IL COMITATO FESTE

Un impegno per la tradizione

 

Il Comitato Feste è un'istituzione per il popolo ortonese. E' la garanzia di una tradizione che non deve tramontare mai. E' un gruppo di persone che per un anno dimentica qualsiasi tipo di svago e si dedica anima e corpo al suo paese, al rispetto delle sue usanze.

"È uscito il Comitato Feste!". Questa è la tanto attesa esclamazione che ogni ortonese aspetta di sentire con ansia agli inizi di ogni anno. Sembra quasi che con la costituzione del gruppo che organizzerà i festeggiamenti la vita sociale ortonese sia più completa, più bella. Ci si sente da subito alla vigilia della festa, le strade del paese sono già inebriate da un'aria di felicità che trasforma lo stato d'animo di ogni vero ortonese. Il Comitato Feste è la banda che gira la mattina della festa, è la processione per le vie del paese, è lo sparo che con la sua potenza evidenzia quanto i paesani siano legati ai suoi Santi, è l'intrattenimento serale, è la "Mammoccia" (il ballo della pupa). Il Comitato Feste è la garanzia che tutto questo ci sarà. Cosa sarebbe Ortona senza feste patronali? Non oso dare una risposta…

Far parte del gruppo è cosa molto impegnativa, soprattutto per coloro che non risiedono in paese. Le attività necessarie per l'organizzazione di una festa richiedono una presenza quasi costante, principalmente nell'ultimo mese che la precede. Il giro per la questua, per esempio, è l'impegno più arduo. Ortona dei Marsi è una terra con pochi abitanti, ma con molti residenti estivi o in occasione di festeggiamenti, quindi, per poter chiedere un contributo a tutte le famiglie, occorre effettuare per almeno tre volte l'intero giro del paese prima dei giorni di festa. Non meno faticoso è il giro di questua per i paesi vicini che si fa sempre con molto piacere, anche se alcune volte si riscontrano poche entrate e molte discussioni. E non è finita, perché il resto della gente, e si tratta della maggior parte, viene avvicinato per l'offerta il giorno stesso della festa. Il giro di questua è molto faticoso ma altrettanto divertente, infatti durante le passeggiate per le vie del paese accadono degli episodi molto simpatici. Frequenti sono le discussioni con la gente per questioni che esulano totalmente con l'argomento festa: chi chiede la sostituzione della lampadina dell'illuminazione pubblica, chi richiede con impeto il ritiro dell'immondizia, che nei giorni estivi si accumula a dismisura visto l'enorme aumento della popolazione. Non meno divertenti sono le discussioni tra moglie e marito su l'importo da offrire per la festa: obiettivamente il marito è sempre più generoso, chissà perché?

Altre attività, più organizzative e sicuramente meno faticose, sono quelle di scegliere e quindi di prenotare il complesso bandistico e la batteria pirotecnica, per la processione, e l'orchestra per l'intrattenimento serale. Da sottolineare il divertente incontro con l'impresario durante il quale ogni componente del comitato dice la sua e molte volte, soprattutto se si tratta di ragazzi, si rischia di decidere su un complesso oppure su un altro a seconda del livello di bellezza delle donne esposte in locandina. Per i complessi bandistici normalmente si preferisce chiamare qualche gruppo abruzzese, mentre se si tratta del concerto serale esce fuori l'innamoramento degli ortonesi verso le bande pugliesi che hanno sempre dimostrato il loro grande valore artistico.

Anche sull'argomento "sparo", o batteria pirotecnica che dir si voglia, bisognerebbe partecipare alla divertente discussione. Sullo "sparo" ci sono sempre due scuole di pensiero, che poi rappresentano la reale opinione di tutto il popolo ortonese: c'è chi afferma che la batteria deve essere talmente potente che deve tremare tutta Ortona e frazioni, ciò a dimostrazione di quanto le nostre feste siano le migliori di tutta la Valle del Giovenco. L'altra scuola di pensiero, invece, ritiene che lo "sparo" sono soldi bruciati e che quindi deve essere ridotto al minimo. E' naturale che prevale ogni volta il buon senso e quindi si decide sempre per una giusta via di mezzo.

Le attività che definirei più "noiosette" sono quelle burocratiche. Si tratta di ottemperare agli obblighi di legge con le varie autorizzazioni al Comune e alla Prefettura, la dichiarazione S.I.A.E e l'autorizzazione all'Ufficio delle Entrate del Ministero delle Finanze per tutto quanto concerne i biglietti della lotteria. Altrettanto seccante è la richiesta di maggiore potenza elettrica da indirizzare all'Enel, necessaria per permettere lo svolgimento della serata. Queste attività di solito si fa del tutto per schivarle, ma alla fine colui che si sacrifica si trova sempre.

Tutto ciò significa impegno e presenza.

