|
|
|
|
Capitolo settimo : Il Quattrocento a Berzo |
|
|
1- La società
Nonostante la confusione politica, che i contemporanei non ritenevano diversa da quella del secolo precedente, il Quattrocento è una età molto viva, in tutta la Valle. Da.questo periodo comincia ad apparire una classe di notai, scrivani, insegnanti che ispirano, nella seconda metà del secolo, l'arte dei Da Cemmo, come pure quella delle nuove chiese gotiche. La presenza dei milanesi mette la Valle in contatto con grandi personaggi della politica e dell'arte: Bemardino da Siena, Amedeo Mendez da Silva, Leonardo da Vinci. […] Il Quattrocento si pone come autunno del medioevo, in cui, accanto alle autorità provenienti dal secolo precedente, si fa avanti una nuova classe dalla quale deriveranno le grandi famiglie di Berzo. La nuova classe è quella che Bernardino, da Siena, rappresentato nella chiesa di S. Lorenzo, descriveva durante il suo viaggio nelle Alpi del 1428: uno strato intermedio tra i signori feudatari, avviati alla loro fine, e i poveri, che erano la maggioranza della popolazione. […] Agli inizi del secolo abbiamo un documento, relativo della pieve, in cui sono ricordati una serie di personaggi presenti a Berzo. In esso si parla per la prima volta degli scalvini: uno dei due consoli del 1410 è Testa, del fu Pasino di Viviano del Dezzo, in Valle di Scalve e Usebino del fu Stefanino, di Roberto. […] Alla luce degli avvenimenti del Trecento, la presenza del console Testa non attesta un semplice spostamento di una famiglia dal Dezzo a Berzo, ma é un presupposto per metterre in pratica il progetto di riunire intorno alla Valle di Scalve anche la Valcamonica. […] Rispetto alla società di cinquant'anni prima il mondo della seconda metà del secolo appare più chiuso, non vengono più ricordati personaggi della città vicine.
|
|
|
2- La confraternita dei disciplinati
Nella società alpina la vivacità della vita politica e sociale si rispecchia, nel secondo millennio della nostra era, nella vita di gruppi religiosi, fortemente strutturati. Essi si chiamavano disciplinati e la forma riconosciuta era quella della confraternita. Il carattere indipendente rispetto al clero, li facevano ritenere pericolosi e si cercò di emarginarli. Il momento d'oro della loro diffusione è da ricercare tra il 1100 e il 1400. Nel 1500 la controriforma creò un'altra istituzione: la confraternita del santissimo sacramento, mentre l'ultima riforma fu quella dell'Ottocento, quando, venuta meno la indipendenza vicinale, i laici persero ogni autonomia e le confraternita divennero associazioni parrocchiali. […] L'appoggio dei Federici a questi movimenti fu fondamentale per la loro sopravvivenza. […] A Berzo la confraternita concorrente, del Santissimo Sacramento, ebbe una vita stentata rispetto alla disciplina che manifesta una grande vivacità fino al 1770 inoltrato. […] La rappresentazione viva della flagellazione viene affrescata, nella chiesa di S. Lorenzo, secondo il racconto della punizione di Gesù nel Lithostratos, imitando il modello di Piero della Francesca. Tuttavia vi é anche una traduzione dello stesso episodio attraverso i simboli della passione, sezionati separatamente, riprendendo gli oggetti della crocifissione. […] L'uso del cappuccio, durante le riunioni e le processioni, era sempre presente negli affreschi di Berzo ed era un'affermazione di egualitarismo, caratteristica del medioevo. La scomparsa del volto impediva l'identificazione dei maggiorenti. […] Nella versione originaria della confraternita vi era una parte di lettura della bibbia, o almeno del nuovo testamento, proibita nei secoli della Controriforma. U opera quindi vera propria era la riunione dei confratelli ad ascoltare la parola dell'operaio maestro. Il Celeri ricorda che nella chiesa di S. Lorenzo essi avevano un altare:[…] La disciplina viene associata al francescanesimo: l'altare è dedicato a S. Francesco e i disciplinati verranno chiamati, in seguito, confraternita di S. Francesco. […] Nel 1400 il movimento francescano era diviso in diverse tendenze, per cui è difficile dire quale fosse il francescanesimo dei disciplinati di Berzo. Negli affreschi della chiesa di S. Lorenzo non si riconosce più l'altare di S. Francesco, ma vi sono alcuni episodi francescani legati alla ricezione delle stimmate. Nella cappella orientale vi è un trittico: S. Lorenzo, la deposizione, San Francesco. […] A Berzo quindi la disciplina ha integrato il movimento francescano in se stessa. […] A Berzo l'accordo tra Federici e vicinia si tradusse in un edificio straordinario: la chiesa di San Lorenzo.
|
|
|
3- La Chiesa di S. Lorenzo
La sintesi tra la spiritualità delle confraternita e quella federiciana si realizza nella chiesa di San Lorenzo a Berzo. Essa segnala un cambiamento di mentalità religiosa rispetto ai secoli precedenti. La permanenza della famiglia feudale dei Robacastello all'interno della pieve di Cividate produsse un rallentamento nella formazione della parrocchia autonoma. Tuttavia il progresso della costituzione delle parrocchie era ormai intrapreso e non poteva più essere interrotto. La costruzione della chiesa di San Tommaso, agli inizi del Duecento, è il segnale che l'intenzione, di avere una chiesa parrocchiale, era sentita. Non si trattava semplicemente di una chiesa devozionale: nelle visite pastorali cinquecentesche il suo altare era consacrato. Quindi prima della chiesa di S. Lorenzo doveva esserci stata una parrocchia dedicata a S. Tommaso. […] E quindi ipotizzabile che, tra la fine del Trecento e i primi del Quattrocento, la parrocchia di Berzo sia diventata S. Lorenzo, dopo essere stata per quasi due secoli dedicata a S. Tommaso. […] L'antico castello fu parzialmente smantellato. I Federici risiedevano a Esine e non avevano certo interesse ad altre strutture militari nella zona, soprattutto per la insicurezza sulla appartenenza delle diverse comunità all'area guelfa o ghibellina. Il castello, parzialmente distrutto, è menzionato ancora nel 1458 per le sue rovine. La torre venne in parte conservata e in parte tagliata, in modo che non fosse più uno strumento guerresco, ma affidata a un gruppo più che fidato, i disciplini, i quali la trasformarono in loro sede, destinandola alle riunioni. Le feritoie furono tappate, la struttura lignee fu sostituita da una muratura e divenne una casa. Il resto dell'area fu ricostruito con grandi muraglie di riempimento e fu costruita la chiesa. Purtroppo non si sono fatti lavori di sondaggio, ma l'uso di una piattaforma precedente è ancora visibile. Il muro occidentale appare più vecchio del resto della costruzione. L'opera pittorica risulta tutta all'interno della cultura federiciana. L'affresco della cappella della cappella di S. Fabiano e Sebastiano del 1504 è un po' la data conclusiva dell'ornamento pittorico della Chiesa, Le opere successive perdono il senso della unitarietà del lavoro pittorico. […] La festa di San Lorenzo, che si celebra il 10 agosto, era preceduta da una veglia solenne, seconda solo alla festa dei Santi Pietro e Paolo. […] Durante il Quattrocento, in Valcamonica, altre quattro chiese sono dedicate a S. Lorenzo: Angolo, Berzo Demo, Fraine e Sonico. […] Il popolo, diviso tra poveri e soldati, non ha un ruolo particolare, ma i poveri sono protetti da San Lorenzo e considerati il vero tesoro della Chiesa. […]
|
|