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Capitolo secondo : Dalla fine del regno longobardo all'anno mille
 
 

 

1- Le innovazioni dell'età di Desiderio

Nonostante l'importanza di Carlo Magno, l'uomo che ha imposto una svolta alla storia europea, in realtà i mutamenti, nelle Alpi, erano già iniziati un cinquantennio prima dell'avvento del regno franco e, in particolare, sono stati realizzati dal regno di Desiderio. Le innovazioni tecnologiche si diffondono in questo periodo, mentre, nei decenni successivi, si assiste solo ad uno sviluppo delle scelte dell'ultimo re longobardo. […]

 
 

 

2- La rivoluzione economica della regina Ansa

I documenti bresciani, intorno al 760 d. C. riferiscono innovazioni propiziate dalla regina nei possessi reali nella pianura: essa enumera i suoi acquedotti e mulini, azionati con la ruota ad acqua. La ruota ad acqua era stata inventata da tempo, era stata adottata in epoca tardo imperiale nei grandi latifondi, ma i mulini erano andati in rovina durante i secoli delle invasioni, per cui una applicazione diffusa non era ancora avvenuta nella storia europea. […] Nel Bresciano, a partire dal 760, vi è una progressiva diffusione dei mulini azionati ad acqua mediante la costruzione di canali, che riprendono le antiche strutture degli acquedotti romani. […] La ruota a pale si adattò perfettamente al torrente Grigna, a partire dalla seconda metà del nono secolo. Dal momento che, nel 1116, i magli sono già diffusi, è possibile ipotizzare che tra il 900 e il 1100 si sperimentarono quelle modifiche che permisero la trasformazione della ruota ad acqua, rendendola adatta per il funzionamento del maglio.

 
 

 

3- Il riordinamento amministrativo di Desiderio

L'adozione della religione cattolica da parte della regina Teodolinda ebbe come effetto la progressiva ripresa dalla vita religiosa in tutto il regno longobardo. […] Desiderio fondò a Brescia il monastero di S. Giulia ed affidò ad esso parte delle proprietà reali, per cui divenne, nella pianura padana, il centro economico più importante fino al 1000. I sovrani franchi non fecero altro che proseguire in tale politica, affidando ai benedettini le valli alpine. […]

 
 

 

4- Berzo e la Valgrigna negli ultimi secoli del primo millennio

L'interesse longobardo per la Valle è confermato, nella seconda metà del secolo ottavo, dalla donazione dei beni di Tuidone alla basilica di S. Grata di Bergamo. Essa è stata sottoscritta nel maggio del 774. […] Il luogo Bergis è, da un punto di vista grammaticale, un ablativo plurale. Viene ancora confermata la forma etrusca soggiacente: Verse, i forni, anche se Tuidone e i suoi contemporanei la storpiano, assimilandola al nome tedesco Berg, monte. […] A Berzo il gasindo Tuidone possiede una curtis e una casa. Il collegamento testuale molto stretto con il paese lo fa ritenere all'interno dell'abitato. Iriferimenti a un villaggio, munito da mura, confermato dalla toponomastica, testimonia che la curtis si identificava con l'area urbana. E' importante notare che Tuidone non cede al vescovo i suoi beni, ma lo obbliga a venderli e a donare il ricavato ai poveri. I possedimenti sono i più ampi della Valcamonica, ma non sono descritti con precisione e non è possibile quantificare il valore dei terreni. Essendo ormai la cessione alla fine del regno longobardo e all'avvento del regno franco, è probabile che i beni siano passati in mani carolinge. Siccome si tratta di grandi territori e di diritti di concessione statale, essi sicuramente furono venduti a grandi proprietari e ad istituzioni. Meno di un secolo dopo, infatti, tutta l'area apparteneva al vescovo di Brescia, che la cedette ad Ildemaro, fondatore del monastero di S. Faustino. In questo caso però la curtis non si trova più a Berzo, ma a Bienno. Vedremo in seguito il motivo del cambiamento del centro della Valgrigna. […]

 
 

 

5- L'innovazione benedettina

La diffusione del mulino ad acqua fu il risultato più immediato della presenza benedettina nelle Alpi. […] La forza dei torrenti alpini permise di applicare alla macchina una velocità eccezionale. […] Berzo creò proprio vicino al villaggio una attività molitoria che rispondeva alle necessità della fiorente agricoltura. […] Se si esclude la gestione, mutata durante la storia, la struttura rimase inalterata, come pure tutta l'attrezzatura. Essa era facilmente sostituibile, essendo quasi completamente di legno, ricavabile dai boschi della comunità.

 
 

 

6- L'invenzione del maglio

La presenza di una forza energetica come quella dei torrenti alpini pose, in un arco di tempo impossibile da calcolare, ma non molto ampio, l'interrogativo se lo stesso sistema non si poteva applicare anche al lavoro del fabbro. Fino all'introduzione del maglio la possibilità della lavorazione del metallo era lasciata semplicemente all'incudine e al martello. […] La trasformazione della ruota del mulino nella ruota del maglio richiese alcuni adattamenti, in quanto non si trattava più di un giro continuo, ma di un movimento in due momenti opposti tra di loro, battere e levare, che esigeva la costruzione di perni per articolare il giro non solo nel senso di una maggiore o minore velocità, ma anche nella sua direzione. […] Dagli elementi finora studiati è possibile affermare che la Valcamonica fu uno dei primi luoghi in cui tale macchina fu esperimentata. […]Il nuovo sistema di produzione ebbe conseguenze anche nella geografia economica della Valgrigna. Fino allora i forni fusori erano il centro economico della Valle, alimentati dalle miniere, situate nelle montagne sovrastanti. Berzo con i suoi forni era in una posizione centrale e ciò spiega i documenti antichissimi che lo nominano ancora per secoli. Tuttavia l'introduzione del lavoro del maglio sposterà progressivamente il centro economico a Bienno, in quanto l'attività economica non è più fondata sulla produzione della materia prima, ma sulla sua trasformazione attraverso l'energia. Ora la geografia della Valgrigna privilegia Bienno, rispetto al pendio più dolce di Berzo. […]

 
 

 

7- I cambiamenti sociali dai longobardi al Mille

Il panorama del periodo, che stiamo considerando, appare determinato dalle grandi proprietà dei signori barbarici, che avevano ereditato un sistema basato sul latifondo, proprio del tardo impero romano. I contadini e gli artigiani sono proprietà del signore e la struttura sociale non permetteva alcuna forma di libertà, salvo che per gli appartenenti al ceto dominante. […] Con le innovazioni tecnologiche del nono secolo si formò una classe di artigiani i quali muovevano lavorazioni complesse. Fino al Mille non si poté parlare di ripresa economica, e quindi la richiesta di prodotti fu ancora ridotta, ma vennero poste le condizioni per il decollo economico dei due secoli successivi. […] Dai diversi passaggi di proprietà, a partire dai longobardi, emerse una Valle che era ricercata proprio perché forniva prodotti indispensabili per il funzionamento dell'apparato statale, allora quasi esclusivamente militare, che metteva nella forza delle armi tutta la sua efficienza.

 
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