La sveglia suona alle ore 7:00!! Il che è tutto dire, specialmente per coloro che il giorno della festa sono abituati a svegliarsi molto tardi, per via dei bagordi della vigilia. Una rapida colazione e via dentro la "metata", il vestito della festa, pronto ben stirato già dalla sera prima. L'appuntamento è per le 8:00 davanti alla scuola, lì arriveranno da un momento all'altro i bandisti che, dopo i classici rimproveri per il ritardo fatto, daranno inizio al tradizionale giro del paese. La prima emozione si prova alle ore 8:00 quando i consueti quattro spari di apertura rimbombano per tutta la Valle del Giovenco.

Le marce sinfoniche offrono un dolce risveglio a tutto il paese, i bambini si precipitano alla finestra per sentire la musica e per vedere la banda schierata in alta uniforme. Il comitato feste si divide in due gruppi: il primo si predispone all'inizio del corteo per guidare gli illustri musicisti, il secondo chiude la fila con il compito di ritirare l'offerta degli ultimi ritardatari che, come da tradizione, attendono sull'uscio della propria abitazione pronti ad adempiere al loro dovere.

Durante la Messa i componenti del comitato addetti alla questua, sono sempre le stesse persone per poter riconoscere "a vista" chi deve ancora l'offerta, si appostano in punti strategici della piazza e come falchi si scagliano sulla preda che nulla può contro tanto entusiasmo e tanta simpatia. Segue la "cerimonia" dell'asta, dove si cerca di capire quante squadre partecipano per preventivare, anche se sommariamente, quale sarà l'importo che verrà versato nelle casse del comitato. In ultimo, l'emozione più grande: i raggi del sole illuminano la Statua che varca l'uscio della chiesa. Per tutti gli ortonesi la commozione è alle stelle e il nodo in gola raggiunge la dimensione massima.

Il comitato feste, durante la processione, ha l'onore di scortare il Santo e si dispone ai lati del cuscino, custodendo simbolicamente il denaro che viene offerto dalla popolazione. Le emozioni continuano con l'esecuzione della batteria pirotecnica. Buona parte della popolazione considera lo "sparo" un elemento fondamentale della festa e quindi giudica l'operato del gruppo organizzatore anche in base alla sua tecnica e potenza. Un sospiro di sollievo si tira alla fine della processione, se il tempo è stato clemente, e dopo la benedizione del parroco la festa religiosa si conclude, come da tradizione, da Alfonso (bar ortonese) con il pagamento dell'asta davanti ad un buon bicchiere di birra.

Il pomeriggio e la serata procedono agevolmente, se si tratta dell'otto settembre il comitato feste presiede l'estrazione della lotteria e a mezzanotte guida il ballo della "mammoccia".

Dopo la festa le dolenti note: l'impresario che durante la serata ha assistito alla manifestazione come un normale spettatore, dopo l'ultima nota si avvicina inesorabilmente in cerca del vile denaro. Comincia la conta dei soldi!! Le banconote, di tutti i tagli, passano più volte tra le mani stanche degli organizzatori. Quando si è veramente sicuri di non sbagliare, si passa il frutto di tanto lavoro nelle mani di colui che ha permesso tante emozioni.

Cosa significa far parte del comitato feste? Significa sentirsi parte della tradizione ortonese, significa dare una pennellata di colore ad una vita sociale piuttosto piatta, significa semplicemente fare qualcosa per il nostro amato paese. Che grandissima soddisfazione arrivare alla fine della serata e rendersi conto, non solo per i complimenti della gente sempre molto graditi, che i festeggiamenti sono stati apprezzati dalla popolazione. Accontentare i giovanissimi, i giovani e i meno giovani, a volte è cosa ardua. L'impegno e l'entusiasmo sono la giusta formula per centrare l'obiettivo. La passione per la tradizione ti dà la spinta ad assumere rischi alti, come ad esempio firmare contratti per milioni di lire, o migliaia di euro, diversi mesi prima della festa. Non tutti sono disposti ad assumersi questo rischio. E se piove? Se piove si incassa la metà, se non meno, del normale ricavato. Allora per contenere il rischio, bisogna anzitempo prevedere altre forme di entrata o comprimere i costi senza però ridurre la piacevolezza della festa che si sta organizzando. E se la banda o l'orchestra non si presenta? Anche in questo caso bisogna sempre prevedere delle alternative di emergenza. Insomma, durante la festa l'ansia fa da padrona.

Tuttavia, le feste ci sono sempre state. I nostri nonni raccontano che la questua si faceva in maniera diversa, si raccoglievano grano e uova, che esisteva solo la banda e che le tecniche di sparo erano differenti, ma la passione nell'organizzare le feste religiose era sempre immensa. E noi ragazzi del terzo millennio abbiamo ereditato questa tradizione e faremo l'impossibile affinché non tramonti mai.

 

Dedico questo pezzo a Pasquale Silvagni che per moltissimi anni si è impegnato nell'organizzazione delle feste patronali ortonesi.

Ti abbraccio con affetto

                                                                        Saverio