O.L.F.A

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ANNO VI/VII. NN. 29/30 NOVEMBRE-DICEMBRE/GENNAIO-FEBBRAIO 2002/2003 FERRARA

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EDITORIALE

_________________________ di Melinda Tamás-Tarr _________________________

 


Carissimi Lettori,

 

    è  indirizzando un caloroso saluto a tutti Voi che mi ripresento al nostro consueto appuntamento dopo un'estate a quanto pare pazza.

   Anche l'Italia e l'Ungheria hanno infatti dovuto fare i conti con i gravi danni provocati da alluvioni che hanno travolto contrade e città d'arte di mezz'Europa tra cui Budapest e dintorni ove sono stata in occasione delle consuete ferie estive. Dopo Praga, Dresda e Bratislava, la minaccia ha toccato anche la stupenda capitale ungherese. Il livello dell'acqua del Danubio ha toccato a Budapest gli otto metri e mezzo di altezza e sarebbe bastato arrivare a dieci per superare gli argini e provocare anche qui un'alluvione. Erano state prese tutte le misure di sicurezza, erano stati eretti argini artificiali con sacchi di sabbia, duemila persone erano state traslocate: parte però della famosa isola Margherita, il percorso del  tram numero 2 ed il villaggio barocco di Szentendre sono stati comunque inondati. Oltre alla minaccia dei fiumi altri gravi allagamenti sono  stati  provocati dai continui nubifragi. La gente ha seguito attraverso i notiziari l'evolversi della situazione tenendo il fiato sospeso e le dita incrociate. Tutto in fin dei conti è però andato bene: la capitale ungherese si è salvata ed il peggio non si è per fortuna verificato anche se rimane purtroppo la desolazione di tutti coloro che sono stati danneggiati dal fiume. Anche se con il cuore in gola sono in parte riuscita a comunque godere in qualche modo la splendida capitale della mia patria effettuando alcune visite. Vorrei in primo luogo tra queste ricordare l'incontro avuto con l'italianista Gabriella Németh della Biblioteca Nazionale Ungherese «Széchenyi» di Budapest. Grazie alla sua squisita disponibilità - di cui sentitamente la ringrazio  anche con queste righe – la signora Németh mi ha fatto da preziosa ed indimenticabile guida alla mostra di codici Corviniani allestita presso la biblioteca stessa. Ho potuto ad un tempo cogliere i pregi dell'editoria medioevale e della moderna tecnica: straordinarie riproduzioni degli  originali codici Corviniani sono state allestite con moderne tecniche digitali. Altro memorabile appuntamento è stato quello della visita nuovamente effettuata dopo sette anni ai musei situati nel Parco Storico Nazionale di Ópusztaszer. Qui mi ha di nuovo colpito con indimenticabile suggestione il quadro  rotondo con ambientazione della pittura panoramica intitolata «La discesa dei Magiari» di Árpád Feszty di cui mie dettagliate impressioni si potranno leggere all'interno della  rubrica   «Eco  &  Riflessioni   ossia  Forum Auctoris».

    Grazie ad un accordo fra il Ministero degli Affari Esteri Italiano e Ministero del Patrimonio Culturale Ungherese il 2002 è stato promosso, come sapete,  anno della cultura ungherese in Italia. Sotto il titolo «Ungheria in primo piano» si svolgeranno fino al 31 dicembre varie manifestazioni in diversi luoghi d'Italia. Alla mostra Corviniana di Budapest fa quindi idealmente eco quella che in questo mese è in corso di svolgimento presso la Biblioteca Estense di Modena, la quale ospita dei codici Corviniani presentando le tradizioni italiane di re Mattia Corvino.

 La mostra modenese scaturisce da un comune lavoro di ricerca destinato ad avere sicuramente sviluppi ulteriori ed è finalizzata a documentare la biblioteca del re umanista d'Ungheria, una delle raccolte più preziose dell'Umanesimo ed una delle più corpose testimonianze della cultura italiana in terra magiara.

   È noto come i rapporti culturali italo-ungheresi vantino tradizioni secolari nel cui corso si sono intrecciati i reciproci apporti dati da entrambi i paesi. Traggono perciò spunto da questi motivi sia l'apertura della stagione di mostre dell'Istituto Nazionale per la Grafica di Roma  con la mostra delle grafiche italiane del Seicento che sono custodite al Museo di Belle Arti di Budapest, sia successivamente la mostra a Napoli della porcellana manufatta di Herend avendo in Italia ovunque la fabbricazione e l'uso della porcellana grandi tradizioni.  

   Durante le manifestazioni culturali ungheresi si sono svolte e si svolgeranno esposizioni, rassegne di film, conferenze, concerti di musica classica, spettacoli teatrali, nuove produzioni liriche e balletti. Secondo l'intento degli organizzatori gli eventi si dischiuderanno a ventaglio su tutti i campi della millenaria cultura ungherese sottolineandone anche i tradizionali rapporti con l'Italia. Come già avvenuto nel 2001 in occasione dell'Anno della Cultura Ungherese in Francia conclusosi con grande successo, l'organizzazione degli eventi è stata affidata alla Società Hungarofest.

