Avvertenza
Per quanto possa - o no - interessare, ci tengo a chiarire che questa ricerca iniziò nel 1974, quando mi fu chiesto dall'amico Elio Franzin di Padova - che curava l'argomento della caduta della Serenissima - per conto di un giornale di quella città:
- Che cos'è successo a Vicenza in quell'epoca?
- Non so nulla - risposi.
- Informati!
Mi solleticò la curiosità e alla Biblioteca Bertoliana chiesi lumi.
(A questo proposito ringrazio sentitamente i dirigenti ed il personale della Biblioteca, insomma tutti coloro che mi hanno aiutato in queste ricerche. Non posso nominarli tutti poiché sono passati tanti anni e ricordo qui soltanto la Direttrice D.ssa Oliva e la Sig.na Galante che hanno guidato uno sprovveduto come me con un indirizzo generale delle ricerche. Ringrazio anche la D.ssa Adele Scarpari ed il sig. Albino Morello per i manoscritti; il Sig. Dal Lago per la consultazione dell'immane Archivio Bissari, e i tanti altri che ricordo solo visivamente e mi duole non poter citare).
Mi accorsi presto che, allora, non esisteva quasi nulla su quel periodo.
L'interesse per l'argomento fece il resto, e cominciai a raccogliere materiale. Venne così alla luce il volume "Ottavia, le Bisce e Bonaparte", Vicenza, 1989 che tratta le vicende dei nobili Bissari giacobini - stranamente?! - dei più accesi
La trascrizione del manoscritto fu ovviamente frammentaria, laboriosa e lenta. Nel contempo la ricerca si allargava e il lavoro continuava.
Quando uscì il fondamentale libro di Emilio FRANZINA, Vicenza: Storia di una città (Vicenza,1980) fui spronato ulteriormente a continuare poiché significava che la scelta su Ottavia non era sbagliata.
D'altra parte il metter mano all'altra alternativa esistente (trascrizione della cronaca sterminata del/dei Tornieri - forse più ricca di notizie -) era cosa troppo al di sopra delle mie forze.
Tanto è vero che non sembra se ne sia fatto ancora nulla.
Ovviamente, in questa sede ho ripreso le tracce del volume precedente [Cfr. M. SARDO, Ottavia, le Bisce e Bonaparte, Vicenza, 1989] che porge i preamboli storici generali e locali.
Diversamente avrei rilasciato un bel diario sì, ma di difficile comprensione al profano perché mancante completamente delle premesse naturali sue proprie.
***
A scanso di altri equivoci, sono doverose le seguenti precisazioni di ordine tecnico generale.
Si è lavorato per la gran parte, su di un esemplare che consta di due volumi: il primo volume, in parte di mano molto probabilmente del marchese Vincenzo Gonzati, va dall'inizio (25 aprile 1797) al 31 marzo 1801; il secondo volume, di altro copista che non siamo riusciti ad identificare, copre il periodo 10 aprile 1801 - 2 marzo 1814. Esiste però, alla Biblioteca Bertoliana di Vicenza, - e l'abbiamo saputo ahimé troppo tardi - anche un altro esemplare del Giornale, stavolta autografo di Ottavia, ma mutilo del primo volume. Ce ne siamo serviti ovviamente per controllare i punti dubbi della nostra trascrizione. (Mi è stato riferito che questo primo volume autografo esisterebbe presso l'archivio privato di una nobile famiglia vicentina, ma - con rammarico - non c'è stato modo di consultarlo).
Per la nota storico biografica introduttiva al Giornale di Ottavia Negri, oltre alle carte Velo e Negri, è stata fonte insostituibile la sconfinata produzione di Giovanni da Schio [Persone Memorabili, Famiglie, ecc.] - ovviamente assieme a numerose altre che per brevità citiamo solo in bibliografia.
C'è una precisazione da fare: In realtà Ottavia comincia a scrivere il 25 aprile 1797, ma altri hanno interpretato il preambolo che ella pone all'inizio come scritto nel 1796. L'equivoco è dovuto forse all'uso di appunti precedenti che solo nel '97 si concretizzano nella volontà di scrivere la Cronaca. Nelle prime pagine, Ottavia riassume i fatti del 1796 e scrive 1796 a lato di quelle prime pagine. Ma del resto lei stessa dice: ".... Il 25 aprile 1797, giorno nel quale ho cominciato a scrivere questo giornale."
