TANTO COLORE IN UN BIANCO CANDORE

Il manto bianco che avvolge Ortona si è ricoperto dei vivaci colori del Carnevale

 

Era il 4 Febbraio 2005, il carnevale si sarebbe festeggiato solamente il giorno dopo… eppure tutto era ancora così incerto, nell’aria una tale insicurezza trasportata da quel vento gelido, tutt’intorno un paesaggio completamente innevato, stretti sentieri tracciati dalle pedate degli uomini, pochi di questi tra le vie del paese e tanto, tanto freddo. Ma quel venerdì giravano dei cuori, pochi cuori che non si arrendevano a tutto ciò che li circondava. Pensavano: ”Perché non si dovrebbe festeggiare?” E alcuni rispondevano: ”Perché il tempo non lo permette, fa freddo, c’è tanta neve che non consente il passaggio tra le vie del paese. Bisogna rimandarlo a sabato prossimo!” E i pochi cuori di nuovo: ”E questi vi sembrano problemi? Siamo o no abitanti della montagna? Tutto ciò ci appartiene. Il carnevale si festeggerà nonostante queste “difficoltà” che, in ogni modo, hanno sempre accompagnato Ortona, la sua storia, tutti noi!”. Erano i più giovani, non si sarebbero mai dovuti ascoltare secondo la legge di sempre, la legge della giungla! Ma loro avevano un grande spirito, una forza incredibile, ci credevano semplicemente! E la vittoria nella vita in genere spetta a queste persone! Così fu. Il giorno seguente l’appuntamento era alle 15:00, precisamente sotto il busto di Clelia.

Indossavano dei costumi così simpatici, erano bellissimi…ma non solo per quei costumi, quanto soprattutto per ciò che possedevano di loro: sguardi veri, sorrisi sinceri e serenità interiore che cancellava tutte le difficoltà (se così si possono chiamare). E se mancava qualcuno, dove lo si poteva trovare?? Provate a indovinare…non è poi così difficile…vi dirò la risposta solamente alla fine!!

 

Insomma, è proprio da questo posto che hanno gridato il primo “avanti con la croce!!” Sembrava davvero una processione: la croce “’ngoppa a ca ‘d Nessina” e la coda “p sott a San Pasqual”, al posto della banda, una fisarmonica, dei canti religiosi, quelli del loro folk music, al posto dei cuscini, dei cesti e al posto dei soldi, frappe, castagnole, uova e del buon vino!

Il segno della croce non davanti le chiese incontrate ma davanti ogni casa con la speranza di riuscire a TERMINARE il giro almeno per le 20:00! Le speranze sì, ma i pronostici erano tutt’altro. Ed ecco che tra una “leggera”, uno “spazzacamino” e una “campagnola” ci si bloccava ovunque. E già, credo avrebbero voluto creare un “S. Antonio bis!”. Infatti la realtà smentiva ogni speranza. Alle 20:00 i coriandoli non erano ancora giunti “abball ‘p l’era”…e mai ci giunsero!

A mala pena riuscirono a colorare “i piazzal” dove ci si intrattenne con i balli fino a tarda serata. Molti persero la via, altri addirittura il portone di casa!! Sembrerebbe tutto così paradossale…ma basterebbe solo chiudere gli occhi per immaginare i loro sorrisi, per capire che quella loro piccola tradizione, così semplice e buffa, segnò comunque un briciolo di felicità nei loro cuori!

 

Ah, dimenticavo…la risposta alla domanda non poteva che essere…Mastr’ Alfonso!!!!

                                                                                                                                                             Sele

 

Riviviamo alcuni momenti...