Voglio cambiar moglie

Dalla rubrica  Info/psiche lui, Io Donna, allegato al Corriere della Sera, 28/02/04. E’ possibile scrivere a Claudio Risé, rubrica Psiche lui, Io donna, RCS Periodici, via Rizzoli 4, 20132, Milano; oppure collegandosi al sito www.claudio-rise.it  

 

Liberarsi della famiglia per un nuovo amore. Voltare pagina. Un desiderio da adulto-adolescente. Ma il futuro non si costruisce sulla pulsione di un momento. 

«Ho 44 anni. Sono sposato da 12 anni e ho una figlia di otto anni. Sono stanco del mio matrimonio: lei mi vuole bene e ha capito il mio disagio. Anche io le voglio bene, ma sono stufo. Quest’estate ho conosciuto una ragazza di 38 anni vitale, e sportiva. Purtroppo il suo ex almeno due volte a settimana ricompare a casa di lei (non so se chiamato da lei o di sua volontà). Io mi sono innamorato di lei e ho dichiarato il mio amore apertamente. Lei non sa decidersi. O preferisce divertirsi con tutti e due? Questa donna non si lascia mai mettere i piedi in testa si fa sempre rispettare da me. Mia moglie invece é una donna più debole che non pretende un granché da me, accetta di obbedire alle mie richieste e non fa storie...Io preferisco una donna forte che sa dominarmi e dirigermi dandomi consigli sulla vita di tutti i giorni».

Giovanni

Caro amico, lei dice di volere questa donna forte, che la consigli e la diriga nella vita di tutti giorni.  Più che una compagna, in realtà, lei sembra desiderare una madre che la guidi, e le dica come fare. Del resto, questa è la richiesta che lei fa anche a me. Vorrebbe che, come la madre onnipotente vagheggiata dal bambino, io le dicessi come liberarsi dall’ingombrante ex della sua amica, come lasciare la moglie, e come coronare il suo sogno d’amore.. Poiché però io non sono una madre onnipotente, e lei non è un bambino, invece di farle credere di poter realizzare i suoi desideri con la stessa facilità con cui si acquista un gelato, cercherò di aiutarla a vedere la realtà. Cominciamo dal matrimonio: lei pensa che basti dire “sono stufo” per mandare in aria una relazione che dura da dodici anni? E durante la quale è nata una bambina che oggi ne ha otto? Non è un caso se nella sua lettera lei non parla mai di questa bimba, se non per dire quanti anni ha. Chi ha una psicologia adolescente, infatti, e un vissuto da fanciullo bisognoso di una madre dominatrice, non riesce a sviluppare profondamente il rapporto coi figli, perché vive sé stesso come un bimbo, ed i figli come concorrenti. Per questo non vede problemi nel lasciarli alla moglie, ed andarsene quando trova una ragazza che gli piace. Ma i rapporti affettivi non sono oggetti, che si possano buttare, appunto, come cose. E’ la nostra stessa vita ad essere costituita dalla trama degli affetti e dei legami che abbiamo costruito. Un atteggiamento consumistico nei confronti dei legami affettivi fondamentali rischia quindi di portarci ad una vecchiaia arida e disseccata, perché i nostri rapporti di sentimento sono stati bruciati nell’impulso del momento. La maturità affettiva consiste proprio nel saper attribuire il proprio valore ai legami che abbiamo costruito, e, quando la vita ci mette in condizione di scegliere, nel far prevalere il sentimento di lunga durata sulla pulsione, Il consumismo affettivo, che è  superficiale, ci mette fatalmente nei guai, perché ci spinge a credere ciò che soddisfa il nostro principio di piacere, a discapito di quello di realtà.  Come accade appunto ai bambini. Ma siccome non siamo più bimbi, rimaniamo dubbiosi sulle “verità” che ci raccontiamo, e quindi tormentati. Così lei vorrebbe credere alla sua nuova amata quando le dice che l’onnipresente “ex non può più fare sesso per dei problemi che ha…”, ma dubita, e soffre. E si rende conto che probabilmente la donna che lei vuole ama ancora quest’uomo con cui è stata legata per nove anni. In questo, del resto, l’amica le dà – nel suo modo ambiguo - una lezione: un legame duraturo ha un valore, da non buttar via.

Claudio Risé

   

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