Appendice
FATTI DI VITA SETTECENTESCA
Da Ms Arnaldi - BBV 2852-2853
10 luglio 1723
Gli Ebrei da qualche tempo in qua si trovano a poco a poco annidati in questa
città di modo che
avevano anco preso casa, e di questo tempo erano in gran numero.
Oggi sono stati con pubblico proclama dell'Ecc.o.mo Podestà e Deputati, da
questa città e
territorio Banditi; ......dovranno essere allontanati da questa giurisdizione.
25 luglio 1726
E' passato da questa a miglior vita il Co: Febo qu: Pietro Arnaldi e questo ha
lasciato un suo
fratello maritato per nome Gasparo il qual ha avuto una figliola di sua moglie,
ma li è morta di
età di l6 anni,e così ancor questo non ha alcun figlio et al presente è
condannato nelli camerotti
in vita sua, havendolo condannato il Consiglio di Dieci.
Il suo palazzo in Vicenza è in contrà di S. Apostoli.
20 ottobre 1726
...e dopo la morte di sua moglie ha lasciato alla nostra Casa, facendo una
primogenitura come
nel testamento, ed ha lasciato la sua robba alla nostra Casa, senza esser
parente, soltanto a titolo
di amicizia.
(Sappiamo invece che l'Arnaldi era il Cavalier servente della
madre di chi scrive questa
cronaca. Cesare Tornieri, e addirittura egli sembrerebbe essere suo figlio
naturale. Il Testamento
lasciava i beni Arnaldi sotto la clausola che i beneficati portassero il nome
Arnaldi Arnaldo e
si sposassero entro il diciottesimo anno d'età. Ecco spiedata la ragione del
ripetersi degli stessi
nomi nella famiglia Tornieri. N.d.a.)
22 ottobre 1726
Venne la nuova della morte del Co: Gasparo Arnaldi seguita improvvisamente nei
Camerotti
di Venezia e la notte della domenica 20 D.o, in tempo che qui si formava
rigoroso processo
dall'Ecc.o. Podestà delegato dal Consiglio di X, per la morte del Co: Febo suo
fratello seguita
nei mesi passati, per fama avvelenato da D.o Co: Gasparo: e per fama si dice che
D.o Co: Gasparo.
d'ordine pubblico sia stato strangolato.
26 ottobre 1726
...Pietro Caldogno, figlio di Atalanta Trissino e Francesco Caldogno...aveva
pratica con una
venetiana di anni 18 fu mantenuta del detto Co: Pietro et il Co: Agostin Piovene
delli Carmini,
ma poi rimasto solo il detto Co: Pietro la fece andare in casa sua, dalla quale
già due mesi circa
ha avuto un figliolo che per quanto viene detto lo fa allevare: hora già cinque
o sei giorni è
sopraggiunta a detto Co: Pietro la fersa con della febbre, et ieri si è scoperto
anco il vajuolo,
male che sempre si deve temere essendo in età' di anni 19: così il giorno d'oggi
ha sposato detta
sua donna .
3 aprile 1727
Alle hore sei in circa il Co: Gualdo Gualdo nel suo palazzo in Vicenza sotto la Parrocchia di
S.Michele, confina con li Co: Garzadori, qual'è stato comprato dopo questo fatto che si leggerà
dalli Co: Angusiola, il detto Gualdo era a cena con sua moglie qual era figliola d'un
Comandadore (Comandadore == banditore dei decreti e proclami, N.d.r.) di questa Città et
anco v'era a cena un'amica di d.a sua moglie, ha il s.o a prencipiato a gridare con d.a sua moglie
et amica mentre la medesima viveva da poco buona Christiana, e li vendeva tutti li mobili di
casa: in somma questa era la padrona e suo marito il servo e fava mormorare tutta la Città: era
una bella Donna e v'era un gentiluomo di questa Città figlio del Co: Brunoro Muzan per nome
Massimiliano che molto la corteggiava. Il detto suo marito dopo averli ben gridato si levò da
toiaetandòal fuoco. Sua moglie et amica unite l'hanno seguito con un concilo e detta sua
moglie lo ferì lievemente in un brazzo, e l'amica di sua moglie li dava animo col dirli che
l'uccide, e si sforzava anco la medema di privarlo di vita: il d.o Co: Gualdo quando si ha
veduto in pericolo ha preso un passeto che ardeva nel fuoco e con quello ha prencipiato a
bastonare sua moglie, e con tré bastonate la privò di vita e dopo fé il medemo alla Vecchia, cioè
l'ava di detta sua moglie e poi se ne fuggì fuori di città. II giorno susseguente il Sig. Podestà mandò
Sbirri e soldadi al convento di S. Michele dove si supponeva che vi fosse il detto Co: Gualdo, ma
dalli suddetti non fu ritrovato: dopo sei mesi che fu nato questo caso si presentò ed è stato
precentato un anno.
