carissima redazione
Carissima Redazione,
un saluto a tutti voi e come sempre un grazie per il preziosissimo e costante impegno nella puntuale diffusione delle notizie, dati e foto di Ortona sul web e di cui noi prontamente ci appropriamo per sentirci un po’ più vicini alla nostra terra.
A conclusione delle Feste di Settembre vorrei fare, tramite Prima Pagina, alcune riflessioni e considerazioni che da qualche anno avevo in mente ma che quest’anno, probabilmente perché sono stata in giro fino a tarda ora, si sono concretizzate un po’ di più.
Le feste paesane, e in particolare quelle di settembre, rappresentano per gli ortonesi e per quanti si sentono tali un momento particolare che scatena sensazioni di gioia, di nostalgia e di commozione.
L’aria che si respira, il profumo di arrosto e di lasagne che fugge dalle cucine, il vociare nei vicoli, il suono della banda, la messa, l’asta, la gioia che si legge sui volti dei portatori dei Santi, la processione, gli anziani con il vestito della festa e con la cravatta sul sagrato della chiesa, l’orgoglio dei nonni per la vicinanza dei nipoti, lo sparo, la mammoccia, i fuochi, lo schioppettìo delle ultime stecche che bruciano sul sagrato della chiesa, contribuiscono tutti insieme a creare quell’atmosfera magica che fa bene all’anima e che aggrega, come i commensali della tavola che condividono lo stesso cibo.
Certamente la goliardìa del ballo della Mammoccia è indescrivibile. E’ entusiasmante vedere i giovani buttarsi a capofitto in questa mischia, ballare, ridere, cantare, lasciarsi andare al suono delle tarantelle e delle pizziche e dimenticare per un attimo la quotidianità, i problemi, gli impegni di tutti i giorni.
Questa atmosfera, almeno per la sottoscritta, ma credo di interpretare il pensiero di molti, è coinvolgente e trascinante, e non si bada molto se nella foga si riceve o si dà uno spintone, una gomitata o il pestaggio di entrambi i piedi, il tutto fa parte di questo momento di euforia complice e condivisa.
Per questo mi dico che non è pensabile che l’atmosfera della festa, la gioia e la voglia di divertirsi di un intero paese, debba essere, purtroppo sempre con maggiore frequenza, turbata da episodi e manifestazioni di violenza tipiche degli stadi.
Chi pensa che la festa si possa ricondurre solo ad un fiume di alcool, chi quando è in stato di ebbrezza riesce a dialogare solo con i pugni o coglie l’occasione per liberarsi di rancori che cova nel proprio animo, chi sottrae o distrugge l’operato degli organizzatori o di privati cittadini che si sono messi a disposizione per il divertimento di tutti, dovrebbe, nei momenti di lucidità, riflettere e rendersi conto che certi atteggiamenti violenti e stupidi feriscono la comunità ortonese e non consentono di godere appieno di quegli attimi dove le immagini si uniscono ai sentimenti e diventano sensazioni così intime e personali che nessuno ha il diritto di turbare.
Non voglio fare dei moralismi, per carità, né tantomeno prediche che risulterebbero assolutamente fuori luogo dal momento che mi rivolgo a persone adulte, ma mi permetto di dare un consiglio: godetevi Ortona e la magica notte dell’otto settembre per quanto di bello possa offrire sotto ogni aspetto, e che ognuno elabora secondo i propri stati d’animo, e sappiate che le bellezze non sempre sono palesi, bisogna saperle cercare e cogliere mantenendo la mente lucida e lo spirito positivo di chi vuole divertirsi nel sacrosanto rispetto dei diritti di tutti.
Un abbraccio a tutti voi.
Antonella Castrucci
Cervia, 14 settembre 2007