Cairina moschata) http://www.birdsandpictures.com/IMAGES/2005/01_Ene/week_04/HTML/050129_013_ducks_std.jpg Oche in volo http://www.birdsandpictures.com/IMAGES/2004/12_Dic/week_50/HTML/041211_007_blue_winged_teal_std.jpg marzaiola americana (Anas discors) http://www.birdsandpictures.com/IMAGES/2004/10_Oct/week_45/HTML/041031_018_northern_pintail_std.jpg Codone (Anas acuta) http://www.birdsandpictures.com/IMAGES/2004/10_Oct/week_45/HTML/041031_011_american_wigeon_std.jpg Fischione americano (Anas americana) http://www.birdsandpictures.com/IMAGES/2004/06_Jun/week_25/HTML/04wk25_012_mottled_duck_and_turtle_std.jpg Germano maculato (Anas fulvigula) http://www.birdsandpictures.com/IMAGES/2004/04_Abr/week_15/HTML/04wk15_006_northern_shoveler_std.jpg Mestolone (Anas clipeata) http://www.scattando.it/1public/fotoutenti/6781.jpg Cigni http://image52.webshots.com/52/4/70/77/403847077rjrvgB_ph.jpg Smerghi (Mergus merganser) Bibliografia consultata: Brichetti P., 1997. Manuale pratico di Ornitologia. Calderini, Bologna. Magrini M. & Gambaro C. 1997. Atlante ornitologico dell'Umbria. La distribuzione regionale degli uccelli nidificanti e svernanti 1988/1993. Flight identification of European seabirds – A. Blomdahl, B. Breife & N. Holmstrom (Christopher Helm – London 2003)
Concessione ed autorizzazione all’uso del materiale fotografico: A special thanks to dear friend Fernando Cerra, for permission to use of photographic material. (Per eventuali errori ed omissioni, è gradita ogni segnalazione all’autore) |
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ultimo aggiornamento 18-09-2005
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