.....1730
E' passato da questa a miglior vita il Co: Bernardino Porto nella sua habitazione nella villa
di Tiene. Morse senza potersi confessare in etàdi anni 70 circa......questo era un uomo seditioso
nella Città e potente di ricchezze, nelle sue case erano salvi tutti li banditi: non pagava li suoi
debiti quando usciva di casa era sempre accompagnato da una truppa di Sbrusi, in somma
voleva stare sopra tutti, era anco protettore degli Sbiri e di tutti li furbi...
9 feb 1731
Faccio nota che quest'anno è stato un grandissimo freddo, qual ha seguitato fino a questo
giorno e dal gran freddo, fu agghiacciata l'acqua corrente, mentre fu agghiacciato il Tribolo,
et il giorno più freddo fu il 2 di gennaro... ma nonostante seguita il gran freddo fino a questi
giorni. E'venuta molta neve in questi giorni sottoscritti ...8,12,28 dicembre 1730 e25 gennaro
17 3 le in questo giorno la neve fu alta più di un piede...il 5,6,7 febraro questi furono tutti i giorni
che nevicò. Fu parimenti agghiacciata la Brenta mentre non di poteva transitare con le barche:
insomma fu grandissimo freddo e molto lungo: nel termometro di casa fu fino alii gradi 31 e
mezzo e questo fu il giorno di genaro passato prossimo.
25 agosto 1731
...tal Sig. Scarati di Marostica, questi ha avuto una carica in Territorio e per tal carica è venuto
ad abitare a Vicenza: ha fatto amicizia con la sorella del Sig. Innocenzo: Regaù e di questa
Putta vive anco sua Madre, finalmente questo Scarati ha preso per sua Moglie la Putta, ed il
padredi d.o Scarati la Madre della Putta, e così furono fatti in un giorno ambi questi matrimonii,
et il giorno dello sposalizio fu alli 13 dello presente mese.
Il figliolo del Scarati credeva di far più di quello si può: così per dieci giorni continui ha usato
carnalmente con sua moglie 20 volte tra di e notte: finalmente è rimasto così indebolito che in
questo giorno li è convenuto morire: la sposa poi ancor questa ha un grandissimo male e questa
mattina li fu portato il Sacramento ...
17 aprile 1759
Fu trovato morto nel bosco in coltura di Camisano D. Gian Battista Geresare Della Valle, ex
maestro in Seminario, di gran virtù con accanto questa lettera scritta evidentemente da lui
stesso:
17 aprile 1759
II primo passeggero che mi troverà resta avvisato che sono più di 10 anni che ho risolto di
troncar il corso di questa vita al fine di sottrarmi dagl' incomodi che ce ne porta.
Mi sono fatto aprir la vena col pretesto d'aver bisogno d'una cavata di sangue, e poscia con maggior
indifferenza di Socrate e animo più forte di Catone, ho levato in questo luogo le fasce, sturato
il salasso e procurato di finir di vivere senza romori o follia di Preti: non voglio ne Messe ne
esequie ne sepoltura perché voglio ritornar nel mio nulla, senza queste puerili e ridicole
cere[mo]nie.
4 Maggio 1762
Essendovi nel nostro seminario tre figlioli del Sig. Giuseppe Bonaguro, avendo il più piccolo
verso le ore 20 di detto giorno gridato con altro Seminarista Bresciano, qual gli diede uno
schiaffo al detto Bonaguro, questi immediatamente lo partecipò a suo fratello maggiore,
cosicché essendo soliti li Seminaristi portarsi a camminare verso le ore 23, il detto Bonaguro
maggiore domandò licenza al Rettore di stare quel giorno a casa sentendosi incomodato, nel
qual tempo che restò a casa si provvide di un coltello e fece il suo fagotto che pose vicino alla
porta del Seminario.
Venuti li Seminaristi a casa ed il detto Bresciano verso un'ora di notte portandosi giù da una scala
fu inseguito dal detto Bonaguro maggiore e gli diede cinque coltellate.
