NONNO MIO, ORTONA MIA
Ricordo mio nonno e come d’incanto mi ritrovo ad Ortona
A te nonno… MS in bocca… profonde rughe scavate dalla fatica nella tua pelle scura, un po’ per nascita, un po’ per quella campagna che fino all’ultimo hai curato… così attento… sai, l’ho invidiata quella terra, con lei eri premuroso, quasi tenero… con me severo educatore… non capivo… non capivo quella durezza, non capivo il tuo dialetto… io mezza romana, mezza ortonese mi chiedevo perché non gettassi mai a terra quella corazza spessa che avevi costruito intorno al tuo cuore, mai un abbraccio nonno… eppure soffrivi se non venivo a trovarti… sai, a causa tua ho pianto… mi sono fatta una marea di domande ma poi ho capito che l’amore per questo paese scorreva nelle mie vene, e Ortona è anche questo… poche smancerie, un modo un po’ duro di dire le cose… ma cuori grandi, enormi… l’ho capito quando tu non c’eri più… tardi… troppo tardi… ma ho imparato… ho imparato ad amare il tuo paese, che ora e solo ora sento anche mio… amo il freddo pungente del nostro inverno… quel freddo che ti fa battere i denti ma che non ti impedisce di restare fino a notte fonda in piazza con i piedi nella neve per rubare ancora qualche minuto al sonno e alle coperte calde, per parlare con quell’amico lontano chilometri e chilometri ma così vicino al tuo cuore… ora apprezzo quel vino che da bambina mi mettevi sotto il naso nonostante le mie mille smorfie… ora apprezzo quella ressa in via Piano nei giorni di festa… la banda… ti ricordi?! Non la sopportavo, mi tenevi lì, sulle tue ginocchia, vietato allontanarsi, vietato sbuffare… bhè, non sono riuscita a dirtelo a voce… lo scrivo qui… grazie nonno… oggi ti ringrazio per tutto questo… è anche grazie a te se ora sono più forte, è grazie a te se vedo il mondo così nitidamente, è grazie a te se ho gli amici migliori del mondo… è inutile negarlo… in una città come Roma non c’è gente così… Ortona per me non è un paese… è la mia seconda famiglia… una famiglia che ho scelto e che continuo a scegliere ogni giorno…
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