CARO ZIO FULVIO

La nipote con una lettera ricorda il poeta Fulvio Asci

 

Seduta al suo posto d’onore; la scrivania vicino alla finestra, cerco di buttare giù un discorso logico che parli di mio zio, Fulvio Asci.

Sono così tanti i ricordi che mi legano a lui che non saprei da dove cominciare. Forse comincio proprio da qui, la scrivania che è stato il suo angolino riservato, soprattutto negli ultimi anni della sua vita. E proprio qui venivo ad osservarlo e a parlare con lui, mentre era intento a leggere o a scrivere qualcosa, che solo dopo alcuni anni dalla sua morte ho scoperto di cosa si trattasse.

Proprio così, non gli ho mai sentito dire niente riguardo alle poesie che scriveva, non mi ha mai parlato di niente che lo riguardasse nel profondo dei suoi sentimenti o dei suoi pensieri, ma ciò di cui mi parlava era sempre comunque qualcosa di entusiasmante: mi parlava di Dante e di come lui conoscesse bene ogni passo della Divina Commedia, mi parlava di Annibale e dei suoi elefanti e mi svelava i segreti della natura che lo circondava. Non so come spiegare, ma ogni suo racconto era per me un grosso occhio che si apriva alle meraviglie del mondo.

Mi faceva tanto ridere e anche innervosire quando tra noi cominciavano le trattative sul darmi o meno 100 lire per comprare un cremino. Dopo tanti anni ho capito che quel banale gioco del cremino era il nostro rito quotidiano, le mie insistenze e le sue esilaranti spiegazioni sul perché non era giusto mangiare i dolci lo divertivano tanto. Comunque, quando ho scoperto la sua anima sensibile e quando mi sono resa conto di quanta parte di lui non ho vissuto, la tristezza per la sua scomparsa è aumentata notevolmente e ogni tanto, penso quante cose oggi potremmo dire e, soprattutto, non essendo io più una bimba, quanta parte del suo nobile animo oggi, forse, potrei tirare fuori.

Sono sicura che sarebbe molto imbarazzato stasera se fosse qui, ma sicuramente il suo cuore sarebbe colmo di orgoglio e contentezza e sono sicura che io sola, forse, sarei in grado di leggere dal suo sguardo immobile nella sua perenne felicità, una gioia diversa e appagante.

Ringrazio la Cerqua e tutti gli altri che hanno collaborato alla realizzazione della serata e, con un pizzico di pentimento, mi rammarico di non aver dato di più a questo giorno dedicato a lui, ma forse si tratta di gelosia che non mi permette di concedere agli altri i ricordi e quella importante fetta della mia vita vissuta con il mio zietto speciale: Fulvio Asci.

 

Daniela Asci