Giunto ivi il Rettore principiò a sgridarli e questo era disgiunto qualche passo dal D.o Bresciano,
ma vedendo che ancor viveva ritornò indietro e gli diede altre coltellate, che dopo pochi momenti
finì di vivere ed il detto Bonaguro se ne fuggì.
Il nostro Cardinale inteso tal omicidio ha provato un dolore ed afflizione grandissima.
Ogni ulteriore commento ci sembra superfluo
SATIRE
BBV Arnaldi 285
2 giugno 1751
...Bertuccio Contarmi...esosissimo con debitori di campatici ha usato l'armi militari a farsi
pagare, cioè spediva soldati al debitore e fino che non pagava li detti soldati stavano nella casa
del debitore, condannato a doverli pagare L. 10 al giorno per cadauno: et ha usato altre
autorità che per modestia io taccio.
Fu posto sopra li cantoni il seguente libello infamatorio:
BERTUCCIO CONTARENO
ERMAFRODITI VINCENTIAE
PRAETORI
UTRIUSQUE FORI RENOVATORI
UTRIUSQUE VITII REPARATORI
MONUMENTUM
Nessun
commento !!!!
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SATIRA contro il Trevisan (anonima)
BBV 5258 Ctal37
Pater tu parti e porti teco il noster
contro il divieto del qui es in celis
finito hai qui di far il santifìcetur
che ognun maledirà il nomen tuum
tu che fai volentieri l'Adveniat
per trasportare tutto al regnum tuum
se il del ti punirà diremo fìat
che iniqua sempre fu voluntas tua
viveressimo noi sicut in celo
senza penuria e guai qui, et in terra
Ma avendoci tu tolto il panem nostrum
perché per sodisfare il tu da nobis
non ci vuoi condonar debita nostra
come dunque dirai sic(ut) et nos
senza punto mentir a quel dimittimus
semmai non perdona a debitoribus
che tanto dice e grida ognun de nostris
Deh, gran rè del del, ne nos inducas
per pietà ti preghiamo in tentationem
Sed dal tiranno Crudel Ubera nos
Mandandosi tutti amalo. Amen.
All'Ecc.lmo Cura Borse Vicentine
sotto il Nome di Giac.mo Trevisan Podestà V.e Capitanio
In Cale dei Ladri S: Tomaso
Venezia
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LIBERI MURATORI
(Mutinelli)
7 luglio 1785
Trovavasi la Loggia di Vicenza in una casa della Contro Carpagnon: era
Venerabile un Conte Francesco Sangiovanni, membri Ottavio Conte Monza,
Francesco Conte Anguissola, tre di Casa Portinari, Francesco Modena,
Girolamo Antonio e Francesco Conti Thiene, Lionardo Conte Bissaro, tutti
vicentini, il dottore Giovanni Scola, Ludovico Scomazon, Giovanni Beretta e un
prete della Piazza di Schio; AndreaBalci, Felice Lioi, un Pietrobelli,Bartolomeo
Tormeno, Francesco Saggini e Giovanni Battista Pedrazza di Tiene, finalmente
il dottar Girolamo Festari di Valdagno.
Lo stesso parlando dei L.M. di Padova (ib.)
...Angelo Quirini alternamente sedeva in senato e in Loggià, andava a diletto, o
meglio a veder confratelli e a convenir seco loro in parlamento, in Isvizzera e in
alcune città della Francia, congiuntamente a Girolamo Festari di Valdagno,
medico, e Libero Muratore pur esso, aggregato alla Loggia di Vicenza....
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DIAN (sullo stesso argomento)
BBV20.10.3 P.503
Varii distinti soggetti di tutte le classi formavano tale unione secreta, in cui il
secreto medesimo può indicare cosa essi andavano macchinando. Questi socj
aveano modo di unirsi e a'intendersi impervii agli altri, aveano pratiche le quali
sembravano tendere alla vera superstizione, ed in vista di tutto questo hanno già
subito gli anatemi della Chiesa colle bolle pontifìcie di Clemente VII nel 1738 e di
Benedetto XIV nel 1751.
Aveano poi per base d'indurre fra sé e gli uomini tutti una eguaglianza e
fratellanza la quale dovendo sussistere tra persone di diverso culto, tende
all'indifferentismo ed è perciò in opposizione diretta colla Religione; Fratellanza
che dovendo stabilirsi tra persone di diverso grado è incompatibile con le varie
gerarchie Civili...
