12 MAGGIO 2007

FESTA PATRONALE IN ONORE DI S. GENEROSO MARTIRE

Gli ortonesi festeggiano sempre con profonda partecipazione la festa del loro Santo Patrono.

 

Quando mi hanno proposto di scrivere “un pezzo” sulla trascorsa festa di S. Generoso Martire, mi sono domandata se dovessi fare la cronaca della giornata, riportando quanto era avvenuto e come era stata organizzata la festa o se, piuttosto, mi si chiedesse “una testimonianza” sul significato personale che la ricorrenza in questione assume per chi come me, pur non vivendo ad Ortona, è ortonese di origine e, come tale, è particolarmente affezionata alle tradizioni di questo paese.

Non ho chiesto però precisazioni, istintivamente ed inconsciamente convinta di non essere vincolata da schemi precostituiti.

La festa di S. Generoso si svolge secondo il programma classico delle feste ortonesi: la mattina c’è lo sparo, il giro della banda per le vie del paese, quindi la celebrazione della S. Messa e lo snodarsi della processione. Dopo il pranzo di rito segue, nel pomeriggio, l’intrattenimento in piazza con la banda e la sera il piccolo concerto della stessa tanto atteso dagli ortonesi “più maturi”.

Quest’anno, in occasione del ricorrere dei 251 anni dalla traslazione del corpo del Santo ad Ortona, il comitato per i festeggiamenti ha provveduto ad esporre nella Chiesa parrocchiale l’urna contenente i resti mortali di S. Generoso, a far stampare e distribuire immagini commemorative del Santo unitamente alla preghiera scritta da Don Paolo Frezzini - parroco di Ortona nell’anno 1947 -, ad arricchire la Piazza del paese con numerosi vasi di fiori.

Orbene, dopo tanti anni di frequentazione ortonense, ho potuto notare come chi viene ad Ortona da parente per così dire “ acquisito “ di questo paese, le cui tradizioni si trova a vivere perché qualche “ortonese doc” gliele fa conoscere, può avere due reazioni: o si affeziona alle stesse facendole proprie, oppure, con apprezzabile sincerità, ti fa notare che Ortona, pur nella sua caratteristica bellezza, è un paese come tanti altri le cui feste, inclusa quella patronale, sono, tuttavia, simili a tante altre feste che si svolgono in tanti altri paesi, abruzzesi e non.

Se guardandoci da fuori, non si può negare che anche tale opinione ha una suo lato di verità, tuttavia, per noi “ortonesi doc” le feste patronali e, quindi anche quella in onore di S. Generoso, si vestono di un atmosfera particolare e peculiare a ciascuna di esse.

Così, l’8 maggio (data ufficiale della festa che può essere, di volta in volta, spostata per ragioni di opportunità organizzativa), si festeggia un giovane soldato, figlio di Roma – come recita la canzone che si canta in suo onore – e della fede in Cristo in un epoca in cui l’insegnamento di Gesù costituiva sicuramente un messaggio innovativo e dirompente.

S. Generoso incarna, pertanto, la forza ed il vigore giovanile che, con il suo entusiasmo, cerca la verità ed un ideale in cui credere ed identificarsi e che, con straordinario coraggio, quasi in contrasto con la naturale fragilità dei giovani davanti alla vita, non ha paura di morire per dare testimonianza ad un messaggio che supera ogni contingenza ed eleva l’uomo ad immagine di Dio.

E’ proprio davanti a tale contrastante insieme di simboli e di sentimenti che si emozionavano le nostre nonne e tuttora si commuovono le nostre mamme quando, nel cantare l’inno in onore di S. Generoso, quest’ultimo invocano come “Campione del Paradiso”…… “scudo e protezione nel cammino verso la virtù”.

E così - per rimanere nella tradizione ortonese - se S. Antonio è il Santo dei miracoli e S. Rocco il Santo da invocare di fronte alla malattia, S. Generoso rappresenta la forza della fede che vince sulla morte e, nel contempo, la bellezza e la fragilità della gioventù che si vorrebbe proteggere e tutelare di fronte alla durezza della vita.

Questo è quello che mi ha trasmesso e tuttora mi trasmette la devozione ortonese a questo Santo e non so se si tratta di un emozione del tutto personale o di un sentimento comune ad altri.

Se quanto sin qui esposto riguarda l’aspetto prettamente religioso della festività in questione, non c’è dubbio che alla stessa sono legate anche impressioni e sensazioni che potremmo definire profane.

La festa di S. Generoso, infatti, anticipava la chiusa delle scuole e rappresentava l’inizio dell’estate inaugurando un periodo successivo di feste, di riposo e di spensieratezza, da gustare anticipatamente con le prime lunghe passeggiate ortonesi, poco importava se, alle volte, il tempo non era tipicamente primaverile e l’inverno si divertiva a dare i suoi colpi di coda.

Oggi che gli impegni lavorativi scandiscono e condizionano l’organizzazione del nostro tempo, l’8 maggio rimane comunque un giorno in cui, si risveglia l’appuntamento con Ortona insieme alla voglia di essere presente, indipendentemente dal fatto che poi si riesca o meno a soddisfare tale desiderio.

La festa di S. Generoso è tutto questo e tante altre emozioni forse troppo personali e che proprio perché tali, poco si prestano ad essere esternate.

Una cosa però credo che sia importante sottolineare e cioè che la ricorrenza legata alla festa di S. Generoso, così come quelle legate alle altre feste ortonesi, hanno avuto il merito di farci acquisire un patrimonio di ricordi e di affetti nonché la possibilità di valutare quali siano le cose da considerare prioritarie in un imperversare di cose effimere oggi proposte come indispensabili.

Se tutto ciò acquista un indubbio valore soprattutto ora, nel contesto di una società che consuma tutto e difficilmente propone, allo stesso modo ci impone di trasmettere la capacità di apprezzare ciò con cui di buono siamo cresciuti a chi è più piccolo di noi e mi permetto di osservare che in questo compito l’atmosfera ortonese, così speciale in alcuni periodi dell’anno, rappresenta un valido aiuto.

Potrei dire tante altre cose ma, come già osservato, alcune di esse sono strettamente personali ed è giusto che rimangano tali, ma il legame con Ortona e con tante giornate, di festa e non solo, trascorse in paese rimane come un sottile filo invisibile difficile da recidere.

Sicura di essere compresa da chi, come me, è da tempo legato affettivamente ad Ortona, allo stesso tempo non posso sorprendermi quando osservo che questo sottile filo invisibile comincia a tessere le sue trame anche nelle nuove generazioni che frequentano Ortona e in chi, come mia nipote, ha già imparato tutti gli appuntamenti ortonesi e chiede insistentemente di essere presente al loro svolgersi: e se è vero che i bambini sono quelli che ci indicano con sorprendente tranquillità che il “re è nudo”, evidenziando senza tanti orpelli ed in modo sicuramente diretto la realtà che li circonda, forse ciò costituisce una conferma che certi avvenimenti e certi contesti hanno veramente qualcosa di speciale che rimane dentro di noi e ci spinge a riviverli ancora.

 

                                                                                                                                                             Gloria

 

 

su Alcuni Momenti le foto della festa