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DA MARTEDI 16 A DOMENICA 21 APRILE 2002 -
ORE 21,00
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presso il TEATRO OUT OFF
si terrà lo spettacolo
mexico city
- sette notti
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spettacolo teatrale e musicale ispirato a
"La Caduta" di A. Camus
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con Sergio Paladino e Alberto Tacchini
scenografia Santo Catanuto
allestimento scenico Mmble Mumble
costumi Simona De Castro
luci Alessandro Canali e Monica Gorla
effetti sonori Max Moioli
movimenti coreografici Rosita Mariani
collaborazione artistica Cristina Rizzello e Paola Manfredi
musiche originali dal vivo per pianoforte e piano preparato Alberto
Tacchini
regia e drammturgia Sergio Paladino
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prodotto da Sergio Paladino
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Mexico City
sette notti
Mexico City, locale malfamato del porto di Amsterdam dove uomini
di passaggio si confidano tra loro senza precauzioni,
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certi di non rivedersi più. Unica presenza
costante è un pianista che trae spunto dai racconti degli avventori per
le sue improvvisazioni. Una notte conosce Jean, uomo d'esperienza,
brillante ma ossessionato dal ricordo di una colpa. Complici la notte,
la pioggia, l'alcool, tra i due nasce un'intesa che li porterà ad
incontrarsi a Mexico City per sette notti. Le parole di Jean offrono al
pianista spunti eccezionali da tradurre in musica, ma da queste emerge
ben presto anche un
doloroso e profondo disagio nei confronti della vita. Toccato dal dolore
di Jean, il pianista lo accoglie dentro di sé fino a
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sentirlo come parte reale della sua stessa
esistenza. Liberato da un peso
enorme Jean corre verso la salvezza mentre il pianista esegue la sua
composizione più estrema, sprigionando le note
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di una musica furiosa e devastante.
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Mexico City e "La caduta"Il lavoro
ha trovato ne La Caduta di Albert Camus la sua principale
fonte di ispirazione. De La Caduta sono rimaste le atmosfere (è sempre
notte, fuori piove), Amsterdam,
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Mexico City: un locale del porto dove un
uomo "...d'esperienza" cerca il suo simile, il borghese
che prima o poi va a finire nelle secche malfamate, per estendere su di
lui il proprio senso di colpa al fine di stemperarlo.
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È rimasta intatta anche la forma di
monologo con la quale l'opera è stata concepita e scritta: Camus,
infatti, fa
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parlare solo il protagonista ed attraverso
le sue risposte ci fa intuire il pensiero dell'altro,
come se questi non fosse che un mezzo, uno spazio silenzioso dove
riflettere il proprio intimo malessere esistenziale.
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In scena l'interlocutore è un pianista che
ascolta, accompagna, supporta,
incita il protagonista ad andare sempre più a fondo nelle confessioni
usando nient'altro che la musica.
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Questo connubio tra suoni e parole aumenta
la forza evocativa della narrazione e conferisce allo spettacolo
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la forma di teatro musicato,
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una messa in scena dove rappresentazione
teatrale e concerto diventano una cosa sola.
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Gli interpreti.
L'attore Sergio Paladino e il musicista Alberto Tacchini non
costituiscono una compagnia
stabile. Si sono ritrovati in un percorso di ricerca comune durante
l'allestimento dello spettacolo Mexico City, all'interno
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del quale ciascuno ha portato la propria
specificità.
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Sergio Paladino è nato a Catania nel '66 e
vive a Milano. Ha cominciato il suo percorso artistico nel teatro di
strada come acrobata/giocoliere ed ha proseguito il suo lavoro
all'interno del teatro di ricerca e del teatro-danza studiando con Danio
Manfredini, Raul Manso, Paola Manfredi e lavorando con registi e
coreografi quali
Dario Fo, Bob Wilson, Marco Baliani, Marco Gagliardo, Susanna Beltrami,
Jerome Savary. Canta come voce solista in diverse formazioni tra
le quali l'Orchestra Metropolis - repertorio di Frank Zappa e il Coro
Cantosospeso - repertorio internazionale.
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Alberto Tacchini è nato a Limbiate
(Mi) nel '67 e vive a Milano. Studia pianoforte, armonia e composizione
con i Maerstri Adrian Vasilache e Aldo Rossi, musica Jazz con il Maestro
Franco D'Andrea. Viene premiato come miglior pianista in diversi
concorsi tra i quali Siena Jazz, Bara Jazz e Parma Jazz. Suona con
musicisti quali Tiziana Ghiglioni, Claudio Fasoli, Paolo Fresu e Tiziano
Tononi. Con quest'ultimo ha inciso diversi CD tra i quali We still have
visions (tributo a Roland Kirk), riconosciuto nel 2001 quale miglior CD
Jazz.
Ultimamente rivolge il proprio interesse verso la musica informale,
l'improvvisazione, la composizione di brani originali per piano
preparato.
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