Bissari Enrico Luigi Vincenzo, (1760-1826)
Figlio di Girolamo e di Teresa Capra. Giacobino dei più accesi, ambiziosissimo.
"...Prese la Croce di Malta e professò in quell'Ordine di cui fu prima Cavaliere a poi Commendatore. Viaggiò per molti anni e parteggiò per le novità del secolo XVIII. Trovandosi in patria nel 1797 dicono che il primo francese entrasse a Vicenza in mezzo a due fratelli Bissari. Innanzi all'albero della libertà, preso da fanatismo conculcò la croce di Malta di cui era fregiato unitamente ad altro dei suoi fratelli. Questi atti spiacquero alla parte del popolo avversa alle novità, spiacquero alla moderata... Avvenne intanto che il di lui servitore uccise Camillo suo fratello primogenito e siccome gli vantaggiava la primogenitura il popolo lo credette autore segreto di quell'omicidio e benchè fosse preso il reo e nulla mai confessasse che ad Enrico fosse nocivo, e fusse stato Enrico uno dei più zelanti persecutori a farlo arrestare, (il popolo diceva che il reo era stato sedotto con la speranza di grazia ad accusarsi di una rapina che non avea fatto) il reo però non si smentì mai. Enrico ebbe e Vicenza non pochi uffici elevati. Fu tra i componenti la Prima Municipalità Provvisoria. Avea brama d'onori ed adulò Napoleone. Caduto, lo ingiuriò e Testa gli scrisse quel violento sonetto a tutti noto. Uomo al sommo iracondo era facile ad esssere provocato. Fortunato con le donne portò la sventura in casa Conti ove una donna della razza di sua madre lo fece padre di Riccardo (o Rinaldo ?) Conti. Morì di gotta....il 23 gennaio 1826. Scrisse molto in poesia e quando la buona lingua non era essenziale per verseggiar bene, piaceva... "
(G. Da Schio; Persone memorabili, alla voce Bissari)
Cfr. anche M.SARDO, Ottavia, le Bisce e Bonaparte, Vicenza 1989.