CARO AMICO

Gli anni passano, si diventa grandi, ma il nove settembre è sempre il nove settembre

 

Caro amico,

la pioggia scorre silenziosa sui vetri delle mie finestre mentre qualche lacrima fa capolino dai miei occhi. Oggi 9 settembre. Qualcuno potrebbe dire “Un giorno come un altro”. Per chi ha Ortona nel cuore, no. Il 9 settembre è un giorno di malinconia: il ricordo delle feste trascorse è ancora vivo e, piano piano, matura la consapevolezza dell’attesa; è iniziato un nuovo anno, scandito dai suoi ritmi: l’autunno operoso, il gelido inverno, la primavera, l’estate dorata. Quanti giorni mi attendono prima di poter tornare!

Sai, ogni volta che torno, mentre in auto mi avvicino al paese, metto in pratica un gioco, una sorta di scaramanzia: chiudo gli occhi e provo a ricordare ogni singolo particolare; poi li apro di colpo, quasi a chiedere conferma delle immagini che custodisco nel cuore dall’anno precedente. Il paesaggio è rimasto quasi immutato, una sicurezza, un punto di riferimento. I tigli profumati, la torre maestosa e, perché no, anche un po’ buffa, la splendida chiesa antica: non è cambiato niente, Ortona ci accoglie e ci abbraccia con lo stesso affetto di sempre.

Noi no, noi cambiamo: quelli che ricordavo ragazzi, ora sono diventati piccoli uomini, i bimbetti sono cresciuti di un palmo, gli anziani sono più curvi e canuti per il peso degli anni. Una cosa, però, li accomuna: sono tutti pronti a donarti un sorriso, un momento di tenerezza, la gaiezza di uno scherzo.

L’estate…l’estate per Ortona è un momento magico! L’orologio delle tradizioni segna i suoi minuti più importanti: S. Onofrio, le festività di Ferragosto, le immancabili scampagnate al fiume, i divertimenti, il piacere dell’inventiva e del segreto nel costruire la “mammoccia”…È un continuo fare, programmare, accogliere, dare… Ortona è nata per questo: per testimoniare che la gente può dare, dare sempre, dare in modo gratuito e spontaneo, dare di cuore.

Agosto lascia il posto a settembre e si giunge così al tripudio della vita ortonese: le feste del 6, 7 e 8 settembre. Caro amico, chi non lo ha vissuto, almeno una volta, non può comprendere quante emozioni possono regalarti le processioni, l’asta, il giro della banda per le vie del paese, lo sparo, i profumi prelibati delle leccornie sfornate appositamente per i giorni di festa, le allegre brigate ad Alfonso, il ballo della Pupazza… È un vortice che ti travolge, che ti spinge a vivere la vita, a berne sempre un sorso in più…

Oggi 9 settembre. È tutto finito. Mi appresto alla partenza, amico mio; lascio anch’io questo nido segreto, questo paese incantato, senza tempo, e le persone meravigliose con cui ho condiviso questi momenti. Non c’è più posto per le musiche, le danze, l’allegria, le risa…

Oggi 9 settembre. Rimane solo la pioggia e tanta, tanta tristezza.

 

                                                                                                                                                            Erica