   Tutte le conferenze organizzate in questa occasione intendono illustrare ed approfondire i rapporti storici e letterari tra Italia ed Ungheria come ad esempio ha fatto il convegno  tenutosi tra il 17 ed il 19 dello scorso mese di ottobre alla Casa dell'Ariosto a Ferrara sul tema «I rapporti italiani di Janus Pannonius e degli umanisti ungheresi», o come quello di Milano su «I rapporti italiani rinascimentali di Sigismondo e suoi fedeli ungheresi». Oltre a convegni letterari e storici si terranno anche conferenze di filosofia, di storia ecclesiastica ed altre che tratteranno dell'emigrazione  ungherese in Italia.

   Iniziative di spicco sono state prese anche in campo editoriale con la pubblicazione in italiano del ciclo di poesie di Petőfi «Nuvole» e dell'«Inno». È stata anche edita una storia della letteratura ungherese curata da Bruno Ventavoli. Sempre in tale ambito sono state pubblicate qualificate opere di storia, di musicologia, di storia dell'arte e di storia delle scienze.

   In ambito musicale le manifestazioni hanno spaziato o spazieranno in tutte le direzioni. Per la musica antica e rinascimentale  ci si avvale di esecutori quali tra l'altro il Corvina Consort, il Trio Vagantes o l'Ars Renata – esibitasi quest'ultima alla Biblioteca Ariostea di Ferrara a chiusura del convegno incentrato su Janus Pannonius (riguardo all'umanista si veda anche l'«Osservatorio Letterario» di ottobre/novembre 1977 alle pp.2-5)– mentre la Schola Hungarica, in tournée a Venezia e dintorni, ha presentato l'elaborazione musicale d'un codice sul monaco italiano San Gerardo, così commemorando il primo martire cattolico d'Ungheria onorato sin dal martirio come santo ungherese.

   Vanno ricordate, per l'opera lirica, l'esecuzione sotto forma concertata de «Il castello del principe Barbablù» di Bartók o, per l'operetta, rappresentazioni quali quella de «La principessa della csárdás» di Imre Kálmán.

   Oltre ad un nutrito programma di esibizioni folcloristiche nel cui ambito sappiamo essere l'Ungheria particolarmente ricca di tradizioni, non mancano certo i concerti di musica classica o di musica contemporanea a testimoniare che anche dopo Bartók nuovi compositori vivificano l'odierna vita musicale ungherese.

   Promossa dal Ministero dell'Economia Ungherese si è svolta una fiera dell'artigianato magiaro sotto il nome di «Festa dei mestieri», in collaborazione fra Ministero della Cultura d'Ungheria e Casa della Fotografia di Budapest è stata presentata una mostra dal titolo «Sguardi ungheresi» composta da duecento immagini tra cui, oltre  quelle di fotografi contemporanei, erano esposte opere di Brassai, Moholy-Nagy, Pál Almásy ed András Kertész (riguardo a quest'ultimo si veda  anche l'«Osservatorio Letterario» dei NN. 23/24 2001/2002 alle pp. 60-63). In collaborazione con il Comune di Roma una manifestazione di promozione turistica, artigianale e gastronomica si è svolta a Villa Borghese ove un antico vagone tramviario è stato adibito a centro di informazioni turistiche a cura della Magyar Turizmus S.p.A. la quale, avendo un proprio ufficio di rappresentanza a Milano, speciale cura ha dedicato ai rapporti bilaterali partecipando attivamente ai lavori preparatori ed all'organizzazione delle manifestazioni.   

   In concomitanza con i menzionati grandi eventi riguardanti la cultura ungherese, l'«Osservatorio Letterario» festeggia con il  presente fascicolo il quinto anniversario di fondazione: è infatti nell'ottobre 1997 che ha visto la luce il nostro primo numero sperimentale, appunto il N.0. Colgo perciò l'occasione per ringraziarVi solennemente della vostra fedeltà, ringraziare tutti coloro che ci hanno in questi anni seguito, ed esprimere i miei più sentiti ringraziamenti ai miei colleghi e collaboratori vicini e lontani che  con il loro prezioso apporto culturale mi sostengono  prodigandomi il costante contributo delle loro preziose attitudini.

   Non posso però nascondere come irto sia il percorso di questa nostra strada resa ancor più difficile ed ardua dalla mancanza di adeguati mezzi e sostegni. Il semplice fatto però di essere ancora presenti sulla scena dell'editoria è già da considerare cosa straordinaria: possiamo di ciò quindi rallegrarci e festeggiare  questo compleanno alzando simbolicamente assieme a Voi il nostro calice in un brindisi. Volgendo inoltre a conclusione il secondo anno del nostro nuovo secolo Vi auguro in segno di pace Buon Natale e Felice Nuovo Anno nella viva speranza che si riesca sempre ad evitare ogni e qualsiasi tipo di guerra.

 

 

INDICE

PRIMO PREMIO NOBEL UNGHERESE PER LA LETTERATURA

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