IL COMITATO FESTE: LA MIA PRIMA ESPERIENZA

Un ragazzo del Comitato Feste racconta il suo primo anno da “festarolo”

 

E’ passato solo un mese dall’Otto Settembre eppure sembra passata una vita… dalla fine dell’estate e da quello che per me è stato sempre un grandissimo sogno, quello di fare il “festarolo” insieme ai miei amici, sogno che finalmente sono riuscito a realizzare. Purtroppo è passato perché, come è ovvio, non poteva durare all’infinito, ma ha lasciato dentro di me un ricordo indelebile di me stesso, dei miei amici e, soprattutto, di Ortona, con la sua storia, le sue storie e tradizioni, la sua gente.

E’ stato un sogno quasi segreto, accantonato in un angolo in fondo al cuore, spolverato ogni tanto e sempre considerato quasi impossibile: un comitato feste fatto di soli ragazzi.

Fin quando un pomeriggio di gennaio, sul finire delle vacanze di Natale, con la festa di S. Antonio Abate sempre più vicina e l’idea di un Comitato Feste che non usciva, ha fatto scattare in noi un qualcosa, come un risveglio dell’istinto: era il nostro momento, la nostra occasione.

Siamo partiti subito con tanto entusiasmo ed energia, ma senza un minimo di esperienza concreta in merito. Ma, grazie all’impegno e, bisogna dirlo, a qualche consigliere provvidenziale, tutto è andato alla grande per il nostro primo appuntamento. Ogni nostra azione era sempre scrupolosamente vagliata da rapidi incontri per strada e, spesso, da lunghe e quasi esagerate riunioni in casa di qualcuno, probabilmente nuove alla storia dei "festaroli" e che forse sono state il nostro punto di forza, la nostra marcia in più.

L’idea di un Comitato Feste molto giovane, senza alcun veterano, ha suscitato a lungo delle perplessità da parte di molti ma ciò non è mai riuscito a distoglierci dal nostro compito.

Come tutti i giovani spesso siamo stati assaliti dall’entusiasmo e dalla voglia di fare, di stupire, con qualcosa che a Ortona non si vedeva da molto tempo; dimostrare che anche i ragazzi possono fare, che soprattutto sono loro il motore e il futuro. Perché bisogna dire che nella realtà ortonese i ragazzi sono pochi, ma non privi di quella carica e quell’affetto che può far bene alla nostra piccola comunità. Questo è stato il vero senso del nostro gruppo e delle nostre feste; riuscire a creare aggregazione, risvegliare lo spirito buono e sincero di tutti gli ortonesi.

Per l’impegno profuso, in ogni singolo evento tutto acquisiva qualcosa di grandioso, di maestoso; anche per le cose semplicissime, ormai storiche per le feste ortonesi, ma che noi vedevamo per la prima volta dalla parte opposta, da un’altra prospettiva.

Alla fine ogni cosa andava da sola, come se il nostro lavoro fosse la spinta iniziale per mettere in moto un qualcosa che poi correva da solo per la sua strada, guidato da tutti gli ortonesi e dalla tradizione stessa. Ognuno diceva di non aver paura, perché le feste sono sempre riuscite, bene, e anche per quest’anno…

Solo due grandi delusioni: un Otto Maggio sotto il segno dell’acqua e un sogno, nel nostro grande sogno, che forse un giorno riusciremo a realizzare.

Le feste di settembre sono state per noi un’emozione incredibile, un regalo indimenticabile a noi stessi; il ringraziamento da parte di tutti per aver donato ad Ortona un anno di festività, allegria e felicità, per aver lavorato, a detta di molti, con tanto impegno, amore e discrezione.

Il nostro ringraziamento andrà sempre a tutti coloro che hanno saputo apprezzare e che con la semplice partecipazione hanno gratificato il nostro impegno profuso.

Impossibile dimenticare l’Otto Settembre, al nostro rientro dalla processione, il ringraziamento di Don Josè, un po’ inatteso, e un caloroso e vigoroso applauso per tutti noi, raccolto con il cuore e bagnato da qualche inevitabile lacrima.

 

Un ragazzo del Comitato Feste