S. Onofrio: la libertà di fare festa.

Una calda serata di Luglio, gli amici di sempre, del buon vino ed un panino.

 

Non è molto tempo che la solennità di S. Onofrio è stata ripristinata tra le feste ortonesi e direi che a Luglio, preferibilmente entro la prima metà del mese (com’è avvenuto quest’anno), una ricorrenza ci sta proprio bene, aiuta a staccare la spina e dà il via a tutti quegli appuntamenti estivi che poi, grazie anche alla dedizione e all’impegno del “Comitato”, saranno rispettati.

Di per sé la celebrazione è molto semplice, una messa al pomeriggio nella chiesetta dedicata al Santo a cui fa seguito una piccola processione per i vicoli del rione “S. Onofrio” ed infine “l’allegria” con panini, vino, birra e musica. E’ tutto molto sobrio. Ed è proprio questa sobrietà che mi piace. A differenza di tutte le altre feste che, sostanzialmente, palpitano in piazza e nella via principale del paese, questa è l’anima di un rione e, precisamente, di quello più antico e più ricco di storia, lasciando al paesano o al turista la possibilità, la libertà di scegliere di partecipare o no ai festeggiamenti. Per una persona come me che non ha origini ortonesi ma è ortonese solo di adozione, è di fondamentale importanza il non sentirsi travolta, coinvolta per forza nella mischia, quasi obbligata a fare festa. Ma, se si decide di andare fino alla torre per rendere omaggio al Santo, il percorso che conduce alla festa è assolutamente suggestivo. I vicoli vengono addobbati con fiaccole e fiori che contribuiscono a renderli ancora più caldi ed ospitali. Salendo non si sente nulla. E’ come se tutto il frastuono della festa su al borgo fosse rotolato nella valle, giù fino al fiume. Arrivati su in cima, però, è come se si aprisse all’improvviso un palcoscenico. Musica, luci, tavoli, gente allegra che mangia e beve, amici che si ritrovano.

Quest’anno la serata è stata allietata da tre ragazzi di Aschi, precisamente la “The chimical band”, i quali, devo dire, hanno suonato e cantato molto bene e che, dietro il suggerimento di qualche “simpaticone”, hanno anche inneggiato al mio paese. Personalmente ho partecipato a quattro o cinque edizioni di questa festa ed è sempre stata piacevole e divertente. Mi viene spontaneo e mi piace paragonare “l’appuntamento” con S. Onofrio agli spaghetti “aglio ed olio”, un piatto semplice, realizzato solo con quattro ingredienti ma che, se dosati nel giusto modo, lo rendono veramente gustoso.

Una calda serata di Luglio, gli amici di sempre, del buon vino ed un panino, questo, per me, è quanto basta a trascorrere alcune ore in allegria e spensieratezza, quello che aiuta a dimenticare per un attimo gli affanni e le brutture della vita di tutti i giorni.

 

                                                                                                                                                             Laura F.

 

 

su Alcuni Momenti le foto della festa