Due straordinari folli
personaggi
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Due emarginati, imbottiti di
psicofarmaci, due eroi della guerra quotidiana per la sopravvivenza
in un mondo estraneo, si aggirano nei labirinti di una città di
mare, Genova forse, inseguiti dai mostri partoriti dalla loro mente
che i farmaci attenuano, fanno addormentare ma non scacciano. Due
anime sole contro una vita difficile da sopportare, scandita dalle
visite ambulatoriali, dai piccoli ricoveri e dalla ricerca di una
libertà insidiata dal loro stesso immaginario. Due profughi
dell'esistenza che decidono di guardare in faccia i propri mostri e
sconfiggerli, distruggerli per non essere distrutti in una
donchisciottesca tenzone senza vincitori ma solo vinti. Due uomini
che finiranno per spargere il loro seme ai pesci, unico modo per
dare un senso, seppur folle e paradossale, alla loro esistenza, al
loro passaggio sulla terra. Questi i protagonisti dell'interessante
e disperante «Naufragi di Don Chisciotte» del trentaduenne Massimo
Bavastro, portato in scena con una regia sobria, misurata e
intelligente da Lorenzo Loris, protagonisti Gigio Alberti e Mario
Sala. Una strada, un argine, un molo da percorrere in bicicletta,
strutture del porto da confondere con mulini a vento, finestre di
case illuminate dalle quali spiare la bella Dulcinea, «carruggi»
come insidiosi labirinti popolati da minacciosi «diversi» come
loro, «i neri col coltellino», un paesaggio urbano ostile nel
quale il Sancho gonfio di medicinali e di infelicità dispensa, in
un discorrere logorroico, pillole della sua non saggezza, del suo
anelito di voglia di vivere. Un personaggio che Gigio Alberti
disegna con bravura, facendolo vibrare di patetici e sperduti
accenti rodomonteschi. Accanto a lui il più fragile Chisciotte,
perseguitato da una madre bigotta che lo assilla con esorcismi e
«acque benedette», che l'ottimo Mario Sala fa vivere con i suoi
tic comportamentali, con la sua anima candida e la sua disperazione,
la sua giocosità infantile, le sue ossessioni divenute mostri
palpabili.
NAUFRAGI DI DON CHISCIOTTE di Massimo Bavastro,
regia di Lorenzo Loris con Gigio Alberti e Mario Sala,
Teatro Out-Off, Milano, fino al 3 febbraio
Magda Poli, (Cronaca di Milano) Corriere della Sera.
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