IL RITORNO DELLA BALAUSTRA

L'antica balaustra viene restaurata e ricollocata sull'altare maggiore della parrocchiale

 

Nella prima decade del mese di Marzo 2002 nella Chiesa di San Giovanni Battista in Ortona dei Marsi è tornata a risplendere la balaustrata, da sempre affettuosamente chiamata dagli Ortonesi "balaustra".

La balaustrata è in termine tecnico l’insieme dei balaustri, ossia delle colonnine disposte a formare un parapetto o una ringhiera. Essa cominciò ad essere adoperata nell’età romanica e ampio fu il suo uso nell’architettura rinascimentale e barocca mentre il giudizio della critica neoclassica fu severo per reazione alle forme fantasiose e pittoriche che essa aveva assunto nell’era barocca e del rococò.

In effetti nel Cinquecento ci fu una spinta molto forte alla realizzazione e alla apposizione delle balaustre nelle Chiese. Ciò fu dovuto soprattutto alla diversa impostazione data alla Chiesa dal Concilio di Trento (1545–1565) che si impose di combattere gli abusi e i movimenti eretici che volevano negare in tutto o in parte i precetti della fede romana. Il Concilio riaffermò i dogmi fondamentali del Cattolicesimo e stabilì nuove norme disciplinari per la vita della Chiesa.

Nella discussione, tra l’altro, sull’essenza e gli effetti dei SS. Sacramenti si mise in evidenza come fosse necessario separare l’assemblea dal luogo in cui venivano celebrate la funzione liturgica e la funzione eucaristica, con lo scopo di indurre i fedeli ad avere un maggior rispetto nei precetti cristiani contro gli abusi e le manchevolezze fino ad allora perpetrate.

La balaustra fu usata per creare questa barriera e infatti i fedeli ricevevano l’Eucaristia inginocchiati dietro di essa.

Questa concezione della balaustra è venuta meno negli anni ’70 a seguito delle riflessioni che sono scaturite dal Concilio Vaticano II (1962-1965). La Chiesa si è aperta all’uomo, desiderando di farsi ascoltare e comprendere da tutti. Si è preoccupata che i fedeli non assistessero come estranei o muti spettatori al mistero di fede, ma che, con una comprensione piena dei riti e delle preghiere, partecipassero all’azione sacra consapevolmente, pienamente e attivamente.

La semplificazione dell’ordinamento rituale della Messa e la soppressione di quegli elementi inutilmente aggiunti, così come ha stabilito l’ultimo Concilio, hanno reso necessario rimuovere la balaustra, che costituiva un ostacolo alla più facile, pia e attiva partecipazione dei fedeli ai misteri della Chiesa.

Il restauro e la ricollocazione davanti all’altare maggiore, sua originaria posizione, della balaustra nella Chiesa di San Giovanni Battista non ha alcun significato sotto il profilo sopra descritto: non si torna indietro nel tempo. Si è voluto soltanto riportare all’antico splendore un oggetto di un certo pregio artistico che appartiene alla Chiesa di Ortona e al quale gli Ortonesi sono particolarmente legati, oggi più di ieri, da quando il trafugamento di altri beni appartenenti alla Chiesa avvenuto nel settembre 2000 ha ferito profondamente gli animi.

L’eccellente lavoro di restauro della balaustra, le cui due sezioni sono unite da un pregevole cancello in ferro battuto, è stato realizzato dall’ortonese Carlo Cerone ed è stato finanziato con quanto rimasto dalle "questue" delle festività per l’anno 1999.

Forse le targhe in ottone apposte sui fianchi interni della balaustra potevano essere più "discrete" per non ridurre il pregio artistico dell’oggetto, tuttavia, si ringrazia calorosamente il Comitato Feste 1999 che si è fatto promotore dell’iniziativa.

 

Tiziana Di Iacovo