LA FESTA PATRONALE

S. Generoso, punto di riferimento per la cristianità ortonese

 

L’11 maggio 2002 la comunità ortonese ha festeggiato S. Generoso Martire, Patrono di Ortona dei Marsi. Anche se il giorno in cui si ricorda il Patrono è l’otto di maggio in genere, per consentire anche ai non residenti di poter essere presenti, i festeggiamenti vengono spostati al primo sabato successivo.

Sabato mattina gli ortonesi si sono svegliati con un po’ di apprensione perché le previsioni del tempo avevano annunciato un fine settimana di pioggia. Veramente si potrebbe dire che la pioggia è quasi una tradizione il giorno della festa di S. Generoso, perché spesso è capitato che a causa del mal tempo o la processione non si è potuta svolgere oppure è stata interrotta e la statua del Santo è stata riportata in tutta fretta in chiesa (una fretta relativa, visto che il suo peso supera abbondantemente il quintale!!!!) perché non venisse rovinata dall’acqua. Quest’anno invece, nonostante l'aria non proprio primaverile, il sole ha fatto capolino tra le nuvole per tutta la mattinata e la celebrazione religiosa si è potuta svolgere interamente.

La festa ha avuto inizio alle ore 8.00 con alcuni colpi di sparo ed è proseguita con il consueto "giro" della banda che, suonando per le strade di Ortona, ha reso ancora più festosa l’atmosfera di questo giorno.

Terminata la celebrazione della Santa Messa, a cui hanno partecipato molti fedeli, la statua del Patrono è stata portata in processione per le strade del paese accompagnata dalle preghiere, dai canti religiosi e dalla musica della banda; dopo una sosta nella piazza del vascone per l'ascolto della tradizionale, bella e sempre emozionante batteria pirotecnica la statua di S. Generoso è tornata nella parrocchiale. Qui, prima della chiusura della cerimonia, è stato benedetto il "pane di S. Generoso". Si tratta di una nuova usanza introdotta lo scorso anno, che ha arricchito la tradizione. Dei piccoli pani, confezionati da alcune signore del paese, sono stati benedetti e distribuiti a tutti i presenti. Sul vessillo che il Patrono reca nella mano sinistra, S. Generoso viene definito "portatore di pace" e il pane spezzato e distribuito tra i commensali rappresenta la condivisione, la comunione e la pace.

Questa iniziativa ha avuto anche uno scopo di beneficenza: il ricavato della vendita dei pani verrà utilizzato per le spese di ristrutturazione della chiesa.

Terminata la cerimonia, gli uomini ed i ragazzi che hanno portato la statua per le strade del paese sono stati invitati dal comitato feste a "ca’ d’Alfonso" per il bicchiere della staffa, sempre gradito, ma questa volta particolarmente apprezzato, visto che la statua del Patrono è molto pesante; anzi, proprio per questa ragione tradizione vuole che venga offerto da bere ai "portatori" del Santo anche durante la processione.

Purtroppo, mentre gli ortonesi stavano nelle proprie case a gustare i piatti buoni della festa, la temuta pioggia è arrivata, copiosa ed insistente costringendo il comitato a modificare il programma della festa. La banda ha dovuto tenere il suo concerto all’interno della chiesa di S. Giovanni Battista e, poiché il cielo cupo non prometteva nulla di buono, anche il complesso di musica leggera, che avrebbe dovuto suonare in piazza, per precauzione è stato trasferito nella sala del "Centro Anziani". Qui, al riparo dall’aria umida e particolarmente fresca dell’esterno, si è ballato fino a tarda ora, mentre un’allegra comitiva di giovani e giovanissimi ha proseguito il divertimento al bar di Alfonso fino a notte molto ma molto inoltrata.

Nonostante i capricci del tempo, gli ortonesi hanno trascorso comunque una giornata bella e serena e non poteva essere altrimenti: la festa di S. Generoso ha un suo singolare fascino perché particolare e profondo è il sentimento che circonda la figura del nostro Patrono.

Da bambini andavamo spesso nella cappellina dedicata a S. Generoso a guardare la statua che lo rappresenta. Quella statua, così grande, così imponente, ci incuriosiva e ci affascinava. L’unica "cosa" che dalla nostra altezza potevamo guardare da vicino e toccare erano i piedi per noi… grandissimi! Ma non credo che qualcuno di noi abbia mai provato timore o soggezione perché quella statua ci evocava un giovane soldato bello, forte e buono e quelle mani così grandi ci ispiravano solo un grande senso di protezione.

Mi è capitato spesso di vedere, soprattutto nelle case delle persone più anziane del paese, delle cartoline o delle foto in bianco e nero raffiguranti l’immagine di S. Generoso gelosamente conservate o orgogliosamente esposte dietro la vetrina delle "credenze" di una volta.

In una mostra fotografica su Ortona, svoltasi qualche anno fa, oltre alle foto che rappresentavano scorci caratteristici del paese erano state esposte anche alcune immagini di S. Generoso. Era possibile ordinare riproduzioni ed ingrandimenti e, in quell’occasione, mi colpì il fatto che molti ortonesi avessero commissionato la riproduzione anche delle foto che raffiguravano il Patrono.

Non è facile esprimere a parole l’emozione che si prova quando l’imponente statua di S. Generoso appare sulla porta della chiesa di S. Giovanni Battista o quando, sul sagrato della chiesa, ben otto uomini sollevano la pesantissima statua per portarla in processione e tutti i presenti irrompono in un caloroso applauso.

Il soldato che dismette gli abiti della guerra per diventare il milite della fede, non è per gli ortonesi solo simbolo di pace e di fede profondamente vissuta fino al sacrificio della propria vita. No, non è solo questo. S. Generoso è il Patrono di Ortona e, nella devozione per il Santo, gli ortonesi raccolti intorno alla sua statua esprimono, prima di tutto, l’amore per il proprio paese e per le proprie radici. In S. Generoso gli ortonesi si identificano in quanto tali e allora il Santo Patrono diventa il simbolo di una comune identità, di una comune appartenenza e di un intenso legame ad un determinato luogo e ad una determinata realtà. Questo è il sentimento che sottende la festa del Santo Patrono, questa è la festa di S. Generoso, il resto è tradizione che si ripete uguale ogni anno ma che, proprio perché si nutre di questo sentimento, non stanca mai anzi, è sempre profondamente partecipata.

 

Letizia Del Capraro

 

Per rivivere alcune fasi della festa clicca su alcuni momenti... 

 

   Alcuni Momenti