Inoltre chiarisco anche qui che
In occasione del convegno su:
"L'Aristocrazia vicentina di fronte al cambiamento",
tenutosi a Vicenza nel dicembre 1997, per il bicentenario della Campagna d'Italia
presentai come relatore,
la nota storico biografica su O.N.V.
regolarmente consegnata per la pubblicazione negli atti del Convegno ma essa non si ritrova nel volume degli atti dello stesso convegno, edito il marzo 2000 a cura dell'Accademia Olimpica.
Chissà perché......?!
Inutile dire che proprio il Giornale di Ottavia Negri Velo costituisce la parte più ghiotta del volume - perché inedita - oltre che più corposa (580 pagine delle 680 ca. totali) e laboriosa.
Compare invece - immediatamente prima del "Giornale" - e proprio per quella collocazione potrebbe essermi attribuito, un "riassuntino" biografico su O.N.V. che non è opera mia. Tra l'altro, tale riassuntino non è corretto (Ottavia muore l'8 marzo 1814, non l'aprile), eppoi ... si scrive efficienza e non efficenza (nota di pag. 87).
Per questo, penso di dare a Cesare quel che è di Cesare, pubblicando qui quanto doveva esser pubblicato altrove, anche perché nel tempo intercorso tra la consegna della mia relazione e la pubblicazione del volume - (due anni) - molto della mia polpa è stato piluccato da altri.
(...Mi viene in mente la favola delle penne del pavone......)
PIU' in particolare, la revisione cosiddetta “critica” del Giornale di Ottavia N. V. offerta nel volume di cui sopra, che si riprometterebbe di render il testo più fruibile oggi, non mi sembra particolarmente valida, così come è stata fatta.
Infatti, non ha senso sciogliere le abbreviazioni facilmente intelligibili, come K.r per Kavalier o M.r per Monsieur, cordialm.e per cordialmente; o togliere le maiuscole dove il testo le porta, come era uso di allora.
Ottavia scrive Francesi ed Austriaci, Società Patriotica e noi invece scriviamo "francesi ed austriaci, società patriottica".
Ed allora?
Cosa vuol dire togliere le maiuscole o mettere le doppie dove noi le mettiamo o non le mettiamo?
Il restauro di un affresco - parlo di un restauro vero - non quello fatto da dilettanti, vuole suggerire appena le parti mancanti - se ce n'è bisogno - ma non toglie nulla di quello che si legge già.
Se si vuole conservare ad un testo tutto il suo sapore io credo che non si debba intervenire per nulla, a meno che non sia strettamente necessario alla sua comprensione. Al più si darà una spiegazione tra parentesi quadre.
La revisione che è stata fatta nel volume dell'"Accademia Olimpica" - a mio modesto avviso, a parere di uno che ha fatto un lavoro "amatoriale", come si dice tra i professionisti - falsa il sapore del testo, perché il testo di Ottavia non ha bisogno di interventi se non rarissimi.
Doveroso era invece completare la datazione giornaliera, aggiungendo mese ed anno.
E ciò non è stato fatto.
Ottavia infatti nelle sue pagine - solo il primo giorno cita il mese, limitandosi nei seguenti a scrivere: 2 d.o, 15 d.o [detto].
Così è anche per l'anno: Ottavia lo scrive solo il primo gennaio di ogni anno.
Cosicché per sapere di quale anno si tratta, si è costretti a lunghe acrobazie tra le 580 pagine del "Giornale".
In questa edizione web, invece, si cura anche questo: le date sono apposte tra parentesi quadre.
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E' pure opportuno chiarire che il manoscritto autografo di Ottavia porta l'intestazione di: Cronaca Vicentina. [BBV G 23.10-12 (1544)]. Giornale è invece il titolo del manoscritto non autografo. [BBV G 23.10 13-14 (1786)].
È ovvio che per una miglior conoscenza del periodo di cui ci occupiamo, questa cronaca non sarà sufficiente e converrà rinfrescarsi almeno a grandi linee le vicende della storia.
Chi voglia tuttavia conoscere da vicino la storia locale vicentina avrà modo - con il presente volume informatico - di leggere i pensieri da una mano di allora, e potrà egli stesso mediarli col senno di poi.
Ho la presunzione di aver portato a ciò un qualche microscopico contributo.
Mirto Sardo