LE NOSTRE CAMPANE
Dall’alto del campanile hanno da sempre scandito tutti i momenti della vita ortonese
Le campane hanno un'origine molto antica.
Con il Cristianesimo hanno acquistato un'importanza fondamentale non solo nella vita religiosa, ma in tutti gli aspetti della vita sociale. Il loro grande sviluppo si è avuto nel Medio Evo, quando hanno cominciato a segnare i ritmi e lo svolgimento della vita sia individuale che sociale. In ambienti dove non si conosceva nessun mezzo per la misura del tempo se non il corso del sole sul cielo durante la giornata e delle stelle con la luna durante la notte, il suono della campana segnava tutti i momenti salienti dello scorrere della giornata e della vita. La campana era praticamente l'orologio che misurava il passare del tempo. Nella civiltà contadina la giornata iniziava all'alba e finiva al tramonto: il contadino iniziava il suo lavoro quando cominciava a farsi giorno e tornava a casa quando il sole scendeva oltre l'orizzonte, d'estate e d'inverno; la notte era per il riposo. Ebbene, la campana ritmava questo scorrere della vita quotidiana. Al mattino, a mezzogiorno e al tramonto la campana suonava tredici tocchi (tre + quattro + cinque + uno): i tocchi dell' aurora si chiamavano mattutino, quelli di mezzogiorno l'angelus e quelli delle sera vespro o ventunora. Quando suonavano questi tocchi la gente faceva il segno della croce e recitava l'Angelus Domini (l'Angelo del Signore).
Le campane segnavano anche i giorni di festa e i giorni di lavoro con suoni diversi. Così gli avvenimenti lieti e quelli tristi, come i matrimoni e i funerali, venivano annunciati con rintocchi differenti.
Anche a Ortona, come in tutti i paesi, le campane avevano questo uso.
Nel nostro paese le campane erano quattro e venivano chiamate: din din la più piccola sull'apertura del campanile che dà verso via Melonia, den den quella che guarda verso via Piano, dan dan quella che guarda verso Cesoli e don don quella più grande che guarda sulla piazza. Quest'ultima campana, don don, è la più antica e porta incisa la data 1342.
Purtroppo anche le campane, che sono di bronzo e vengono fuse in stabilimenti specializzati, possono rompersi. E questo è quanto accaduto alla nostra don don che si è spaccata lateralmente e purtroppo non può più essere utilizzata.
Messa quindi a riposo il 17 aprile 2002, ma non per questo dimenticata dopo aver ritmato la vita di Ortona per questo lunghissimo arco di tempo, al suo posto, il 19 maggio 2002, è stata collocata una nuova campana donata da alcuni ortonesi alla Parrocchia di San Giovanni Battista. Questa nuova campana che pesa circa otto quintali è decorata sulla sommità con le immagini di quattro Santi: La Madonna di Sulla Villa, San Giovanni Battista, San Generoso e San Benedetto, ed è stata tenuta a “battesimo” dal parroco durante la celebrazione della Santa Messa il 21 aprile 2002.
Alcune curiosità.
Nei tempi passati il pericolo di incendio nelle case e nei pagliai era molto probabile e non c'erano i pompieri che potessero intervenire, per cui quando l’evento si verificava, dovevano accorrere i paesani per spegnere il fuoco e dare l'aiuto per salvare quanto fosse possibile. Ebbene per avvertire la gente del paese che era scoppiato un incendio a Ortona si suonava a fuoco, cioè don don veniva suonata in modo che la gente capisse che era scoppiato un incendio e si doveva intervenire.
E quando si avvicinava un temporale e minacciava la grandine, si suonava a distesa la campanella di Sulla Villa: la gente pregava per scongiurare il peggio ed accendeva nelle case la candelina che era stata data in chiesa in occasione della festa della Candelora, il 2 febbraio.
Fino agli anni Cinquanta del secolo appena passato l'orologio non lo aveva nessuno, tutt'al più c'era qualche sveglia per le case e, specialmente i ragazzi, non sapevano leggere l'ora: per cui al mattino, quando bisognava andare a scuola, suonava la campana per avvertire che era ora. A Ortona la campana della scuola era dan dan, che suonava appunto una ventina di tocchi e veniva chiamata per questo anche campana della scuola.
Naturalmente le campane si suonavano a mano, cioè l'addetto o, in genere, il sagrestano della chiesa ai momenti stabiliti andava sotto il campanile e tirava le funi che azionavano i martinetti delle campane.
La domenica e gli altri giorni festivi le campane suonavano a festa e il sagrestano si faceva aiutare dai ragazzi, i quali facevano a gara e spesso anche a botte per andare sul campanile.
Ora ad Ortona questo non succede più. E’ stato infatti installato un impianto di funzionamento automatico di tutte le campane entrato in funzione il 7 agosto scorso quando le strade del paese sono state allietate, dopo qualche mese di silenzio durante il quale le campane erano state sganciate per permettere lo svolgimento dei lavori, da una ricca, gioiosa, allegra ed emozionante scampanata.
Tiziana Di Iacovo |