Talleyrand-Périgord, Charles Maurice (1754-1838)
Voltagabbana o machiavellico uomo di stato?
Nato da una grande famiglia, dovette scegliere lo stato ecclesiastico a causa di una malformazione al piede che lo rendeva zoppo. Nipote dell'arcivescovo di Reims, fu fatto vescovo d'Autun nel 1788. Rappresentante del clero agli Stati Generali per la sua diocesi, il suo primo tradimento fu la sua proposta di nazionalizzare i beni ecclesiastici. Approvò la Costituzione civile del clero accettando di creare nuovi vescovi.
In missione a Londra nel 1792 cercò di guadagnare l'Inghilterra alla causa francese. Cominciò - in segreto, s'intende - a fare il doppio gioco e fu dichiarato emigrato.
Espulso anche da Londra si recò in America. Dopo il Terrore gli fu tolta la proscrizione. Appoggiò la campagna d'Egitto attirandosi l'attenzione di Bonaparte. Barras lo fece Ministro delle relazioni estere nel 1797. Gran profittatore della sua posizione, mirò sempre a farsi pagare immensamente i suoi servigi da tutti. Attaccato da tutti dovette dimettersi nel 1799. Dopo il 18 brumaio ritrovò la sua carica.
Fu creato Principe di Benvento e Gran Ciambellano; tradì Napoleone per Luigi XVIII che lo fece ancora Ministro degli esteri al Congresso di Vienna. Nel 1830 accettò l'Ambasciata a Londra da Luigi Filippo. Sostenne sempre di aver fatto gli interessi della nazione. Morì riconciliato con la Chiesa.
Ultima capriola?
Cfr. Tulard, Fayard, Fierro, Histoire et dictionnaire de la revolution française, Paris, 1987