Nessun commento!
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Dalle MEMORIE di TORNIERI Arnaldi Arnaldo I°
10 novembre 1789
Un fenomeno interessante la storia naturale è accaduto in un giorno dei primi del corrente o
degli ultimi di ottobre. Si è distaccato verso Recoaro un pezzo grandissimo di monte, con tal
fragore che la sua caduta rovinosa fu intesa da tutti anche in Bertesinella per un tuono. Molti
giorni dopo si è saputo questo fatto di cui ignoro per altro le circostanze ed il luogo preciso.
E' uscita dal monte moltissima acqua ed ha trascinato via persino delle campagne....
2 dicembre 1789
Riguardo alla montagna di cui ho scritto di sopra, ho rilevato che questo fenomeno è accaduto
l'otto di novembre un'ora dopo mezzo giorno. Il tuono fu udito a Padova alle ore... Vi era...una
casa con un mulino che fu sepolto sotto le rovine. Le genti ebbero però il tempo di fuggire e
salvarsi. La montagna suddetta esiste verso Recoaro vicino al luogo dove si cavano le mole di
mulino. La spaccatura di questa montagna ha data la libertà ad una somma quantità di acqua
che era raccolta in quelle spaziose caverne, la quale per diversi giorni mantenne gonfio il
torrente Agno che scorreva di un colore straordinariamente carico. La rovina ha trascinata
seco trecento campi che fruttavano qualche cosa, ma la cosa più degna di osservazione si è che
sotto la nuova apertura si vedono distesi e sepolti orizzontalmente una grandissima quantità
di alberi alcuno dei quali son, sani ed interi, altri guasti e putrefatti, altri in qualche parte
parificati e molti hanno preso un colore ferrigineo e violaceo dal che evidentemente si raccoglie
che un'altra volta in tal luogo è accaduta una simil mina quantunque in quei paesi non ne esista
memoria, anzi non vi è memoria negli archivi di quei comuni che mai vi sieno stati boschi in
quelle vicinanze. La cosa merita grande esame, ma siccome i macigni sono tuttora pericolosa-
mente pendenti i naturalisti osservatori non hanno coraggio di approssimarvisi. La montagna
si chiama buse scure e la nuova spaccatura sarà lunga un miglio...
2 maggio 1791
Al Duca d'Artois giunse ieri in Vicenza un corriere che gli portò nuove desolanti circa gli affari
di Francia....
4 maggio 1791
Vicenza è tutta piena di Francesi tra cui il Duca di Artois, i Conti di Polignac, il Conte di
Calonne ed altri molti che vanno e vengono.
12 maggio 1791
....è partito oggi il Conte d'Artois, ma Vicenza è piena di Francesi.
13 maggio 1791
Giunto a Verona il sudetto conte d'Artois, ricevette in ivi una nuova di Francia per cui ritornò
oggi, non aspettato a Vicenza.
22 giugno
Vicenza è allagata da un torrente incredibile di Forestieri che cominciarono a piombare ieri e
proseguirono nell'oggi senza interruzione basti il dire che da venlidue ore fino alle ventiquattro.
arrivarono per la Porta di Padova sessantatrè legni forestieri, non già per la funzione del Corpus
Domini che sarà domani, ma si perché stassera va in scena un'opera seria di qualche
aspettazione secondo l'entusiasmo del secolo per il teatro. Non mi chiedere che contrassegno
sia questo.
29 giugno 1791
...è giunta nuova per espresso ai conti di Polignac e agli altri Francesi come la notte del 23
corrente il loro Re felicemente è fuggito da Parigi con la Famiglia Reale, nuova che li ha colmati
d' infinita consolazione
6 luglio 1791
Da quanto si è raccolto con le osservazioni, datanti congressi fatti dal Conte d'Artois, da
Monsieur de Chalons e da Ministri esteri fatti per molti giorni in Vicenza si deduce con tutta
probabilità che il piano della fuga del Rè di Francia sia stato preordinato in questa Città, anzi,
non senza fondamento, sostengono molti, che la dichiarazione del Rè del 20 giugno 1791 oggi
compaia in stampa e sia stala composta in Vicenza da Ms. de Colonne che studiava giorno e notte.
7 luglio 1791
Ma chi avrebbe mai creduto che le sopradetie notizie dell'evasione felice di Luigi XVI
mantenutesi costanti per tanti giorni, credute dai Conti di Polignac, affermate dall'Imperatore,
e da lui tenute per vere fino al dì d'oggi in cui partì da Padova dove dimorò tutti questi giorni,
fossero tutte false?
