Michael Balint
Budapest, 3.12.1896 – Londra, 31.12.1970

Michael Balint (Mihály Bálint, nato Mihály Móric Bergsmann), era il primogenito in una famiglia di due fratelli. Il padre era medico. Contrariamente ai desideri paterni, egli cambiò il proprio cognome da Bergsmann a quello meno socialmente connotato di Balint, e si convertì all’unitarianesimo dal giudaismo. Collaborando con il padre fin da quando era giovane, egli osservò attentamente i pazienti, e studiò la natura della relazione medico-paziente.Provvisto di una solida preparazione in chimica, fisica, e matematica, iniziò il proprio tirocinio medico nel 1914 all’Università di Budapest, tirocinio che dovette interrompere per poter prestare il servizio militare durante la Prima Guerra Mondiale.

Servì sul fronte russo, e in seguito combatté anche in Italia. Essendo stato ferito, dopo due anni fu rimandato a casa, e conseguì la laurea in medicina nel 1920. Il suo futuro professionale fu largamente determinato quando egli lesse i “Tre Saggi sulla Teoria della Sessualità”, e “Totem e Tabù” di Freud, dietro suggerimento della sua futura moglie, Alice Balint (Alice Székely-Kovàcs), e quando iniziò a frequentare le lezioni di Sàndor Ferenczi.

Dopo il crollo, nel 1919, dell’effimera Repubblica Sovietica Ungherese, il Terrore Bianco e l’ondata di antisemitismo che colpì il Paese nel 1920, costrinsero Balint e la moglie ad emigrare a Berlino, dove egli trovò un impiego presso il laboratorio di biochimica diretto da Otto Heinrich Warburg (1883-1970), che avrebbe vinto il Nobel per la Fisiologia e la Medicina nel 1931.  Balint seguiva un dottorato in biochimica nello stesso tempo in cui lavorava part-time all’Istituto di Psicoanalisi di Berlino.

I Balint iniziarono il training analitico a Berlino con Hanns Sachs. Dopo aver conseguito il dottorato (Ph. D.), Balint rientrò a Budapest nel 1924.

Completò la propria analisi didattica con Ferenczi nel 1926, e fu uno dei suoi allievi più brillanti. Fino alla morte di Ferenczi, egli fece parte del suo più stretto milieu professionale.

Balint completò la propria analisi di training con Ferenczi nel 1926, e fu uno dei suoi allievi più brillanti.

Per un periodo, lavorò come assistente alla Prima Clinica di Medicina Interna dell’Università di Budapest. Nel 1925, iniziò a pubblicare lavori di psicoanalisi. Nel 1926, divenne membro della Società Ungherese di Psicoanalisi, assumendo funzioni di training in quello stesso anno. Nel 1930, partecipò alla fondazione del relativo centro psicoanalitico per pazienti ambulatoriali, del quale fu vicedirettore dal 1931 al 1933, per assumerne la direzione alla morte di Ferenczi nel 1933.

In questo Policlinico, organizzò seminari per medici di medicina generale.

Durante questo periodo, i suoi interessi di ricercatore  erano centrati sullo sviluppo della sessualità, con un focus specifico sulle relazioni d’oggetto e sull’intersoggettività nel trattamento psicoanalitico. Nell’ambito della psicoanalisi ungherese, era considerato un’autorità.

Negli anni trenta raccolse attorno a sé un certo numero di medici, allo scopo di integrare nella medicina le prospettive psicoterapeutiche. Queste riunioni furono anticipatrici dei gruppi di casework creati da Balint per i medici generalisti, subito dopo il suo insediamento a Londra. 

Fra i suoi primi lavori fondamentali, “Character analysis and new beginning”[1] fu il primo ad essere pubblicato in Ungheria nel 1933, e già allora esplorava le questioni delle relazioni oggettuali e dell’amore primario.

Egli concentrò la sua attenzione dapprima sulle funzioni positive della regressione, che aiuta il singolo individuo permettendogli di accedere ad un nuovo ciclo. Questa nozione di nuovo ciclo (o nuovo inizio), uno dei concetti più frequentemente citati negli ultimi decenni, evolvette anche durante tale periodo. Una paziente donna, che spesso accennava al fatto di non aver mai osato fare una semplice capriola, improvvisamente ne fece una durante una seduta, e così Balint comprese che quello non era semplicemente un acting-out, e neppure la manifestazione di qualche tipo di patologia. La regressione era tornata ad un punto nel quale un nuovo inizio ed un ulteriore sviluppo erano possibili.

