S. ONOFRIO

Nel rione più antico del paese si sono svolti i festeggiamenti in onore del Santo

 

Sabato 28 luglio 2001 si è svolta la festa in onore di Sant'Onofrio, spostata a questa data dal Comitato Feste per ragioni organizzative, anche se il giorno preciso in cui ricade la festa di questo Santo è il 12 giugno.

S. Onofrio è stato un eremita vissuto nel IV secolo: per quaranta anni ha condotto una vita solitaria nel deserto, lontano dalla società e dagli usi comuni, dissetato da una fonte e nutrito dai datteri di una palma. Venne trovato nella Tebaide da un altro grande solitario egiziano, Pafnunzio. Questi trovò S. Onofrio ridotto in estrema debolezza, quasi nudo, coperto dai soli capelli: rimase con lui e lo assistette negli ultimi giorni di vita, lo benedisse e ne seppellì le spoglie. Pafnunzio divulgò il nome e la penitenza di S. Onofrio in tutto l'Egitto e al tempo delle Crociate il culto per il santo si diffuse in tutta l'Europa.

Nella parte più alta del paese, in prossimità della torre medioevale, si trova una chiesa dedicata al Santo. É l'edificio di culto più antico di Ortona: si ha notizia di esso in un censuale del 1200 conservato nell'Archivio Diocesano dei Marsi. Per tale motivo la chiesa di S. Onofrio è più antica della parrocchiale di S. Giovanni Battista, che è stata costruita nella seconda metà del 1300, mentre è probabilmente contemporanea alla torre. Della chiesa primitiva non resta nulla, se non il titolo di S. Onofrio: è stata, infatti, ricostruita tante volte nel corso dei secoli e l'ultimo rifacimento risale agli anni 1940 quando il parroco di Ortona era d. Paolo Frizzini.

S. Onofrio è il protettore degli ammalati, difatti nella chiesa sono conservati dei sacchetti di terra benedetta che gli ortonesi, da tempo immemorabile, utilizzavano contro le febbri molto alte. Il sacchetto veniva posto sotto il cuscino dell’ammalato e, dopo la guarigione, veniva riportato in chiesa affinché gli effetti benefici venissero preservati dal Santo.

La festa in onore del santo, ripristinata nel 1990, è diventata da allora un appuntamento immancabile.

Quest'anno, inoltre, si è avuta una bella novità: gli abitanti del Rione S. Onofrio hanno donato alla parrocchia una statua in legno raffigurante il Santo. La statua, alla presenza di numerosi fedeli, nel pomeriggio, è stata benedetta dal parroco nella chiesa di S. Giovanni Battista ed è stata portata in processione fino alla chiesa di S. Onofrio e qui, terminata la celebrazione della Santa Messa, è stata nuovamente portata nella tradizionale processione che si svolge per le strade del rione.

Oltre al quadro donato circa dieci anni fa, raffigurante l'immagine del Santo coperto dai soli capelli e raccolto in preghiera e meditazione, è ora possibile ammirare anche questa bellissima statua: entrambi sono una significativa testimonianza della devozione che lega gli ortonesi a S. Onofrio.

Successivamente alla celebrazione religiosa, la festa è continuata nella piazzetta adiacente alla chiesa dove, già dalla mattina gli abitanti del rione e il Comitato Feste avevano provveduto ad organizzare l'illuminazione e i tavoli: sono stati distribuiti buonissimi panini imbottiti con affettati vari e con la porchetta e sono andati tutti a ruba, nonostante la grande quantità.

Intorno alle 22.00 nella piazzetta vi erano molte persone, soprattutto giovani, ma non solo: tutti hanno apprezzato "le penne all'arrabbiata" preparate dalle signore del rione e qualcuno ha fatto anche il bis. L'atmosfera festosa e serena è stata anche allietata dalla musica e dai fuochi artificiali: la pioggia che nel pomeriggio aveva fatto temere per la buona riuscita della festa, non ha più turbato l'allegra compagnia. Intorno alla mezzanotte i ragazzi hanno reclamato ancora altri panini ma, poiché tutto il companatico era finito e c'era solo il pane, alcuni abitanti del rione, con molta inventiva, hanno subito preparato un'invitante "panzanella": pane, pomodoro a pezzetti, olio, sale e origano, un buon bicchiere di vino o di birra e la festa è continuata fino alle 2.00!

Come sempre la ricorrenza religiosa è stata anche una felice occasione d'incontro per ritrovarsi e trascorrere delle ore in piacevole compagnia.

 

 

Letizia Del Capraro