L’OTTO SETTEMBRE

La manifestazione del forte legame che ognuno nutre per Ortona.

 

Stasera si va a cena fuori, è il compleanno del mio papà. Come ‘tradizione’ vuole nella sua macchina si ascolta solo musica di fisarmonica. Inserisce un cd, le cui note, allegre, festose e frizzantine, mi accompagnano nel viaggio verso il ristorante. Viaggio anch’io con la mente e, nel percorso che faccio a ritroso, non posso non fermarmi alle feste di settembre. Il caso vuole che quel cd sia lo stesso che ha accompagnato il ballo della mammoccia, la sera dell’8 settembre. Ricordare questo giorno mi procura un brivido, lo stesso che ho sentito la mattina della festa quando i colpi di sparo hanno aperto l’ultimo giorno dei festeggiamenti ortonesi. Un giorno importante con il quale si chiude un anno di vita, di eventi, di storia, per aprirne un altro nuovo, ma che viene accolto sempre con malinconia e tristezza, perché questo è il 9 settembre, il giorno successivo alla festa delle feste.

 

Come ogni anno, dopo essere stata svegliata dai colpi di sparo, aspetto che passi la banda sotto le mie coperte che, viste le rigide temperature, fanno gola. Ma speriamo che oggi sia una bella giornata. Quando mi affaccio alla finestra, la montagna che ho di fronte, Montagna Grande, riflette i raggi del sole… sarà un 8 settembre splendido, indimenticabile, come sempre. Scendere in piazza e vederla gremita di gente è un vero piacere; ciò significa che l’8 settembre rappresenta per tutti la manifestazione del forte legame che ognuno nutre per Ortona. E’ il giorno in cui si rivedono persone che sono state assenti per molto tempo, per un anno appunto, ma che vogliono essere presenti e vivere fino in fondo questa festa. La cassarmonica al centro della piazza fa da cornice a questo quadro di gente che, ride, scherza, racconta, gente che inizia a  prendere accordi. Sì, proprio così, “si prendono accordi” per l’asta che comincerà di lì a poco. La squadra di persone che offrirà di più si aggiudica l’onore di portare in processione la statua della Madonna delle Grazie. E’ l’una e un quarto, l’asta si chiude. Mattia, che oggi fa il banditore, dice: “La Madonna 4.010 euro e 3”. “Portare la Madonna” è un gesto pregno di significato. Ognuno, con un’asta sulla propria spalla, vive dei ricordi, dei sentimenti, delle emozioni e delle speranze. Riuscire a “Prendere la Madonna” è come aver mantenuto una promessa che, l’8 settembre si fa realtà, diventa concreta. La gente accoglie la chiusura dell’asta e l’imminente uscita della Madonna dal portale della Chiesa con un forte e caloroso applauso. La banda inizia a suonare… Una grande emozione che lo diventa ancora più grande quando la statua della Vergine, trionfalmente, viene sollevata da terra verso il cielo, verso quel cielo che oggi è particolarmente azzurro, come il Suo mantello. Nella Sua umile maestosità sfila tra le vie del paese, sotto lo sguardo attento e devoto della Confraternita che torna ad esistere ad Ortona dopo cinquant’anni. Quest’anno, altrettanto suggestiva è la presenza di altre confraternite che, con i loro stendardi, hanno colorato la processione durante tutto il percorso. Arriviamo di nuovo in piazza; la processione è finita e la statua della Madonna rientra in Chiesa. In questo ingresso, mentre cammina per la navata centrale, ogni fedele

La accompagna con lo sguardo fino alla Sua postazione, sguardo dal quale trapelano richieste, preghiere, affinché l’anno che sta per iniziare sia buono e migliore.

 

E adesso? Almeno per me, da questo momento, inizia a salire l’adrenalina, perché il mio pensiero va dritto, dritto alle ore 00:00. Ho ancora un aperitivo da fare; devo pranzare; devo togliermi il ‘vestito della festa’; devo riuscire, passando il pomeriggio tra la piazza e la “via di mezzo”, tra il fare passeggiate e ascoltare la banda; e poi, devo rientrare di nuovo a casa per la cena; e poi, e poi…Tutto questo passa velocemente, sono i momenti che scandiscono il pomeriggio del mio 8 settembre accompagnati costantemente da quel pensiero. E poi…io, Lorena e Francesca ci incontriamo subito dopo cena. Dobbiamo “addobbare la piazza” che di lì a poche ore si trasformerà in una pista da ballo per le nostre mammocce. Ci affrettiamo ad appendere uno striscione lungo la ringhiera delle scale, prima che arrivino troppe persone. Continuiamo la nostra serata… tra balli, risate, chiacchierate, ma io inizio ad agitarmi sul serio. Sono le undici, inizia un passaparola generale “A mezzanotte ci vediamo giù!”. E’ stata un’ora di tempo interminabile, non passa più, sempre a controllare l’orologio. Ma, ecco, ci siamo: è mezzanotte. In massa ci spostiamo verso i garages del comune che, ogni anno sono il nostro laboratorio per realizzare quelle mammocce così giganti. Tra cori e pronostici su quello che sarà, le tiriamo fuori. Che spettacolo! Veri e propri “mostri enormi”. Chi sono? Chi rappresentano? Le pupazze sono tre: Un vigile del fuoco, un piromane e un pino verde. Si aspettano i soliti ritardatari, e poi su, verso la piazza che ci attende. Quest’anno si fa una sosta al piazzale, in attesa che l’orchestra termini il suo spettacolo. Ecco, la musica del finto Vasco sta per finire e noi cominciamo ad avvicinarci. Portiamo tutte e tre le pupe in piazza, lo striscione appeso viene dispiegato… “24 LUGLIO 2007 PER NON DIMENTICARE”. Abbiamo voluto ricordare quanto accaduto quel giorno infernale; un giorno da ricordare per rispondere contro colui o coloro che hanno provocato l’incendio, per dire che noi proteggeremo Ortona e l’ambiente che ci circonda, poiché il legame tra noi e questi posti è troppo forte da poter essere spezzato e cancellato dalle fiamme.

 

Inizia il ballo, inizia la festa. La mia adrenalina si trasforma in voglia di divertirmi, voglia di godere fino in fondo quel momento, ballando a suon di tarantelle. Ma anche stasera, nonostante il ballo sia durato più del solito, le mammocce devono essere bruciate. Il primo ad andare in fiamme è il piromane e poi a seguire il pompiere e il pino. Alte fiamme che velocemente bruciano le nostre pupazze segnano, in modo definitivo, la fine dell’estate, la fine di un anno, la fine della festa. Si resta fino a tardi in piazza, come se si volesse tentare di proseguire l’8 settembre nella speranza che domani non arrivi. Ma è già domani, è già il 9 settembre. Per un attimo rimango a pensare, a ricordare; il cd, nello stereo della macchina, ha smesso di suonare. Mentre cerco di abbandonare questi ricordi, un pensiero rimane fisso nella mente “Amo Ortona, il paese dei miei sogni, dove qualche volta il sogno è diventato realtà”.

 

                                                                                                                                                             Antonella

 

 

su Alcuni Momenti le foto della festa