3- L'economia di Berzo alla fine dell'Ottocento
Un quadro della situazione economica di Berzo, alla fine dell'Ottocento, viene dato dalla relazione che il sindaco fa al prefetto per la compilazione di una monografia della provincia di Brescia: Berzo Inferiore, 1 aprile 1890 Ill.mo sig. Prefetto di Brescia. Ben poco abbiamo a dir che rifletti questo piccolo comune, in ordine alla pregiata richiesta 10 febbraio. 1. Industrie estrattive. Ad eccezione dell'industria forestale, cioè col trasporto delle legne che naturalmente crescono nei nostri boschi, di cui non è scarso il comune, sia per uso domestico che ridotto a carbone ed in legnami d'opera (pino abete, pino larice) tutto il resto è affatto negativo. 2. Industria rurale. 2.1 Le condizioni generali dell'agricoltura, sebbene da pochi anni vadasi migliorando, lasciano ancora molto a desiderare, nei vari generi di coltivazioni, quali sono: il frumento, il granoturco, uva, castagne, patate, legumi e foraggi. 2.2 Del resto, da poco tempo, molto attiva la coltivazione della vite, perché rimunerativo. 2.3 Vi è pure abbastanza diffuso l'allevamento del bestiame, perché il più rimunerativo, pronto e sicuro in qualsiasi occorrenza. 2.4 La distanza dai principali centri, specialmente il difetto di facili mezzi di trasporto, porta con sé le inevitabili conseguenze e maggior costo nei generi di importazioni, di minor ricavo nei generi di esportazione. 2.5 Predomina la piccola proprietà e non solo è frequente, ma non è proprietario di fondi che non sia anche agricoltore, ed è forse la causa prima che non ci si riscontra la miseria di tanti altri luoghi. 2.6 Il sistema di coltivazione è ancora tutto a mano, con risentimento del vecchio od antico. 2.7 Non esiste la mezzadria, dandosi la preferenza all'affitto. 2.8 Pochissimi fondi e questi originati dalle divisione seguita nel 1799 fra i capi delli antichi originari. 2.9 Bene coltivata la bachicoltura. 2.10 Nessuna industria attinente alla rurale. 2.11 Nessun comizio operaio. 3. Industria manifattrice. Ad eccezione di una fucina per costruzione di padelle e secchi di ferro, esercitata da n. 3 operai del confinante comune di Eseno, di altra a piccolo maglio, per uso ferramenti in genere, esercitata da 1 operaio di Esine, e di n. 3 seghe legnami, esercitate da n. 7 distinti proprietari del paese, e tanto gli uni che gli altri non duraturi tutto l'anno, senza impiego dì donne, né di fanciulli e senza applicazioni di macchina ed in regresso questa popolazione è meramente agricola. 4. Industria commerciale. Stante la natura del paese, puramente agricola, nessuna industria commerciale, senza contare quella del legname ad uso opera o carbone, che si trasporta ai mercati di Pisogne o di Lovere il primo, ed alla fonderia Gregorini il secondo, a mezzo di veicoli a due ruote, fatto sulle strade comunali, dapprima e poi fu quella provinciale per Darfo, Pisogne o nazionale per Lovere. Non esiste posta né telegrafo. 5. Società industriali. Nessuna. 6. Elenco sulle condizioni fisiche, morali, intellettuali ed economiche della popolazione. 6.1 L'analfabetismo scompare colle persone vecchie, ma sarebbe desiderabile una maggiore frequenza. Attualmente esistono tre scuole pubbliche comunali, maschile, femminile, prima mista, sufficienti per comune di tali abitanti, di poca densità, in confronto all'estensione ed agiatezza del paese; ignorasi per quale causa, sebbene non si abbino intanto malattie epidemiche, né endemiche di sorte. Ora si sta dotando il paese di buona acqua potabile, di cui ha sempre difettato, e sperasi in un maggior incremento, e sviluppo del resto della popolazione buona, onesta e laboriosa ed amante del suo paese, con poca sentenza all'emigrazione, preferendo i lavori campestri. La congregazione di carità è il solo istituto di beneficenza né vi è altro da notare. Questa la relazione breve, ma esatta: se poi non corrisponde alla richiesta dietro istruzioni si procurerà riparare al malfatto, mentre col massimo ossequio si professa. Il sindaco.