Eppure fu così. Il povero Re fu arrestato nella sua fuga a Varennes e ricondotto a Parigi. Oggi si ha avuta questa
nuova infelice che ha penetrato di giusto dolore tutto il paese.
1 febbraio 1792
E' giunta oggi in Vicenza la funestissima nuova, ma pur troppo da due anni sempre aspettata,
come ai 21 gennaio passato è stato fatto pubblicamente morire dai suoi sudditi selvaggi e ribelli
Luigi XVI, Re Cristianissimo, non d'altro Reo che di essere il loro legittimo Sovrano..
Ah, Nazione umana ! Ah, Nazione galante! Ah, Nazione filosofa, qual mano Irochese potrebbe
descrivere questo atrocissimo misfatto senza tremare?
2 novembre 1792
E' giunta la nuova prevenuta da tanto tempo, come Maria Antonietta Regina di Francia,
Moglie del Martire Luigi XVI, per sentenza di una Nazione, la più galante, la più illuminata,
la più fìlosofìca del secolo fu pubblicamente decapitata il 16 ottobre passato, rea di un
grandissimo delitto qual'è quello di essere stata la moglie di un legittimo Rè, odioso a quegli
scellerati tiranni...
26 giugno 1793
E' giunta la nuova della morte del giovinetto Luigi XVII Rè di Francia accaduta gli 8 del
corrente per lento veleno propinatogli dalle Loro Alte Canaglie, come apparve dalla vision del
cadavere. Ora il vero Re di Francia successore di Luigi XVII è il di lui zio paterno che da molto
tempo soggiorna a Verona, proclamato ora col nome di Luigi XVIII.
3 luglio 1796
Non scrivo le memorie d'Italia, ma è ben che si sappia che dal fìn d'aprile fino ad oggi,
i Francesi o sia gli Unni hanno rapidamente innondata mezza l'Italia senza che un solo
italiano pensi a resistervi.
Gran cecità, gran castigo di Dio!
Finora non son giunti in Vicenza, ma tutti tremano.
Che mai diranno le istorie del valore italiano che una volta conquistò tutto il mondo
cognito e scoprì l'incognito?
20 luglio 1796
Da molti giorni l'Armata Austriaca s'ingrossa sulle nostre montagne per discendere poi
contro i sudeti Francesi. A Bassano ve n'è già un numero di seimila. Aggiunti questi
eranvi 400 cavalli napoletani, ma come è conchiuso l'armistizio tra il Rè di Napoli e i
Francesi, così questa cavalleria è richiamata...
Abbiamo voluto offrire un piccolo saggio delle cronache del Tornieri, perché ci si renda conto
di come, tramite i racconti degli Emigrati,doveva traumaticamente iniziare nella mente di tutti,
quella demonizzazione cui accennammo all'inizio.
Nonostante le sue immense conoscenze in varie discipline, inclusa la filosofìa e le scienze
naturali - il Tornieri era forse l'uomo più colto di Vicenza - il suo smisurato amor di casta gli
vela la lucidità di giudizio, cosicché nelle perorazioni dei bei tempi andati, in cui sembra
veramente di credere, ci appare come un esaltato bigotto nell'empireo di un Cristianesimo
sdegnoso, ovviamente riservato ai pochi buoni, ricchi e nobili.
Se nella difesa della Religione possiamo riconoscergli almeno il merito della buona fede, il
sapere che la sua famiglia che era sì nobile, ma ebbe il titolo Comitale solo nel 1748, ci fa
avvicinare il suo atteggiamento a quello proprio dei parvenus.
Inoltre, ricordando ancora il ruolo giocato nell'alcova dalla nonna. Laura Ferramosca - che
fruttò l'eredità Arnaldi - vien spontaneo contrapporlo al moralismo esasperato del nipote.
Ci resta - unica verità valida oggi come allora - la massima: // danaro non puzza mai.
BERNARDO BOCCHESE
BBV 1301 -23.11.6.7.
Di questo simpaticissimo cronista popolare vogliamo proporre un breve, gustosissimo saggio.
Qualche brano va oltre i nostri limiti cronologici, ma vi è collegato idealmente negli avvenimenti e serve
a darci un'idea della realtà di quei giorni.
