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Capitolo quinto : Il sistema dei trasporti
 
 

 

1- Il ponte di Cividate

L'allargamento delle strutture di organizzazione del territorio camuno destò tensioni notevoli a partire dal 1200. I compiti attribuiti a tutte le comunità della media Valle erano due: la gestione della strada della Valcamonica e la manutenzione del ponte di Cividate. […] Nel 1234, il vescovo Guala, primo inquisitore per l'alta Italia, interroga a Cividate i testimoni della pieve per conoscere chi sono i comuni tenuti a contribuire al mantenimento del ponte. […] E dice che gli uomini di Cividate davano 15 palanghe per il ponte attraverso certi uomini che il comune ha scritti. Inoltre afferma che al ponte sono posti quattro piloni, dei quali il comune di Borno ne porta uno e il comune di Ossimo e di Malegno un altro, quando le tre terre fanno l'arca da occidente e danno palanghas e le altre cose necessarie all'arca. Inoltre i comuni di Lozio e di Berzo danno l'altro pilone e i comuni di Esine e di Plemo danno il quarto pilone. Per quanto riguarda l'arca, il comune di Cividate carica e scarica le pietre e la terra e i comuni di Esine e di Plemo, di Berzo e di Lozio fanno l'altra arca con le altre cose necessarie e le palanghe che si richiedono). Il termine palanga indica le parti della parte orizzontale del ponte, anch'essa di legno. L'insistenza nel rivendicare l'antico uso testimonia un servizio pubblico che risaliva al primo millennio precedente la nostra era. Tuttavia l'interesse dei funzionari del Duecento è dovuto alla oggettiva importanza del ponte per l'economia della Valgrigna. Il ponte metteva in comunicazione con la Valle di Scalve, che era il serbatoio di materia prima per le fucine camune. Un deterioramento del ponte avrebbe impedito il transito delle merci, e avrebbe causato un danno per le lavorazioni del territorio. L'esclusione di Bienno dal servizio, testimonia la potenza economia di questo centro che paga la pieve per il suo distacco da un impegno che comprendeva tutta la zona. […]

 
 

 

2- Il lavoro obbligatorio nella Valle e nel comune

Oltre il servizio per la strada di Valle, gli abitanti del villaggio dovevano preoccuparsi del buon funzionamento della propria comunità: Adi 19 marzo 1645: Item è stato anco deliberato che, conforme il solito di questa comunità, ognifogo originario di comune sia obbligatofar una giornata per il presente anno ad accomodar le strade et, essendo alcuno impediente, gli sia posta in debito nella talie conforme il solito, dovendo tener il conto li Consoli che saranno di tempo in tempo. […] Il ponte principale era quella della Grigna, che separava in due parti il territorio comunale: 8 giugno 1756: Di poi fu posta parte circa il far li ponti della Grigna devastati e menati via, se questi si debbano far a spese del comune, o se si debbano far la roda da tutti, e, vicendevolmente, e fu deliberato di far una giornata per fuogo e ciò con voti affermativi n. 12 e negativi n. 4. I ponticelli sul Vaso Re sono due. Uno di questi viene rifatto: 26 genaro 1642: Item è stato proposto per essi Consoli esser necessario far il pontesello che serve per li prati ... de' qual magior de' beni del comune etfatti diversi discorsi et posta la parte, è stato deliberato per balle favorevoli 1 7 et due negativi che sia fatto detto pontesello. Le strade interne sono oggetto di una costate manutenzione: […] Altro settore erano le strade di montagna: […] L'impegno pubblico valela anche per la costruzione degli edifici religiosi […] anche nell'attività militare. […]

 
 

 

3- I transiti

Oltre che preoccuparsi delle grandi strade e delle vie del villaggio, la convivenza quotidiana doveva fare i conti con la vicinanza delle proprietà e quindi con la necessità di attraversarle. Fino a che tutti gli abitanti del paese erano servi della gleba e il terreno apparteneva ad un solo proprietario, il problema dei transiti non si poneva. L'accresciuta ricchezza, dovuta alle rivoluzione economica, permise l'acquisto di beni da parte dei privati che cercarono di delimitare le proprietà, ma rimasero sempre delle proprietà soggette a servitù. […] L'affermazione dei diritti di transito presuppone un progressivo restringimento della comunità, condizionata da un gruppo di proprietari in guerra tra loro.

 
 

 

4- I trasporti

Il più antico elenco di beni trasportati dalla Vallecamonica risale all'elenco che ne dà il monastero di S. Giulia, nel 905: In Valcamoniga, curte in Bradellas de lana vellos LXVII, deferro lib(ras) LX, restas de cibullas XIIII, luminaria de rasa factas LX, sagellum I ad opus pastores, ligna car(ra)d(as) XXX; et de suprascriptis man(en)t(ibus) XXVI faciunt opera, quantum mandat(illorum) magister, et sunt de ipsis V, qui mandatu(m) portant... hoc est summa de sorte et de censu quod de supradictas curtes annis singulis de Valcamonica venire debet ... de argento libras VII cum solidis XIII, de lana vellos LXVII, deferros libras LX (trad: (Le entrate sono) in Valcamonica, nella corte in Bradelle: 67 velli di lana, 60 libre di ferro, 13 mazzi di cipolle, 60 luminarie fatti di rasa, un vitello ingrassato, come frutto del lavoro dei pastori, 30 carri di legna e dei soprascritti manenti, 26 lavorano quanto affida loro il maestro e vi sono cinque di loro che portano quello che è stato affidato... questa è la somma delle sorti che, dalle sopraddette corti, ogni anno deve venire dalla Valcamonica: 7 libre d'argento, con tredici soldi, 67 velli di lana, 60 libre di ferro). Il testo menziona la produzione dell'argento, come è attestata anche nei contributi di Berzo versati ai signori feudali. […] Il punto di partenza di tutti i traffici era il lago d'Iseo. Il porto di Pisogne era gestito direttamente dal vescovo che lasciò i suoi diritti al comune solo nel XV secolo. […] Una volta attraversato il lago, i prodotti siderurgici se ne andavano verso Bergamo o verso Cremona, seguendo il fiume Oglio. […] Il movimento continuo, all'interno della Valle, dei prodotti comportava anche uno affluire di persone che portavano nuove idee, notizie, modi differenti di vedere il mondo e la vita. Allo stesso modo la concezioni religiose, le nuove tecniche, trapassavano dalla Valle nel resto del territorio italiano.

 
 

 

 
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