Dal Cuore della Diocesi maggio 2004

 



In ricordo di P. Antonio Sinibaldi

frate minore conventuale - Missionario in Brasile


di Emanuele Lorenzi


Pensare a una morte prematura, e per di più tragica, di P. Antonio, era lontano da ogni nostra previsione, anche se un tale evento rientra nella quotidianità di un missionario ed è compreso nel conto dei suoi rischi, più di quanto lo possa essere per altro mortale.
Lo avevamo rivisto dopo tre anni ed era nelle migliori condizioni fisiche e spirituali: entusiasta della sua scelta missionaria, del suo lavoro tra i poveri diseredati figli di quella lontana terra del Brasile, dove dirigeva la missione.
Lo avevamo salutato gioiosamente sul nostro mensile "Il Cuore della diocesi", in occasione del suo 25° di sacerdozio; lo attendevamo tra qualche anno in mezzo a noi per una delle sue rare vacanze a casa. La tragica morte che inaspettatamente lo colse, ci lasciò sgomenti, sopraffatti da indicibile tristezza.
Una grande folla di concittadini, amici, parenti, confratelli partecipò commossa alla concelebrazione funebre nel pomeriggio di lunedì 14 settembre nella chiesa parrocchiale di S. Maria degli Angeli in Segni, presiduta da Mons. Martino Gomiero, al tempo vescovo della diocesi di Velletri-Segni. Tra i presenti: il papà Rinaldo, la sorella Santina, i fratelli Luigi e Giuseppe, cognati e nipoti. Il presule ebbe parole di speranza e di conforto per i familiari ed esaltò l'opera evangelica, missionaria del P. Antonio. Il P. Quintino Rocchi, Ministro Provinciale, sottolineò con toccanti espressioni il grande impegno missionario del P.Antonio e il suo straordinario carisma apostolico, che lo rendeva amabile, sempre disponibile e pronto al servizio della sua comunità. E sarà ancora il P. Quintino a raccontarci gli ultimi eroici momenti della tragica vicenda missionaria del nostro carissimo P.Antonio: "Lunedì 7 settembre, a tarda sera, improvvisa si è abbattuta sulla Provincia la triste notizia della tragica morte del confratello P. Antonio Sinibaldi, parroco nella Chiesa di San Francisco in San Luis nella nostra missione brasiliana e Superiore della stessa. P. Antonio era partito la mattina con un gruppo di 17 giovani della Parrocchia per una giornata di ritiro da tenersi presso un'isoletta non troppo lontana dalla costa. Non si sa come, forse per un'onda più forte, il mare non era completamente calmo, la barca si capovolse. Vista la gravità della situazione, P. Antonio cercò di assicurarsi che tutti i giovani potessero salvarsi. Ridotto allo stremo, spinto da un'altra ondata, ne fu sommerso. Ricuperato quasi subito, sia dai suoi giovani, sia da altri nel frattempo intervenuti, trasportato a riva, non si è potuto far altro che constatarne la morte. La notizia si sparse in un baleno in tutta la città. Espletate le pratiche legali, la salma fu composta nella Parrocchia ove iniziò un corteo continuo e crescente di fedeli che volevano rivedere almeno un'altra volta il loro Pastore, il loro Frei Antonio. L'arcivescovo stesso, Don Paulo Eduardo Ponte, fu per molte ore lì presente, presiedendo il 7 sera, l'8 mattina ed i funerali ufficiali della sera di quel medesimo giorno, e la Celebrazione Eucaristica nella grande piazza antistante la Chiesa per la molta folla che non poteva essere contenuta all'interno. Dopo i solenni funerali di martedì 8 Settembre, festa della natività di Maria SS.ma, per espresso desiderio di tutti i parrocchiani, con il consenso dei parenti, la salma fu tumulata sulla sinistra dell'Altare ove P. Antonio saliva ogni giorno per offrire la Vittima Divina e spezzare il Pane della Parola. Abbiamo ancora ascoltato la testimonianza di P. Luigi D'Andrea, missionario con P. Antonio nel Maranhâo e delle suore missionarie della congregazione delle "Suore della S. Famiglia" di Verona, anch'esse operanti rispettivamente a Parana e nel Maranhâo: Sr. Regina Passarotto e Sr. Agnese Caneva. Testimonianze vive e sincere che ci offrirono il vero, autentico volto, l'immagine splendida di un apostolo che si era donato al prossimo fino all'estremo sacrificio. Per questo la gente di quelle regioni lo ha amato e lo ha voluto sepolto nella sua terra. Continuerà così, nel silenzio, a parlar loro di amore; li spronerà ancora ad aver fiducia in un futuro più giusto. P. Antonio è stato un mio carissimo amico degli anni passati, e parlare di lui vorrebbe dire dare la stura a tanti ricordi lontani, a tanta ammirazione che mi ha sempre ispirato la sua incomparabile dolcezza, la estrema riservatezza, la squisita mitezza e la piena disponibilità, come chierichetto, al servizio della comune parrocchia, quella di S. Maria degli Angeli, quando a reggerla era il compianto Mons. Don Guglielmo Coluzzi. L'immagine di P. Antonio, ragazzo sempre sorridente, mi ritorna lucida e viva nel cuore e nella mente. Ogni volta che egli - missionario - tornava a Segni, quelle gradevoli sensazioni trovavano in me sempre puntuale conferma, anche allora che gli anni e le fatiche apostoliche avevano segnato in qualche modo la sua fronte. P. Antonio era nato a Segni il 26 novembre 1937. Giovanissimo entrò nell'Ordine dei Frati Minori Conventuali presso il serafico collegio di Fossanova, dove compì gli studi ginnasiali; trascorse l'anno di noviziato a Piglio, sotto la guida spirituale del Maestro P. Quirico Pignalberi, compagno di San Massimiliano Kolbe, con il quale avevano fondato la Milizia di Maria Immacolata. A Cave attese agli studi liceali e filosofici; si portò quindi a Roma per il corso teologico. Emise i voti solenni l'8 settembre 1955; fu ordinato sacerdote il 17 marzo 1962. Dopo circa otto anni di sacerdozio l'ansia missionaria che gli bruciava dentro trovò lo sbocco deto. L'approdo non sarà, tuttavia, quello da lui sognato: l'Asia o il Giappone; sarà, invece, il lontano Brasile ed esattamente lo stato del Maranhâo, la cui capitale è Sâo Louis, che si affaccia sull'Atlantico ed è una delle regioni meno sviluppate del vasto Brasile. E partì con altri tre confratelli, tra i quali un frate cooperatore, Fra' Edoardo Rori di Segni. Era l'anno 1968. A 17 anni dalla eroica morte di P. Antonio Sinibaldi, Segni, la sua città, gli intitola, una via: la I^ Traversa di via dei Cappuccini, già Via Cappuccini I^ traversa.