SERENO NATALE

Felice risveglio nella mia cara Ortona

 

Per chi ha trascorso a Ortona ogni Natale della propria vita, respirando a pieni polmoni la sua atmosfera e onorandone le tradizioni con entusiasmo sempre nuovo, non è facile apprestarsi a passarne uno lontano, specialmente se questo non avviene per puro desiderio di una vacanza diversa dal solito. Milano, ancora porto di sbarco per tanti nuovi “migranti” da tutta Italia, ricca di promesse, di occasioni, soprattutto di opportunità di lavoro, anche per me: ecco perché il mio primo Natale padano.

Nell’insolito clima di questa vigilia rifletto sul fatto che la capitale del nord vanterà pure la paternità del dolce simbolo di questo periodo, il panettone, ma questo non le basta certo per ricreare l’atmosfera natalizia che mi è familiare e il sapore semplice e genuino delle feste ortonesi, quindi cerco di rimediare alla lontananza con i ricordi. Sarà un’esagerazione generata dalla nostalgia, ma sono convinta che già solo per il suo panorama Ortona sia lo scenario ideale per accogliere il Natale, quando di sera, adagiata placidamente sul fianco del colle e avvolta dalle calde luci, sembra una miniatura perfetta per decorare il presepe, e non sarebbe meno adatta come decorazione all’interno di una sfera di vetro che, capovolta, la ammanti di una bianca coltre.

Chissà quanta neve c’è adesso... In questo momento gli ortonesi, residenti e tornati per l’occasione, sicuramente avranno illuminato le finestre e staranno animando le strade con le voci risonanti di saluti, scambi di auguri e appuntamenti per la messa di mezzanotte, magari mentre si affrettano negli ultimi acquisti per il cenone, che la tradizione vuole ricco. Anche il mio lo è, ma il condividere con familiari, amici e paesani la gioia della festa è la pietanza che manca di più nella fredda, lontana città.

Tra queste riflessioni è arrivata l’ora della messa di mezzanotte. La chiesa è gremita, ma la folla non riesce ad attenuare il mio senso di solitudine: ognuno rimane chiuso in sé e mantiene la solita asettica e diffidente distanza da chi non conosce. Avevo sperato che almeno la gioia dell’evento che si sta celebrando riuscisse ad intaccare la proverbiale freddezza che regna da queste parti! Torno a casa in silenzio, sotto un cielo umido e invariabilmente coperto e non posso fare a meno di pensare... A Ortona avranno sicuramente già scoperto il Bambinello tra i canti del volenteroso coro. Ora nella chiesa illuminata ci sarà la solita calca davanti al presepe, sempre uguale nel tempo e forse per questo sempre suggestivo e sul sagrato, nel freddo della notte stellata, le persone infagottate staranno elargendo generosamente auguri a tutti quelli che incontrano. Altro che freddo, questi pensieri mi scaldano il cuore. Qui domani mattina arriverà Gesù bambino, secondo l’usanza padana, a portare i regali, per il resto sarà una giornata dedicata a festeggiare la Sua nascita con la famiglia, almeno per chi la ha vicina. Meglio dormirci su!

Al risveglio mi sorprendo ancora a immaginare cosa stia accadendo a Ortona e la suggestione ha un volo così potente che mi sembra quasi di sentire i rintocchi delle sue campane che suonano a festa. Le note si susseguono nitide, sembrano reali... Ma no, lo sono, bastano pochi istanti per accorgermi che la mente non mi inganna! Il Natale a Milano è stato solo un brutto sogno, forse generato da pensieri troppo ricorrenti e dalle nuove abitudini di una nostalgica quotidianità. Così rassicurata mi preparo di buon animo per la messa delle undici. Le strade sono ghiacciate, la temperatura in chiesa tutt’altro che mite, ma c’è il calore della festa vissuta in modo corale con il paese. Poi una passeggiata sotto il tiepido sole, tutti a pranzo e poi ancora a riempire le strade di scambi di auguri e di allegria.

Se mi sentissi almeno un po’ lombarda direi che stamattina Gesù bambino mi ha fatto proprio un bel regalo!

Così è trascorso un altro sereno Natale a Ortona, con la sua rassicurante immutabilità negli anni, che è il fascino più grande e atteso da chi ha il privilegio di riuscire a goderlo.

 

                                                                                                                                                             Anna La Torre