LA FESTA DELL’ANZIANO

Un pomeriggio per festeggiare il nostro passato, le nostre radici.

 

Il 12 agosto si è svolta la Festa dell’Anziano. Il Comitato ha “convocato” in piazza tutti gli ortonesi dagli ottant’anni in su in un bel pomeriggio d’estate per festeggiare il traguardo da loro raggiunto con l’abbraccio affettuoso dei tanti presenti, radunatisi per onorare con gioia e con grande rispetto la generazione più rappresentativa del nostro paese. Dopo un momento tutto dedicato agli anziani, che hanno festeggiato con un rinfresco preparato dalle brave e volenterose signore ortonesi e ricevuto una bella pergamena in ricordo dell’evento, la giornata è proseguita con un concerto di musica classica all’interno della chiesa e poi con un’allegra serata accompagnata da altra musica, cibo e bevande.

Anche se negli ultimi tempi non si è svolta con regolarità, la Festa dell’Anziano è una tradizione di lunga data per Ortona, ideata e organizzata con dedizione ormai da molti anni e ben prima che lo Stato istituisse, con una legge del 2005, la “Festa dei Nonni”, fissata al 2 ottobre. Con questa celebrazione, gradita sicuramente agli anziani di tutta Italia così come ai loro connazionali fiorai e pasticcieri, si intende "celebrare l’importanza del ruolo svolto dai nonni all'interno delle famiglie e della società in generale". Ma questo Ortona lo aveva già ben presente e, quando ha reso onore ai suoi anziani, l’ha fatto con genuina riverenza e con quella spontaneità che ben si addice a persone che, perlopiù, hanno vissuto una vita semplice, senza fronzoli, quando non decisamente dura, tribolata. Questa esistenza ha temprato persone tanto concrete e robuste da riuscire a superare brillantemente la meta degli ottant’anni, addirittura in percentuale ben più alta della media nazionale! Per gli ortonesi questo dato è così ovvio che tanti degli “ospiti d’onore” del 12 agosto, schierati in pompa magna nella piazza sotto lo sguardo di tutti, sembravano avere uno sguardo spaesato, come a chiedersi se il semplice aver vissuto potesse essere un merito tanto notevole da essere degno di  un’apposita festa.

Quello che gli ortonesi vogliono celebrare dei loro vecchi è la determinazione e il coraggio che hanno dimostrato nel corso di una lunga esistenza, qualità che hanno permesso loro di raggiungere questo traguardo, è l’essere i custodi più o meno consapevoli delle radici, della memoria di tanti fatti, avvenimenti, aneddoti, proverbi, fatiche, lacrime che hanno orientato l’esistenza di figli e nipoti e hanno costruito una parte importante dell’Ortona di oggi. Insieme a questo riconoscimento c’è l’augurio di poter godere ancora a lungo e serenamente dell’età in cui si raccolgono i frutti coltivati per tutta una vita.

Sono tante le immagini che solitamente associamo alla vecchiaia: l’esperienza, la proverbiale saggezza, l’equilibrio, la capacità di dispensare consigli pieni di giudizio e racconti avvincenti di storie vissute in tempi lontani… Talmente positive e rassicuranti da sfociare nella retorica, quella che ha bandito dal nostro vocabolario il termine vecchio per il più “rispettoso” anziano, senza preoccuparsi che si tratti di un rispetto solo verbale. In realtà, chiunque sperimenti la vicinanza ad una persona anziana, specialmente se deve prendersene cura, sa che cos’altro si cela molto spesso dietro un volto rugoso: acciacchi più o meno seri, che rendono il corpo sofferente e il carattere intollerante, incapacità di comprendere il mondo di oggi, desiderio di veder soddisfatte le proprie esigenze ad ogni costo, silenzi, ostinazione irragionevole, quando poi non si affievolisce anche il lume della ragione e, con esso, il patrimonio di memorie ed esperienze e la possibilità di rendersi utili “all’interno delle famiglie e della società in generale”.

A questo punto, che cosa resta dei luoghi comuni sulla vecchiaia? Qual è il senso della Festa dell’Anziano, se nella vita sua e dei suoi cari c’è poco spazio per pensieri festosi? Sicuramente essa serve a promuovere nei più giovani il rispetto per questa stagione dell’esistenza e per le debolezze a cui è soggetto chi si trova a viverla, per poterle comprendere ed accettare. Per chi non è più giovane può essere una breve ma piacevole interruzione della monotonia quotidiana, tanto più utile se riesce a far riscoprire il gusto di uscire e di condividere dei momenti con altri. Infatti, uno dei più fastidiosi malanni della vecchiaia è la solitudine e per combatterla è necessario aiutare gli anziani a mantenere una mente attiva. Solone, celebre politico e poeta ateniese, si vantava di invecchiare imparando sempre qualcosa di nuovo. Anche per i nostri anziani, che hanno insegnato tanto, è importante continuare ad imparare: a comunicare con un mondo che è diventato tanto diverso dal loro e quindi incomprensibile in tanti suoi aspetti, ad accettare i propri acciacchi, a cercare una relazione costruttiva con gli altri, a scovare ancora nella propria vita occasioni positive. I più giovani, se armati di pazienza e comprensione, nel raccogliere il testimone potrebbero sostenere questa ricerca di una vecchiaia serena, i cui benefici ricadrebbero su tutta la comunità. Un proverbio tedesco infatti recita: “Un vecchio amato è un inverno pieno di fiori”.

 

                                                                                                                Ad un vecchio amato e generoso, che ha costellato di fiori la vita dei suoi cari.

 

                                                                                                                                                             Anna

 

 

su Alcuni Momenti le foto della festa