emeRGENZA INCENDI: ORTONA REAGISCE

La voce del Comitato “Un bosco per Ortona”.

 

A leggere i “fogli notizie incendi” del Corpo Forestale dello Stato, si rimane atterriti:

  1. Prot. n. 640 del 2 agosto 2007 – Stazione di Lecce dei Marsi
    Inizio fuoco: ore 22,45 del 23 luglio 2007

    Segnalazione: ore 7,00 del 24 luglio 2007

    Inizio intervento: ore 7,30 del 24 luglio 2007

    Fine intervento: ore 13,00 del 29 luglio 2007

    Località incendio: Monte Parasano e Monte Civitella

    Specie forestali: Pino Nero, Ontano, Acero, Frassino, Roverella, Ippocastano

    Età media: 7 anni

    Superficie boscata interessata dall’incendio: 125 ettari

    Danno economico: 705.430 Euro

  1. Prot. n. 871 del 3 agosto 2007 – Stazione di Gioia dei Marsi
    Inizio fuoco: ore 22,45 del 23 luglio 2007

    Segnalazione: ore 1,00 del 24 luglio 2007

    Inizio intervento: ore 5,00 del 24 luglio 2007

    Fine intervento: ore 13,00 del 29 luglio 2007

    Località incendio: Monte Parasano e Monte Civitella

    Specie forestali: Pino Nero, Roverella, Orniello, Carpino, Faggio

    Età media: 7 – 70 anni

    Superficie boscata interessata dall’incendio: 204 ettari

    Danno economico: 1.080.971 Euro

Solo questi dati riescono ad illustrare la dimensione del crimine ambientale che così marcatamente, la scorsa estate, ha colpito il territorio ortonese. Siamo stati veramente impressionati di quanto il fuoco riesca ad essere devastante lungo il suo cammino distruttivo e, allo stesso tempo, quanto vulnerabile sia la meravigliosa Valle del Giovenco (i cambiamenti climatici portano anche questo). L’estate 2007 verrà certamente ricordata per il dramma degli incendi. Abbiamo ancora negli occhi la tragedia di Peschici nel Gargano e, ancora più impressionante, l’olocausto del Peloponneso in Grecia. Solo l’uomo riesce ad essere così autodistruttivo (sembra quasi una forma di terrorismo ecologico).

 

Il Comitato “Un bosco per Ortona” si è liberamente costituito con 3 precisi obiettivi:

1)       denunciare i criminali del fuoco;

2)       sensibilizzare l’opinione pubblica;

3)       intervenire con azioni di compensazione del danno arrecato al territorio.

Il terzo punto potrà avere dimensioni diverse in funzione di quanto risulterà efficace il messaggio che il Comitato, con il supporto di tutta la popolazione, riuscirà ad esprimere e trasmettere.

 

Nei giorni scorsi abbiamo realizzato un video che verrà trasmesso questo autunno da una nota e seguita trasmissione televisiva di divulgazione scientifica della RAI. Riportiamo di seguito la traccia verbale utilizzata per descrivere ai telespettatori i fatti accaduti e le conseguenti reazioni. In un articolo del 26 agosto 2007 apparso sulla PRIMA PAGINA della STAMPA dal titolo “OLTRE L’EMERGENZA”, si dà notizia del nostro comitato descritto come una iniziativa nata “dal basso” dove sono i cittadini stessi che “chiedono pene più severe, sensibilizzano l’opinione pubblica e raccolgono fondi per un progetto di recupero ambientale delle aree incendiate”. Noi crediamo in questo perché è inutile lamentarsi sempre che c’è qualcuno che non fa quello che dovrebbe fare.

 

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PRIMA SCENA – IN PIAZZA DAVANTI LA CHIESA

 

Siamo a Ortona dei Marsi in Provincia dell’Aquila, un piccolo comune con poche centinaia di abitanti a 1.050 metri sul livello del mare nelle meravigliose montagne del Parco Nazionale di Abruzzo, Lazio e Molise. Mi chiamo Maurizio, sono qui con Antonella e Francesca nella piazza principale del paese, di fronte la bella facciata trecentesca della chiesa, siamo i portavoce del Comitato “Un bosco per Ortona”. Il comitato si è spontaneamente costituito subito dopo l’incendio che l’estate scorsa ha pesantemente colpito il territorio ortonese. Con questo video vorremmo farvi partecipi di quello che abbiamo vissuto in quelle drammatiche ore di fuoco e illustrare i contenuti delle attività in corso e dei progetti che vorremmo fossero attuati. Ci trasferiamo ora nella parte alta del paese per meglio descrivere i luoghi e per rivivere i fatti che hanno drammaticamente segnato quelle terribili ore.

 

SECONDA SCENA – LOCALITA’ “CASA CALLA”

 

In dialetto, questa zona del paese si chiama “casa calla”; il termine deriva dalla sua esposizione a sud con tutti i conseguenti tepori che, particolarmente nelle fredde giornate invernali, consentono una piacevole sosta per quattro chiacchiere con gli amici.

La notte del 23 luglio scorso, dietro quelle montagne, mani criminali appiccano un fuoco. Il vento forte spinge le fiamme fino alla cima per poi scendere su questo versante, scavalcare il fiume Giovenco che scorre lì in basso e, infine, risalire lungo questa costa. A mezzogiorno del 24 luglio il paese è completamente circondato dalle fiamme che, a questo punto della cronistoria, avvolgono la collina su cui sorge l’abitato; il fuoco sale lì sulla destra verso la torre medioevale e ancora più intenso lì sulla sinistra verso quelle case. Il fumo che si sprigiona dal fuoco si leva alto e sarà poi chiaramente visibile anche in alcune foto satellitari.