Michael ed Alice Balint erano già ben conosciuti come psicoanalisti, quando, nel 1939, la legislazione antigiudaica adottata dall’Ungheria li costrinse a lasciare il loro Paese. I Balint si stabilirono a Manchester assieme al figlio Janos. Pochi mesi più tardi, nel 1939, Alice morì del tutto inaspettatamente.

Per Balint, l’angoscia del tempo di guerra fu intensificata dal fatto che i suoi genitori, che ancora vivevano in Ungheria, temendo l’arresto da parte dei Nazisti, si sentirono spinti al suicidio.

Durante l’ultimo anno di guerra, Balint conseguì il Master of Science in Psicologia con una tesi concernente le “Differenze Individuali di Comportamento durante la Prima Infanzia”. Nel 1945 si trasferì a Londra. Nel 1947 ottenne la cittadinanza britannica, e nel 1948 entrò a far parte dello staff della Tavistock Clinic. Nel 1949, egli conobbe la sua futura moglie, Enid Flora Eicholz, e assieme a lei organizzò i primi seminari di formazione e ricerca per assistenti sociali. Questi seminari ne precedettero immediatamente altri simili dedicati ai medici di medicina generale. Questo periodo si protrasse fino alla fine del 1952 e fu contrassegnato da una specie di studio sperimentale, che mise Balint in grado di selezionare 14 medici praticanti con i quali, tra il 1953 e il 1955, mise a punto la metodologia dei seminari di formazione e ricerca, che avrebbero raggiunto la notorietà come metodo Balint o gruppi Balint. I risultati di questa ricerca furono pubblicati nel 1957 nel libro “The Doctor, his Patient and the Illness[2].

Michael ed Enid si sposarono nel 1953. Avendo raggiunto l’età della pensione obbligatoria nel 1961, egli lasciò la Tavistock Clinic, ma continuò il suo lavoro con i medici generalisti all’University College Hospital e applicò il proprio metodo anche al tirocinio degli studenti di medicina. La Balint Society fu fondata nel 1969, perché il lavoro dei medici generalisti che avevano partecipato ai Gruppi Balint potesse svilupparsi ulteriormente.

Da questo momento in poi, Balint ottenne fama professionale in tutto il mondo. Nel 1955, divenne presidente della Sezione Medica della British Psycho-Analytical Society.

A partire dal 1957 fu regolarmente guest professor alla University of Cincinnati College of Medicine in Ohio. Fu insignito di una laurea honoris causa a Roma, e fu segretario scientifico della British Psycho-Analytical Society, dal 1951 al 1953, e presidente della stessa Società dal 1968 fino all’anno della morte.

Fin dagli anni trenta, Balint produsse e presentò lavori scientifici in tutti i congressi psicoanalitici internazionali.

Oltre che sui temi classici dell’analisi, come l’interpretazione del simbolo e la teoria della nevrosi, negli anni trenta egli era già coinvolto in questioni per le quali più tardi avrebbe acquistato notorietà.

Utilizzando sia la sua teoria del “nuovo ciclo” (o “nuovo inizio”), sia la dinamica del controtransfert concepita in base al lavoro di Ferenczi, in un primo tempo iniziò comparativamente a sviluppare una linea di terapia psicoanalitica che sottolineava i componenti dell’esperienza dei ricordi traumatici evocati nella situazione terapeutica. Ciò rappresentò una deviazione rispetto alla singola comprensione di ciò che é terapeutico ed efficace.

Secondo Balint, il concetto di regressione può essere inteso in due sensi: uno, di tipo benigno, conduce allo stato di “nuovo inizio” e di guarigione; l’altro, di tipo maligno, perpetua sia infinite ripetizioni improduttive, sia un’assuefazione tossicomanica dal terapeuta. Le due nozioni di base sulle quali si fondano la regressione benigna e il nuovo inizio, sono l’amore primario e il difetto fondamentale.

