ADDIO OSPEDALE DI PESCINA Speriamo in nuovi scenari per il piccolo ospedale “Serafino Rinaldi”.
Il Presidio Ospedaliero “Serafino Rinaldi” di Pescina è sempre stato un importante punto di riferimento per la popolazione della zona Fucense e per molti paesi della Valle del Giovenco, tra cui Ortona dei Marsi, in quanto ha consentito di fronteggiare, tempestivamente, i diversi problemi di salute che hanno colpito, di volta in volta, la popolazione residente. La paventata chiusura dell’ospedale è, purtroppo, notizia di vecchia data. Da anni se ne sente parlare e, fortunatamente, fino all’agosto 2010, è sempre stata una voce che non ha trovato reale fondamento; è stata, però, una sorta di “al lupo al lupo” della favola di Pierino, troppo spesso urlato, così da lasciare indolenti ed inermi coloro che avrebbero potuto agire e, quando il pericolo è diventato attuabile e si è concretizzato e la chiusura, quindi, è divenuta ineluttabile, ogni utile sforzo si è rivelato vano. I numerosi striscioni davanti ai cancelli, i presidi degli utenti giorno e notte al di fuori dell’area antistante l’ospedale, i sit in, la raccolta di firme, l’idea di riconsegnare le tessere elettorali, i posti di blocco per impedire la normale circolazione sulla strada che passa davanti all’ospedale e creare forte disagio, per far sentire, in modo più ampio e tangibile, la gravità del problema, le prese di posizione dei Sindaci di alcuni Comuni della zona e, infine, la fiaccolata, non hanno sortito effetto alcuno e non hanno consentito di procrastinare o comunque di modificare una decisione presa, già da tempo, dalla Regione Abruzzo e concretizzatasi con le delibere nn° 44 e 45 dell’agosto 2010 del Commissario ad acta. Una decisione, quella assunta, necessaria a contenere i costi e a consentire, unitamente alla chiusura di altri piccoli ospedali abruzzesi, di ridurre il debito sanitario; una decisione nata dall’esame, sul tavolo di lavoro, di numeri e dati messi a confronto tra di loro: quelli dei posti letto, quelli del costo di un paziente ricoverato, quelli del numero minimo dei giorni di ricovero, quello della dimensione dei reparti, quelli delle apparecchiature necessarie, quelli relativi ai bacini di utenza e così via, dall’esame dei quali capita, frequentemente, di dimenticare che quei numeri e quei dati si riferiscono, nel loro complesso, a delle persone, spesso anziane e bisognose di maggiore tutela, che, pur se dislocate su di un territorio ampio e morfologicamente ostile, meritano rispetto, alle quali non si può negare ma, piuttosto, garantire un diritto, quello alla salute e alla cura, tra l’altro, costituzionalmente sancito, migliore e efficace. E’ vero che il cosiddetto “Piano di Rientro” trasforma, a partire dal 1° settembre 2010, il Presidio Ospedaliero “Serafino Rinaldi” in un Presidio Territoriale di Assistenza, attribuendo alla nuova struttura, con un nome così altisonante, tutta una serie di servizi, ma, di fatto, il ricovero per gli acuti è stato eliminato, il polo geriatrico con il quale si era innovato non c’è più, e il Pronto Soccorso, nella sua originaria e naturale funzione, non esiste più, è divenuto un punto di primo soccorso con una sola autoambulanza del 118. L’ospedale di riferimento diviene quello di Avezzano con soli 200 posti letto a fronte di una popolazione di circa 120.000/130.000 individui. Forse, una mobilitazione generale delle persone, fortemente sensibilizzate, e di tutte le Amministrazioni dei Comuni interessati e coinvolti, molto prima del provvedimento dell’agosto 2010, del quale il “Piano di Rientro”, già deciso nel 2007 ed in vigore per il triennio 2007-2009, delineava i punti cardine e le possibili conseguenze, avrebbe consentito di giungere ad una soluzione diversa, più consona agli interessi e alle effettive esigenze degli abitanti fruitori di questo ospedale, soprattutto di noi ortonesi e di quelli dell’alta Valle del Giovenco, con una popolazione costituita prevalentemente da anziani, cui un presidio, a soli dieci minuti di macchina, costituiva un’ancora di salvezza, rispetto all’Ospedale di Avezzano, certamente raggiungibile, ma con maggiore difficoltà e più tempo, specie nel lungo periodo invernale, quando la tempestività dell’intervento, per la salvezza di una vita umana, anche nell’evitare danni irreparabili, è essenziale. Non ci rimane che confidare, allora, nel Giudice Amministrativo che, adito dal Comune di Pescina e da un comitato di cittadini pro-ospedale, con l’ordinanza del 16 dicembre 2010, ha concesso la sospensiva alle delibere del Commissario ad acta “con esclusivo riferimento agli atti che incidono sulla piena funzionalità del servizio di Pronto Soccorso, nonché sull’attrezzatura tecnologica necessaria per una diagnostica di primo intervento” e ha consentito alla Asl di competenza di emanare un ordine di servizio con il quale viene ripristinato il servizio di Radiologia, necessario presupposto all’attività del Pronto Soccorso ridivenuto attivo 24 ore su 24. Rimaniamo, pertanto, in attesa di conoscere il suo pronunciamento nel merito il prossimo 25 maggio, coscienti, per il precedente che essa costituisce, della sentenza favorevole pronunciata dal Consiglio di Stato il 14 gennaio 2011 per l’Ospedale di Guardiagrele, che ha accolto la richiesta di sospensiva sulla chiusura dello stesso, principalmente per “difetto di istruttoria” e perché ha ritenuto “non del tutto sfornite di fondamento le perplessità sollevate dagli appellanti nei confronti degli atti di chiusura … in ordine alla mancata o insufficiente considerazione, quanto alla sufficienza ed all’adeguatezza delle misure alternative predisposte …, della particolare conformazione del territorio dei comuni afferenti il bacino di utenza della struttura ospedaliera, della effettiva raggiungibilità degli ospedali vicini sopratutto nel periodo invernale nonché della popolazione residente …, formata per la maggior parte da soggetti ultrasessantacinquenni”, motivazioni che dovrebbero portate la Regione Abruzzo ad effettuare un approfondito riesame delle delibere commissariali impugnate e quindi del “Piano di Rientro” e aprire, come noi ci auguriamo, nuovi e, possibilmente, migliori scenari per i piccoli ospedali abruzzesi compreso quello di Pescina.
Tiziana
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