Il Bocchese nel suo scrivere non ha preoccupazioni di stile: riesce quindi il più vivo e spontaneo dei cronisti,
specie quando il suo sfogo di poveraccio è conscio del sopruso fattogli.
Possiamo quindi capire la sua indignazione.
18 Aprile 1797
In giorno di martedì alle ore 20 circa è capitato un soldato di S.Marco con ordine pubblico
che subito la Comunità debba tocchare la campana martelo e tutta la gente in massa con tutto
quelo che si poteva ritrovare con armi e così anche queli di Recoaro, Novale e altri ancora uniti
e al mercore sono partiti tutti dopo che l'Anciprete di Valdagno e il Suo capotano a celebrate
la messa la matina bonora e data la santa benedizione con anatro parole da Catolico e
daRev.doepoi subito andati a Montebello contro i Francesi e parte sono andati a Verona tutti
della età di anni 16 sino ai 60, tutti armati con picchi, con menaroti, e avanti fatti soldati
volontari; se n' a fatti in tutto 1200. Tutti siamo andati fino a Lisiera al luogo del Sig. Franceschin
soto Vicenza quatro miglia e mezo, siamo stati giorni otto e poi siamo venuti a Casa tutti che
sono scapati.
una note de boto tuti da paura che capita i Francesi e tutto è stato l'acqua de una bova che
era una rosa (roggia,n.d.r.) di acqua addi 20 aprile 1797, siamo capitati a Thiene e siamo uniti
arquanti e siamo venuti a Valdagno bonora assai alle ore 9 circa siamo stati a casa.
Siamo stati licenziati addì 27 aprile.
addì 2 novembre 1797
Don Pietro Crocco capelano del'Arciprete di Valdagno giorno di domenica canta Messa
solenne con stromenti da fiato i Francesi con li violini di sonadori di Valdagno e la sera
dell'avemaria prima i Francesi con stromenti sonava e ballava intorno Albero della Libertà e
soldati con tamburi battente ballava sino le ore tre di notte ; si a divertiti cantare e balare e
quatro tamburi bateva che era un susurro grande; i era per i più imbriaghi sbecava Viva la
Libertà ma è durato la Libertà molto poccho siamo privi più che prima trenta volte. Poveri
Italiani colgioni!
1802 giugno
L'arciprete di Valdagno D. Antonio Munariti e il sig. rev. don Mario Citadin quisti due mi a
cusato per aver parlato della libertà sotto i Francesi e tra due preti i a fato andare a Vicenza
dai Frati di S.Corona alla Inquisizione del Santo Offizio sotto il governo Tedesco in allora.
Ma bisogna sapere che avanti i Francesi aveva disfato e roto la Inquisizione, ma una volta
soto la Republica Veneziana la valeva, ma adesso non l'a più vigore niente è osservato, tante
cose al mondo che di quatro cose non sono altro che una verità sola, la quale sono i due precenti
amare il suo prossimo e l'Onnipotente Dio.
E Bernardo Bocchese del fu Giuseppe sopra nome Doratti di Valdagno sono stato chiamato
alla Inquisizione e sono stato in età di anni 43.
Quante impusture che vi sono causa, si può veramente chiamare Botteghe: solo amare Dio
e il prossimo quisti sono gran preceti di natura in tutto.
Nella stanza era un Cristo grande e là con quatro candeloti bianchi e dietro la schena era due
candeloti neri; i à impisadi tutti e sie.e il frate mi a interrogato intorno l'affare della Religione;
mi a risposto subito che non l'è vero niente; mi a tenuto dientro con il frate un'ora grossa dai
frati di S. Corona il padre leterario, frate vecchio, dopo ho capito tutto.
Tutti tanto i frati che i preti sono lupi altro che per stare alegramente illi medesimi; mangia bene
e beve meglio come fa il contadin quando fa un prete comanda a tutti di famiglia tutti mangia
male ma il prete non tocate son del bon sior che l'è prete di quatro parte tre e mezo.
Impustura la verità sono una sola amare Dio e il Prosimo come se medesimi, il frate il prete con
quatro parole vive meglio di quelli che lavora tutto il giorno. Predica per se stessi per che i tende altro
che la borsa dei soldi, non per zelo, altro che per il suo intaresso.
Quando sono stato alla inquisizione quelli che mi a cusato i a segnato che in Valdagno sono sette
chiese tre che vi sono il Santissimo Sacramento e quatro senza: tute boteghe busarone con i soldi
si fa i furbi e santi.