UN CONTESTO AMBIENTALE DI ELEVATISSIMO PREGIO
In un territorio ricco di contrasti come la Liguria, stretta tra le montagne ed il mare,
il Parco del Beigua - il più vasto parco naturale regionale della Liguria,
che si estende per 8.715 ettari a cavallo delle Province di Genova e di Savona,
interessando tre Comunità Montane ("Argentea", "del Giovo" e "Valli Stura e Orba")
e dieci Comuni (Arenzano, Campo Ligure, Cogoleto, Genova. Masone, Rossiglione,
Sassello, Stella, Tiglieto, Varazze) - costituisce uno spaccato esemplare della
regione ove è possibile trovare, nel percorrere tratti anche di breve sviluppo,
ambienti e paesaggi così diversi tra loro, da lasciare stupefatto il visitatore impreparato:
uno spettacolare balcone formato da montagne che si affacciano sul mare dove
natura, storia, cultura e antiche tradizioni costituiscono elementi
di straordinario pregio ed interesse.
Un territorio per la cui piena fruizione è stata creata una fitta rete escursionistica che si sviluppa per circa 500 km.
e che permette di ammirarne ed apprezzarne le bellezze ambientali e storico-culturali.
Percorrere i sentieri del parco su entrambi i versanti (tirrenico o padano) o lungo la dorsale contraddistinta dall'Alta Via dei Monti Liguri è come sfogliare un magnifico libro in cui sono raccontate e rappresentate la storia dell'uomo e della natura.
Ventisei chilometri di crinali montuosi, a due passi dalla Riviera Ligure, che racchiudono praterie e preziose zone umide d'alta quota, fitte foreste di faggi, roveri e castagni, rupi scoscese e affioramenti rocciosi, pinete a Pino Marittimo e lembi di vegetazione mediterranea: un mosaico di ambienti in ragione
del quale il gruppo montuoso del Beigua viene considerato una delle zone più ricche di biodiversità della Liguria.
L'elevato valore ambientale del Parco del Beigua, peraltro, è stato riconosciuto anche da specifici atti assunti dall'Amministrazione Regionale che ha individuato all'interno dell'area protetta tre Siti di Interesse Comunitario (S.I.C.) ed una Zona di Protezione Speciale (Z.P.S.), in adempimento a specifiche direttive comunitarie ("Direttiva 79/409/CEE sulla conservazione degli uccelli selvatici" e "Direttiva 92/43/CEE sulla conservazione degli habitat").
Un parco di eccezionale valore naturalistico in cui si contano elementi che non possono coesistere nelle altre realtà regionali e nazionali: si pensi che questo territorio è segnalato a livello internazionale per il fenomeno della migrazione dei rapaci diurni (Biancone sopra tutti gli altri) e che, da alcuni anni, ha visto tornare a nidificare l'aquila reale, in buona compagnia con gufo reale, codirossone, sterpazzola e oltre ottanta altre specie ornitologiche.
Lungo i suoi percorsi più impervi e nascosti alla vista dell'uomo transita regolarmente il lupo e dai suoi contrafforti affacciati sul mare non è inusuale scorgere le affusolate sagome delle balene sbuffare nello specchio acqueo di fronte a Varazze.
Un comprensorio in cui nel giro di pochi chilometri si possono apprezzare fioriture tipiche della macchia mediterranea o imbattersi in preziose zone umide di alta quota, testimoni di epoche lontane in cui ghiaccio e rocce combattevano la loro battaglia quotidiana per modellare la superficie terrestre.
Un territorio che custodisce la storia geologica della nostra regione, raccontata gelosamente attraverso affioramenti rocciosi, mineralizzazioni, giacimenti fossiliferi, spettacolari forme modellate senza sosta per effetto degli agenti esogeni.
Un parco in cui è possibile scovare variopinte specie floristiche endemiche (Viola Bertolonii, Cerastium utriense, Asplenium cuneifolium, Daphne cneorum, Cheilantes marantae) e alcuni singolari inquilini appartenenti alla fauna minore (quali il colubro lacertino, il tritone alpestre, il tritone crestato, la rana temporaria, ecc.).
Un parco che annovera al suo interno tre importanti Foreste Demaniali Regionali ("Deiva" in Comune di Sassello, "Lerone" nei Comuni di Arenzano e Cogoleto, "Tiglieto" nei Comuni di Tiglieto, Masome e Campo Ligure) in cui vivono i tipici ungulati dell'Appennino ligure quali cinghiali, caprioli e daini.
Un parco, in definitiva, ricco di forme, di colori, di suoni in cui la natura è grande protagonista.
IL PARCO E L'UOMO
Il Parco del Beigua, peraltro, è anche caratterizzato da un prezioso patrimonio di testimonianze storico-culturali, presenti sul territorio o conservate nei musei, che raccontano l'evoluzione degli insediamenti umani dell'area del parco e le importanti vie di commercio tra costa e pianura padana che la attraversavano.
Una così preziosa risorsa da tramandare alle future generazioni rende il parco un territorio speciale non solo per la conservazione della biodiversità, ma anche per la tutela e la valorizzazione dell'identità culturale di ciascuna comunità presente al suo interno.
A partire dai reperti paletnologici che testimoniano come le selve del Beigua fossero frequentate già in epoca preistorica da cacciatori e pastori, passando al ruolo sempre più importante che la zona assunse quale crocevia di importanti vie di commercio tra la costa e la pianura padana, con il notevole impulso fornito nel territorio della Valle dell'Orba dall'insediamento dei Monaci Cistercensi presso la Badia di Tiglieto (fondata nel 1120), fino alle tradizionali attività agricole e di gestione del bosco che hanno definito l'uso del territorio negli ultimi secoli, il comprensorio del Parco del Beigua ha sempre manifestato una presenza significativa, condizionante e rassicurante dell'uomo a presidio delle risorse ambientali presenti in questa porzione del territorio ligure.
Di particolare interesse anche le diverse attività produttive ed agro-alimentari che hanno contraddistinto il territorio del parco e che in alcuni casi costituiscono, tuttora, significative realtà economiche, nonché motivo di attrazione per turisti : tra le prime ricordiamo l'industria cartaria, concentrata soprattutto nelle valli di Arenzano (Cantarena e Lerone); le ferriere che ebbero il loro massimo sviluppo nel Sassellese e nelle valli Stura e Orba; le vetrerie diffuse dapprima in Valle Stura, quindi anche nella Valle dell'Orba; la filigrana, fiorente e caratteristica attività che ha fatto di Campo Ligure un centro artigianale conosciuto a livello internazionale; per non parlare delle produzioni legate alla forestazione ed alla lavorazione del legno (con i tradizionali mestieri dei taglialegna, dei segantini, dei cestai, dei bottai).
Per quanto riguarda le tipiche produzioni agro-alimentari è d'obbligo ricordare il ruolo del castagno, con tutti i piatti che derivano dai suoi copiosi frutti.
Di grande rilevanza l'antichissima tradizione dell'industria dolciaria sassellese, con i tipici amaretti e canestrelli, ormai esportati in tutto il mondo.
Completano il quadro l'ampia gamma di prodotti caseari (per i quali in Valle Stura è stato individuato anche un percorso culturale-gastronomico "Le Valli del Latte"), la lavorazione delle carni bovine e ovine, nonché l'ambita raccolta e conservazione dei funghi.
(a cura Maurizio Burlando - Direttore Ente Parco del Beigua)