LA FESTA DELL'ANZIANO

Tradizionale festa dedicata interamente alle radici di Ortona

 

Ortona è stato più volte definito il paese della longevità. Non a torto direi, visto che gran parte della popolazione ha superato la soglia degli ottanta. Un traguardo importante poiché ad Ortona, e nella nostra vallata, solo chi ha compiuto i fatidici ottanta può ritenersi “anziano”. Questo non è un motivo di discredito, bensì di fiero orgoglio per il nostro Comune.

 

Per tutti gli ultraottantenni la Pro Loco ha organizzato nel pomeriggio del 18 agosto 2002 la festa dell’anziano, che da qualche anno sembrava passata nel dimenticatoio a causa della vacanza del direttivo Pro Loco. Nei giorni precedenti il 18 gli attivissimi ragazzi della Pro Loco hanno portato ai festeggiati dei simpaticissimi inviti, chiedendo di non mancare assolutamente. Approfittiamo dell’occasione per mandare un forte abbraccio a tutti coloro che per malattia o per altri motivi sono rimasti a casa. Dopo la celebrazione della Santa Messa e il discorso di ringraziamento del Sindaco Manfredo Eramo i nonni e le nonne residenti ad Ortona hanno ricevuto delle medaglie in ricordo della cerimonia e soprattutto in premio alla loro lunga vita. Mentre prendevano tra le mani rugose e tremanti quel piccolo dono vedevi nei loro occhi una felicità mista a commozione che li accostava a dei bambini e suscitava un profondo senso di tenerezza. La Pro Loco e l’Amministrazione comunale hanno poi offerto dolci e bibite mentre i festeggiati ascoltavano soddisfatti la Corale Folkloristica di Ortona che si è esibita per l’occasione. Lo spettacolo è stato inframezzato dalla lettura di alcuni racconti e poesie dialettali di Tiziano Giardina ed Emilio Castrucci e dall’esecuzione assolo del bravissimo fisarmonicista Cristian Taglieri. L’ascoltare canzoni in dialetto che raccontano momenti di vita quotidiana e il vedere alcune coriste indossare abiti tipici ortonesi li hanno riportati con emozione e un po’ di malinconia ai vecchi tempi. Non è mancato chi si è lasciato sfuggire una piccola lacrima ripensando alla giovinezza, a quella vita sicuramente più autentica e a tutto ciò che nel corso degli anni è riuscito a realizzare per se stesso e per i suoi figli. Una luce particolare illuminava i loro occhi: quella stessa luce che ravviva il loro sguardo quando l’incontriamo per strada mentre vanno in campagna o alla stalluccia “abball’ p’ la costa”,”alla torr’” o “sott’ l’ mura”, quando li vediamo seduti ai “canton’ n’ piazza” o a “mastr’ Alfons’” o andare alla Messa col fazzoletto in testa e ci fermiamo per un momento a far loro compagnia. Hanno sempre qualcosa da insegnarci o da rimproverarci dall’alto della loro saggezza e autorevolezza, hanno sempre qualcosa da raccontarci poiché hanno vissuto l’orrore della guerra, del terremoto, un’ esistenza di sacrifici e di fatiche.

 

Oltre che un forte appiglio al quale appoggiarsi data la nostra inesperienza gli anziani sono anche una fonte inesauribile di sapere, uno stralcio di storia del nostro paese: occorre, quindi, fermarsi per offrire loro un sorriso come quest’anno alla festa dell’ anziano.

 

Francesca Di Benedetto