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Capitolo sesto : La fine del medioevo e l'ascesa dei Federici
 
 

 

1- I Federici nella Valgrigna

La fine del medioevo vide, in Valcamonica, il formarsi delle fortune di un insieme di famiglie della casata dei Federici. Nel territorio della Valgrigna esse ebbero il loro centro a Esine, ma estesero la loro influenza anche a Berzo. A differenza dei nobili di origine vescovile, i Federici si posero in una posizione antagonista rispetto al potere della Chiesa. La prima occasione fu offerta dalla discesa del Barbarossa, nel dodicesimo secolo. […] I Federici rappresentano una dinastia che ha attraversato con alterne fortune tutto il secondo millennio della nostra era. La loro origine, nella zona di Montecchio, li ricollega a Rogerio e alla signoria imperiale sugli antichi approdi della Valle. Allorché la rivoluzione del sistema energetico camuno rende necessaria l'importazione del ferro dalla Valle di Scalve, essi si collocano nella zona di Gorzone, da cui possono controllare i passaggi dei commerci siderurgici. […] Nonostante la sconfitta politica al tempo del Barbarossa, i Federici continuarono la loro azione anche nel secolo seguente, in condizioni politiche e religiose profondamente diverse. Solo verso la fine del Duecento riuscirono a fomentare una opposizione decisa al comune bresciano. Durante tutto il secolo, invece, cercarono di operare per capovolgere la situazione.

 
 

 

2- I Federici e Berzo, il periodo dell'ascesa

La seconda parte del XIII secolo vede il tramonto della famiglia dei Robacastello. Federico, figlio di Robacastello, è arciprete della pieve nel 1233, Arderico nel 1250. Guido, figlio di Paz, lo è nel 1312, l'altro figlio di Paz è chierico a Cividate nel 1319. Due figli di Otolino, Tancredino e Pasolino sono chierici a Cividate e a Edolo, tra il 1250 e il 1300. Tramonta così una dinastia che per un secolo e mezzo aveva gestito i beni della Chiesa nella media Valle. Il 14 marzo 1341 Girado Federici di Erbanno compra dall'ultimo Robacastello, figlio di Ottolino, totum calderaticum, tutto quello che viene prodotto dalla lavorazione del latte sulle montagne di Val Gabbia, Cavaler e Rocole usque ad Zovum, fino a Zovolo, al prezzo di 25 Lire pianette, in moneta di Brescia. Siamo in piena epoca federiciana e l'acquisto si allargherà nel tempo. […] Nonostante che il Quattrocento veda la conquista della Valle da parte di Venezia, esso può essere, a buona ragione, ritenuto un secolo federiciano. Le migliori espressioni culturali della loro ideologia si realizzano in questo periodo. Si può parlare di domino stabile di Venezia solo a partire dal secondo decennio del cinquecento.

 
 

 

3- Le guerre degli scalvini nel 1300

La Valgrigna, a partire dall'intervento del monastero di S. Pietro in monte, era calcolata dalla autorità centrale come la porta ad oriente, verso la signoria dei conti di Lodrone, che avevano allargato il loro potere e tenevano la Valle sotto il ricatto di un loro intervento. Il punto di entrata era ovviamente il passo di Crocedomini che essi passarono più volte nella storia. Per la politica regionale l'allargamento della signoria dei Lodrone era quello che più preoccupava Milano, che intervenne più volte per proteggere la Valcamonica da una invasione. […] L'intervento di tutta la nobiltà ghibellina bresciana manifesta l'importanza attribuita alla fedeltà di Esine. Il trascurare aree più vicine al passo, come Berzo e Prestine, appare molto strano. U unica spiegazione sta nel fatto che, in questi due centri, vi era una nobiltà guelfa: per Berzo, gli ultimi Robacastello, sui quali i Visconti non potevano contare. In questo periodo non vengono nominati i Federici, che si insedieranno in seguito nell'area. Alla luce della posizione strategica si spiega il successivo inserimento della famiglia federiciana in un territorio troppo importante per i duchi di Milano. […] Per Berzo ciò significava una buona collaborazione con i valtrompini, inaugurata nel 1299 con l'accordo con i vicini di Bovegno alla chiesa di S. Glisente. […] Il legame tra Berzo e la Valle di Scalve è sempre il ponte di Cividate che assume, nonostante le contestazioni, il carattere di legame tra due realtà interessate l'una all'altra. Il cambiamento della situazione si presentò alla fine del Trecento, quando i comuni si riunirono presso il ponte della Minerva, a Breno. Berzo si schierava dalla parte dei ghibellini e la vittoria dei Federici si era realizzata: […] Venezia, come dimostrerà nella questione del Vaso Re, era ancora prudente nel cambiare gli equilibri nella Valgrigna, dove ricavava il maggior gettito delle sue tasse.

 
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