Presentazione:
Sotto il ciclo di San Lorenzo, sulla parete del presbiterio, in un'unica quadratura si svolgono le varie fasi della vita di San Glisente. Siamo di fronte ad uno dei dipinti più belli del quattrocento camuno che nella sua semplicità e freschezza perviene ad un esito artistico di altissima qualità. I critici amerebbero vedere il mitico Parotus come autore di quasto affresco. Sarebbe davvero interessante dare paternità ad un'opera così squisita, ma per ora nessuno ha saputo fare una proposta convincente. Su un unico sfondo di paesaggio alpestre si scandiscono i momenti più significativi della vicenda del santo cavaliere a seguito di Carlo Magno che si converte alla vita eremitica tra i monti camuni. Glisente è l'esempio di una sceltà di vita cristiana alternativa a quella che si vive nel mondo e nell'attività. Incarna la nostalgia della vita semplice e radicalmente evangelica; secondo la leggenda, però, è anche colui che trasmette questi ideali: i fratelli Cristina e Fermo, ritirati con lui a vita eremitica sulle montagne che fronteggiano quella che porta il suo nome, ne sono un esempio.