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Capitolo secondo : L'economia di Berzo in epoca moderna
 
 

 

1- La vita economica pubblica

A partire dalla seconda metà del Cinquecento è possibile ricostruire con una certa precisione la vita quotidiana della comunità. La presenza di prestatori di denaro trasforma l'attività artigianale ed agricola in finanziaria. Oltre il prestito ad interesse dato ai privati, la cui consistenza poteva variare dal tre al dodici per cento, almeno dichiarato, la comunità si dotò di strumenti finanziari nuovi. Primo fra tutti il monte di pietà. Si tratta di una struttura inventata dai francescani nella seconda metà del Quattrocento per fare concorrenza al prestito ebraico. A partire dal Cinquecento si diffuse in tutta l'Italia. Esso conosceva due forme: il prestito finanziario e il prestito delle sementi per i contadini. Nel seguito della sua storia la divisione non ebbe molto senso, in quanto anche il prestito delle sementi produceva un guadagno economico che poi veniva investito.Il monte di pietà di Berzo risale al 1529 ed è una struttura voluta espressamente dalla nuova classe di possidenti. Nel 1681 viene chiesta da parte dell'autorità veneta una relazione sul funzionamento del Monte: 3.5.1681: Per essequire l'ordine et decreti dell'ill.mo et ecc.mo Marco Ruzini, capitano di Brescia, in proposito et materia de'Monti de'Biade, li presidenti eletti nella terra di Berzo inferiore di Valcamonica sopra al Monte di Pietà, che si ritrova in essa terra, usata ogni diligenza et sollecitudine possibile per ritrovar li constituenti d'esso Monte di Pietà de'Biade etfondamenti desso Monte, hanno ritrovato l'infrascritti fondamenti dalli quali risulta, se non in tutto almeno in buona parte, lafondatione, et institutione d'esso Monte di Pietà delle Biade cioè. Il nome q. d. Pietro Andrea de'Francisconi di Bienno lasciò al Monte di Pietà di Berzo soma una biava, due segel per una volta, come si può vedere dal suo testamento, rogato dal nunc q. d. Francesco de'Moscardi, nodaro in Breno. Item si vede dal testamento fatto dal q. Mag. o d. Pietro, figlio del q. d. Gio Pietro Morandi de' Gandino, habitante in Berzo, rogato per il nunc q. d. Martino Bona, nodaro, fatto 26 agosto 1529 inter cetera l'infrascritto legato. Item si vede nel testamentofatto per la q. d. Mafiola Piacina, moglie del q. Antonio Piacino de' Coletti di Berzo, rogato dal q. Hieronino Beccaguto di Esine, nodaro, fatto 28 martij 1600. Item parimenti consta dal testamento fatto per il q. molto Reverendo d. Giovanni Sutta di Lovere, publicato sotto il dì vigesimo primo del mese di luglio dell'anno 1602, et q. d. Jacobum, fq. d. Giorgij de'Celleris, de'Luere, inter cetera l'infrascripto legato: Item lascio scudi cento da berlingotti sette l'uno et sia tenuti l'heredi in termini d'anni due doppo la mia morte a pagarli et sborsarli alli deputati del Monte di Pietà del comune di Berzo, sotto Bienno, di comperare tanto milio in sustentatione delli poveri di detta terra, con l'intervento del r do rettore di detta terra, et non satisfacendo, sia privo et suceda il detto Monte. Item che detto monte di Pietà delle Biade che si ritrova nella terra di Berso, visti li libri et sumate le partite di cadauno delli debitori di esso Monte et ottenuta la biada, che hora si ritrova in esso Monte, con ogni possibile diligenza usata dalli eletti sopra detto Monte che di presente si ritrovano, quali sono Francesco Cominino, Bartheo Attenino, et Antonio Landrinello, consta et consiste, salvo errore, circa somme n. dieciotto di formento, et segala somme n. trentasette in circa, et miglio circa somme cento vinti, delle quali alli annipassati etpresenti ne sono state dispensateforiper l'habitanti di detta terra, essendo più che la maggiorparte poveri, somme n. cento e sette in tutto in circa qual non si è puotuta rascodere per non distrugere talmente detti debitori, essendo stati alcuni anni perniciosi et calamitosi, massime diverse inondasioni et rovine provenute dal torrente Grigna, havendo bisognato spendere gran quantità di dinari in far ripari per diffenderci et ripararci da detto torrente et altri tanti a rifare li beni rovinati, qual biava perciò, che si ritrova fori, si ritrova quasi tutta appresso debitori sicuri con sue sigurtà et quella biada, che di presente si ritrova in detto Monte è somme n. sissaiita in circa, qual però non è stata misurata. Il Monte di Pietà sudetto di presente consiste nell'infrascritta quantità cioè: formento some 19 in circa, segala some 40 in circa, milio some 122 in circa. […]