Il primo consiste in una fondamentale esperienza propria di ogni persona legata alla madre: lo stato di libertà da problemi, di amore perfetto, nel quale l’armonia protettiva, amorevole, nutriente della quasi totalità dell’universo circonda il bambino come un grembo e provvede al suo benessere senza che ci sia necessità di alcuno sforzo da parte sua.

Il difetto fondamentale porta questo stato alla sua conclusione: si tratta del processo precoce nel quale si verifica uno iato importante tra i bisogni biopsicologici individuali da un lato, e la cura psicofisica, l’attenzione e la partecipazione emotiva diretta verso di lui o verso di lei, dall’altro lato.

Come risultato del difetto fondamentale (Basic Fault, 1968[3]) la libido tenta di connettersi con gli oggetti nell’ambiente secondo due modalità: sia abbarbicandosi ansiosamente ad essi, oppure, per contrasto, essendo respinta da essi e trascinata negli spazi intermedi. Balint chiamò “ocnofilia” la prima modalità, e “filobatismo” la seconda.

L’origine dei Gruppi Balint può essere rintracciata attraverso tre fonti.

La prima é il lavoro dei seminari di casework per assistenti sociali, al quale Enid Eicholz introdusse Balint alla fine degli anni quaranta. La seconda é l’analisi dei gruppi che egli apprese nel 1947, attraverso Wilfred Bion. La terza fonte é il lavoro di Ferenczi, di tutta la vita. Ferenczi, che fece di tutto per forgiare l’analisi alla stregua di un’invincibile arma clinica, parlava fin dal 1921 della necessità per i medici generalisti di comprendere i vantaggi della psicoanalisi.

Si può con certezza affermare che gli sforzi di Balint per introdurre la psicoanalisi all’interno della pratica di cura in generale, rappresenta il lascito della Scuola di Budapest.

L’approccio terapeutico di Ferenczi e di Balint, un’autentica relazione terapeutica, un’atmosfera di base che provvede a fornire un senso di sicurezza, l’attitudine alla regressione, l’importanza delle relazioni oggettuali precoci, e l’amore primario erano tutte caratteristiche del lavoro degli analisti di Budapest.

Balint fece molto per sfatare le dicerie tendenti a screditare Ferenczi, messe in giro in primo luogo da Ernest Jones, secondo le quali, Ferenczi, alla fine della sua vita, avrebbe sofferto d una malattia mentale. Similarmente, Balint é stimato per aver conservato e protetto le lettere scritte a Ferenczi da Freud, così come il Diario Clinico. Dopo la morte di Balint, esse furono lasciate a Judith Dupont, il cui ruolo fu decisivo per la loro pubblicazione.    

E’ stato importante per Balint che un punto d’equilibrio sia stato trovato, in psicoanalisi, tra componenti biologiche e componenti sociali. La sua corrispondenza con Otto Fenichel (Jacoby 1983) rende testimonianza del fatto che egli sostenne la tendenza fatta propria dalla sinistra freudiana (Haynal 1988).

Balint divenne più ampiamente conosciuto attraverso il suo libro Medico, Paziente e Malattia. Egli visse abbastanza da vedere il proprio metodo diventare movimento, durante gli anni sessanta. I suoi sforzi per umanizzare l’assistenza medica di base e per diffondere l’approccio psicosomatico hanno trovato consenso in una sfera molto ampia.

 

Attila Bànfalvi (in PADD)
trad.ita. di Gianni Guasto

 

MICHAEL BALINT, CONTINUATEUR DE L'OEUVRE DE FERENCZI, articolo di André Haynal, per Filigr@ne, Revue de psychanalyse


[1] Traduzione italiana: “Analisi del carattere e «nuovo ciclo»”, in: Balint, M. (1952), L’amore primario. Guaraldi, Firenze (1973)

[2] Balint, M. (1957) “The Doctor, his Patient and the Illness”, Pitman Medical Publishing Co. Ltd. London; traduzione italiana: Balint, M., Medico, Paziente e Malattia, Feltrinelli, 1961.

[3] Traduzione italiana: Balint, M., Balint E. (1968), La Regressione, Raffaello Cortina Editore, 1983.