ARTISTI DELLA NOSTRA ZONA

Mostre di pittura hanno arricchito di arte il nostro paese

 

Quest’anno, nel corso delle feste di settembre, la sede della Pro - Loco ha ospitato una Mostra di Pittura. Ancora una volta degli artisti originari delle nostre zone hanno fatto conoscere ed ammirare le loro interessanti opere. Si tratta di Angelo Iacobacci nato a Carrito, e di Clemente Di Leonardo, nato a Santa Maria.

 

 

Di Angelo Iacobacci è stato scritto:

“…L’ispirazione che guida l’Artista nella stesura delle sue opere prende l’avvio da un’osservazione attenta e sensibile della natura circostante, libera, vitale e non ancora violata dall’azione dell’uomo. Il maestro l’analizza con taglio naturalistico, rivelandone i contenuti più riposti che trasferisce nella ricca trama del suo tessuto pittorico, alimentando così quei motivi lirici che fanno da sostrato alla sua azione estetica, equilibrata tra realismo e ricerca fantastica”.

 

 

 

 

 

 

 

 

Di Clemente Di Leonardo riportiamo la recensione che segue:

Il “Realismo” fu un Movimento artistico che nel tempo ha rappresentato varie impostazioni e situazioni, fino al “Realismo socialista”, al “Realismo magico”, al “Neo – Realismo”.

Osservando le opere di Clemente Di Leonardo se ne ricava un assunto di tipo originario ovvero quello che fu dei promotori (fra i quali si annoverano Gustav Coubert) con scene dei campi, urbanistiche, paesaggi, ritratti, disegni ambientali, fiori.

Il “Realismo” originario fu, infatti, intessuto di opere naturalistiche, movimenti popolari e storici, e si riproduceva quel mondo oltre che della natura quello della comunità lavorativa e operaia, e in Clemente Di Leonardo questa visione sussiste e ci ricorda anche la stessa vicenda dei “Macchiaioli”. Un riferimento al vero ed al reale con impianto scenografico. Fra colorazione, linea sobria del disegno, scene di vita, Clemente Di Leonardo si distingue per la “purezza” della valenza rappresentativa e per la conduzione strutturale dei temi. Una pittura – compresi i ritratti – dove il reale non ha alcuna modifica e sovrastruttura se non il respiro e l’acclimatazione di ciò che si vuole rappresentare identificandolo con la realtà seppure integrato da quel pathos necessario che dà alla figura il senso del tempo e della storia. (Dott. Antonio Caggiano – Ferrara, 28.04.2003).