Sono momenti di vero terrore. Il Sindaco dispone l’evacuazione della popolazione, i vigili del fuoco e i forestali accorrono numerosi, la protezione civile, il parco e la regione seguono con attenzione l’evolversi della situazione e forniscono, compatibilmente con le altre emergenze in corso, il necessario supporto, i volontari lavorano con assoluta abnegazione.

Solo per poco si evita il peggio, alcune case bruciano, stessa sorte per qualche pagliaio e alcune automobili, la tragedia viene però scongiurata. Il paese è completamente avvolto dal fumo, l’aria è irrespirabile e la cenere cade a terra come fosse neve. Tutti i presenti descriveranno poi scene mai viste prima.

Intanto il fuoco, spinto da un vento molto forte, si propaga oltre bruciando altri boschi delle montagne del parco. Solo dopo qualche giorno l’incendio sarà completamente spento.

Occorre ricordare che in quelle stesse ore altre più gravi sciagure colpivano l’Italia. Un pilota di canadair moriva in servizio precipitando con il suo aereo poco distante da qui, sul Gargano a Peschici tre persone morivano tra le fiamme.

Quelle che ho in mano sono le schede redatte dal Corpo Forestale dello Stato con il pesante bilancio dell’incendio. Oltre 300 ettari di bosco distrutti dal fuoco più altri 200 ettari bruciati con seminativi, frutteti e pascoli. Faggi, carpini, roverelle e pini in cenere. Piante di alto fusto, anche centenarie, ridotte a scheletri di carbone. Manca una stima dei danni alla fauna che però riteniamo ingentissimi. Un vero disastro ambientale per tutta la meravigliosa Valle del Giovenco.

Quello lì sulla destra si chiama Monte Parasano, è alto circa 1.450 metri ed è fortunatamente ancora ricco di faggi e querce. Questo qui di fronte è invece il Monte Civitella, la cima è a circa 1300 metri di quota e lì nel mezzo è possibile scorgere una fessura nella roccia. A Ortona la chiamiamo “Sfessa” e non c’è residente o villeggiante che almeno una volta in vita sua non l’abbia fatta meta di una passeggiata o di una merenda. Ora per noi quel taglio nella roccia è come una ferita e con la nostra telecamera vi faremo vedere cosa si lascia dietro l’incendio di un bosco.

 

 

TERZA SCENA – NEI PRESSI DELLA QUERCIA DEL COLICILLO

 

Con la costituzione del comitato, ci siamo prefissi tre precisi obiettivi:

 

I)      denunciare con forza i criminali degli incendi che così marcatamente hanno segnato la trascorsa estate;

II)     sensibilizzare la popolazione residente e i villeggianti in materia di protezione civile e di tutela dei beni ambientali;

III)    realizzare un progetto di recupero ambientale del territorio di Ortona dei Marsi a compensazione dei danni prodotti dal fuoco.

 

Abbiamo partecipato alla recente Conferenza Nazionale sui Cambiamenti Climatici e abbiamo sentito parlare di interventi di “rimboschimento” per assorbire la CO2 prodotta dalle industrie e dalle automobili. Abbiamo letto sui giornali che il Vaticano ha finanziato la messa a dimora di un bosco di 15 ettari in Ungheria che, nella sua crescita secolare, assorbirà un quantitativo di CO2 pari alle emissioni clima alteranti dello Stato del Vaticano del 2007. Sappiamo di aziende che, coerentemente ai loro bilanci di eco sostenibilità, mettono a disposizione fondi per la realizzazione di progetti di contenuto ambientale. Ecco, attraverso questi meccanismi virtuosi, in accordo con gli Enti di governo del territorio, vorremmo farci parte attiva per la realizzazione del progetto “Un bosco per Ortona”.

Siamo ora in un luogo che definirei magico, il fuoco del 24 luglio era arrivato a poca distanza da qui ma, fortunatamente, si è poi fermato.

Siamo nella frazione di Cesoli, in località “Colicillo”, e quello che vedete dietro alle nostre spalle è un vero e proprio monumento arboreo di almeno 400 anni di età.

Questa grande quercia vuole essere per noi un simbolo che, tra l’altro, compare anche sullo stemma del Comune; questa pianta rappresenta la bellezza, la forza e la storia naturale della Valle del Giovenco ma rischia ogni giorno di andare perduta se l’uomo non interverrà in suo aiuto in un rapporto diverso con l’ambiente.

Per quanto ci riguarda noi di Ortona dei Marsi siamo tutti compatti in questa difesa dei beni naturali dei luoghi che ci ospitano.

Grazie per l’attenzione che ci avete voluto concedere. La nostra speranza è quella di potervi dare contezza di quanto poi effettivamente realizzato. Arrivederci a tutti.

 

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Nel corso dell’estate abbiamo dunque raccolto offerte da residenti e villeggianti (complessivamente circa 2.200 Euro) per finanziare alcune prime attività di rimboschimento e, in tal senso, il prossimo 3 novembre abbiamo organizzato, sotto l’egida dell’Amministrazione comunale, con la Pro Loco di Ortona dei Marsi e con le altre organizzazioni “no profit” presenti sul territorio, una “festa dell’albero”, nel corso della quale uniremo gli sforzi (analogamente a quanto accaduto con successo durante la giornata ecologica dell’agosto scorso) per dimostrare nei fatti una reazione positiva agli eventi di fuoco attraverso la messa a dimora di alcune centinaia di giovani alberi. La popolazione di Ortona ha reagito e continua a reagire alla tragedia occorsa e questo è per noi la migliore risposta ai criminali incendiari.

 

 

                                                                                                                                                             Maurizio