 
 

 

2- La vita economica privata

La ricchezza della vita economica alpina, fino al crollo del 1830, consisteva nel lavoro artigianale, in particolare nel lavoro delle fucine del ferro. Tuttavia vi era un'altra serie di attività rilevata negli estimi mercantili del 1770: Lorenzo q. Giacomo Landrino, negoziante come filardo, con l'anno utile circa L.70 sopra capitale circa L.750 […]

 
 

 

3- L'economia di Berzo alla fine dell'Ottocento

Un quadro della situazione economica di Berzo, alla fine dell'Ottocento, viene dato dalla relazione che il sindaco fa al prefetto per la compilazione di una monografia della provincia di Brescia: Berzo Inferiore, 1 aprile 1890 Ill.mo sig. Prefetto di Brescia. Ben poco abbiamo a dir che rifletti questo piccolo comune, in ordine alla pregiata richiesta 10 febbraio. 1. Industrie estrattive. Ad eccezione dell'industria forestale, cioè col trasporto delle legne che naturalmente crescono nei nostri boschi, di cui non è scarso il comune, sia per uso domestico che ridotto a carbone ed in legnami d'opera (pino abete, pino larice) tutto il resto è affatto negativo. 2. Industria rurale. 2.1 Le condizioni generali dell'agricoltura, sebbene da pochi anni vadasi migliorando, lasciano ancora molto a desiderare, nei vari generi di coltivazioni, quali sono: il frumento, il granoturco, uva, castagne, patate, legumi e foraggi. 2.2 Del resto, da poco tempo, molto attiva la coltivazione della vite, perché rimunerativo. 2.3 Vi è pure abbastanza diffuso l'allevamento del bestiame, perché il più rimunerativo, pronto e sicuro in qualsiasi occorrenza. 2.4 La distanza dai principali centri, specialmente il difetto di facili mezzi di trasporto, porta con sé le inevitabili conseguenze e maggior costo nei generi di importazioni, di minor ricavo nei generi di esportazione. 2.5 Predomina la piccola proprietà e non solo è frequente, ma non è proprietario di fondi che non sia anche agricoltore, ed è forse la causa prima che non ci si riscontra la miseria di tanti altri luoghi. 2.6 Il sistema di coltivazione è ancora tutto a mano, con risentimento del vecchio od antico. 2.7 Non esiste la mezzadria, dandosi la preferenza all'affitto. 2.8 Pochissimi fondi e questi originati dalle divisione seguita nel 1799 fra i capi delli antichi originari. 2.9 Bene coltivata la bachicoltura. 2.10 Nessuna industria attinente alla rurale. 2.11 Nessun comizio operaio. 3. Industria manifattrice. Ad eccezione di una fucina per costruzione di padelle e secchi di ferro, esercitata da n. 3 operai del confinante comune di Eseno, di altra a piccolo maglio, per uso ferramenti in genere, esercitata da 1 operaio di Esine, e di n. 3 seghe legnami, esercitate da n. 7 distinti proprietari del paese, e tanto gli uni che gli altri non duraturi tutto l'anno, senza impiego dì donne, né di fanciulli e senza applicazioni di macchina ed in regresso questa popolazione è meramente agricola. 4. Industria commerciale. Stante la natura del paese, puramente agricola, nessuna industria commerciale, senza contare quella del legname ad uso opera o carbone, che si trasporta ai mercati di Pisogne o di Lovere il primo, ed alla fonderia Gregorini il secondo, a mezzo di veicoli a due ruote, fatto sulle strade comunali, dapprima e poi fu quella provinciale per Darfo, Pisogne o nazionale per Lovere. Non esiste posta né telegrafo. 5. Società industriali. Nessuna. 6. Elenco sulle condizioni fisiche, morali, intellettuali ed economiche della popolazione. 6.1 L'analfabetismo scompare colle persone vecchie, ma sarebbe desiderabile una maggiore frequenza. Attualmente esistono tre scuole pubbliche comunali, maschile, femminile, prima mista, sufficienti per comune di tali abitanti, di poca densità, in confronto all'estensione ed agiatezza del paese; ignorasi per quale causa, sebbene non si abbino intanto malattie epidemiche, né endemiche di sorte. Ora si sta dotando il paese di buona acqua potabile, di cui ha sempre difettato, e sperasi in un maggior incremento, e sviluppo del resto della popolazione buona, onesta e laboriosa ed amante del suo paese, con poca sentenza all'emigrazione, preferendo i lavori campestri. La congregazione di carità è il solo istituto di beneficenza né vi è altro da notare. Questa la relazione breve, ma esatta: se poi non corrisponde alla richiesta dietro istruzioni si procurerà riparare al malfatto, mentre col massimo ossequio si professa. Il sindaco.

 
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