LA NATIVITÀ

La festa delle famiglie, la festa dei bambini, la festa di tutti.

 

Nell’aria pungente del dicembre ortonese, la debole luce della luna nella notte serena colora di un pallido celeste il leggero strato di neve che copre la valle.

 

E’ di nuovo Natale, la festa delle famiglie, dei bambini che sognano magnifici doni, dei grandi che diventano un po’ bambini quando preparano l’albero scintillante di luci o il presepe nei colori corrispondenti a quelli di Ortona: il verde degli alberi, il marrone dei monti e l’azzurro del cielo.

 

In questo nostro fazzoletto di mondo, il Natale si vive secondo tradizione, con il cenone, l’acquisto dei regali per i più intimi, con quel tanto che basta di agitazione che precede l’avvenimento, con i segni esteriori tipici del Natale che comunicano agli altri il nostro esserci.

 

E così, la notte Santa ci vede arrivare alla spicciolata nella nostra bella chiesa intorno al presepe, nell’atmosfera dolce dell’attesa del suono delle campane che annunciano a tutti l’evento straordinario, gli auguri scambiati tra i presenti in un abbraccio collettivo.

 

Il 25 dicembre è bello vedere il desiderio realizzato negli occhi dei nostri bambini, se gli chiedi “che cosa ti ha portato Babbo Natale?”… ed elencano le tante cose trovate sotto l’albero, anzi al Centro Anziani perché Babbo Natale è arrivato davvero, in carne ed ossa!

 

A Ortona per Natale torna tanta gente, accolta dalle luci di via Roma e dall’abete sfavillante di colori posto in piazza, nel cuore del paese, messaggio di serenità e di pace per tutti.

 

Ma il Natale tranquillo di Ortona non deve farci dimenticare quella parte di umanità afflitta dalle guerre, dalla fame, dalla miseria, non deve farci dimenticare quelle persone che muoiono di lavoro, quei bambini ai quali è stato tolto il privilegio di sognare, perché lo spirito del Natale non è l’indifferenza, il distacco egoista da chi non ha nulla, il Natale non è le grandi abbuffate, la corsa sfrenata ad acquisti inutili, ma la solidarietà, la partecipazione ai disagi degli altri e lo sforzo di lenirli, il rendersi conto dei dolori del mondo e farli propri così come ci viene insegnato dal messaggio evangelico.

E l’augurio per questo Natale è che tutti possano alzare gli occhi ad un cielo pieno di stelle, come il nostro cielo, e desiderare e sperare  in  un mondo migliore.

 

 

                                                                                                                                                            Marina