-
-
- Il
Teatro Out Off in collaborazione con Goethe - Institut Inter Nationes
di Milano,
- dal 13 novembre al 22 dicembre 2002
presenta:
-
- UN UOMO E’ UN UOMO
-
- di Bertolt
Brecht
- musiche di Paul
Dessau
- traduzione di Giulia Veronesi
- regia Lorenzo Loris
-
- con
- Elena Callegari (Vedova Begbick),
Roberto Cajafa (Fairchild)
- Tatiana Olear (Galy Gay), Vladimiro
Russo (Uria), Mirko Soldano (Jesse), Davide Gorla (Polly)
-
- e con la partecipazione degli allievi
del corso di regia Endasform Lombardia FSE, Andrea Belloni Sonzogni
(soldato), Fabio Cinicola (soldato), Giovanni Grazzani (Jip)
e con Rossella Vandoni (Moglie di Galy Gay).
-
- consulenza drammaturgica Roberto
Traverso
- scene e costumi Emanuela Pischedda
- assistente scenografo Fabio Floris
- consulenza musicale Andrea Mormina
- musiche eseguite e arrangiate da Andrea
Belloni Sonzogni e Fabio Cinicola
- video Dimitris Statiris
- luci Monica Gorla e Alessandro
Canali
- movimenti coreografici Elena
Callegari
-
- Può un pacifico uomo qualunque essere
trasformato in una efficiente e sanguinaria macchina da guerra? La
storia che il grande drammaturgo tedesco ci racconta è straordinaria
e sintomatica dei tempi in cui viviamo soprattutto per la riflessione
che ci impone sulla nostra condizione di esseri sempre più
spersonalizzati. Brecht analizza il nostro tempo servendosi della
parabola del pacifico scaricatore Galy Gay "che esce di casa a
comperare un pesce per il pranzo e che invece di tornare dalla moglie
prende il posto di un ladro assurto al rango di divinità e finisce
per essere trasformato in soldato dopo aver assistito alla propria
fucilazione ed essersi anche pronunciata l’orazione funebre".
Il tono paradossale della commedia racchiude un significato profondo
oggi più che mai attuale e che risuona come un ammonimento e ci aiuta
a prendere sempre più coscienza di noi stessi. In tempi in cui ciò
che conta sono esclusivamente i risultati; in tempi in cui l’uomo
diventa un numero che garantisce un voto e non sa più qual’è la
propria identità, spesso non sappiamo dire di no mutiamo la nostra
natura legandola alle circostanze che ci sembrano favorevoli e
dimentichiamo la nostra entità più profonda. Questa commedia della
spersonalizzazione dell’individuo ci spinge a riflettere su quanto
sia fondamentale sviluppare e coltivare il nostro spirito critico.
- Nello spettacolo, che prevede l’alternarsi
di parti in prosa con versi e canzoni, le musiche sono eseguite dal
vivo. Lo spazio scenico, ideato da Emanuela Pischedda è composto da
elementi modulari in legno che vengono utilizzati dagli attori nelle
11 scene in cui è suddivisa la pièce. Gli interventi sul testo si
sono limitati a rendere più scorrevoli i dialoghi e togliere i
riferimenti alla realtà coloniale dei primi del Novecento. Si è
così voluto dare al testo una forza polemica che avesse un richiamo
anche nel nostro presente.
-
- Intermezzo (detto dalla vedova Leocadia
Begbick).
- Un uomo è un uomo, dice il signor
Bertolt Brecht.
- E su questo nessuno può eccepire
alcunché.
- Ma il signor Bertolt Brecht ora
dimostrerà
- che, un uomo, lo si può rifare a
volontà.
- Stasera un uomo viene smontato e
rimontato
- come un'auto, senza che nulla vada
sprecato.
- Con lui si tratterà molto
correttamente:
- sarà pregato, senza sgarbo ma
fermamente,
- di volersi col moto del mondo conformare
- e, se possiede un pesce, di lasciarlo
nuotare.
- E quest'uomo rifatto, a qualunque
funzione
- si pensi di adibirlo, non darà
delusione.
- Se non lo si sorveglia, dalla notte al
mattino
- possiamo anche trovarcelo mutato in
assassino.
- Il signor Bertolt Brecht spera che tutti
vediate
- come neve squagliarsi la terra che
calpestate
- e che la storia di Galy Gay vi ammaestri
- quanto sono rischiosi i destini
terrestri.
- da "Un uomo è un uomo" di
Bertolt Brecht
|